La lunga serie di episodi criminali che hanno scandito il trascorrere dell’inizio dell’anno e culminati con un eccellente quanto efferato omicidio di camorra, che segna, con ogni probabilità, l’avvio di una nuova faida tra clan, comprovano l’esistenza di una grave emergenza sicurezza in Città, dinanzi alla quale politica e Istituzioni non possono certo sottrarsi, assumendosi le dovute responsabilità.
La delicatezza del momento impone una tregua rispetto al consueto scontro politico e la ricerca di dialogo tra le forze di maggioranza e opposizione, così da poter, col contributo più ampio possibile, riflettere ed esprimere soluzioni efficaci per aiutare magistratura e forze dell’ordine nel gravoso compito di evitare che Torre Annunziata sprofondi nell’ennesima spirale di violenza, perdendo le residue speranze di rinascita.
L’Associazione Centro Comune, e il gruppo consiliare che ne è espressione, chiedono, pertanto, che venga convocato con urgenza un consiglio comunale monotematico ad hoc, aperto il più possibile alla presenza del pubblico, per confrontarsi con gli altri soggetti politici sulla necessità di affermare, con azioni concrete, la presenza delle Istituzioni e la voglia di non lasciare campo alla criminalità.
Ma, alla luce delle dichiarazioni del Sindaco e del suo fidato assessore alla sicurezza, Auricchio, non possiamo non chiederci se il nostro senso di responsabilità, la nostra disponibilità al dialogo, la consapevolezza che in questa fase ci si unisce e non ci si divide, siano effettivamente rivolte ad interlocutori affidabili.
Grande è lo sconcerto per le parole di Starita che, costretto ad ammettere l’evidenza di una escalation criminale, va alla ricerca di un alibi improbabile e scarica le responsabilità sull’assuefazione della cittadinanza agli episodi di violenza e sulla mancanza di indignazione. Eppure era stato proprio lui ad innescare, non più tardi di un anno e mezzo fa, una feroce polemica contro la proiezione sulla Rai del film “Fortapàsc”, reo, a suo dire, di riprodurre l’immagine di una Città che non c’è più e di ignorare gli enormi sforzi fatti dalla popolazione per emanciparsi dal giogo malavitoso. Non riusciamo nemmeno a capire quale sia il suo reale pensiero! Quello del Sindaco evidentemente è un trasformismo che va ben oltre le casacche politiche.
Come non restare basiti ascoltando Auricchio, forse dimentico di aver smesso i panni del poliziotto per vestire, da sei anni a questa parte, quelli del superassessore, che c’illumina su come la repressione da sola non basti, ma intanto invoca, pateticamente, i soliti “più uomini e più mezzi” per “blindare” la Città. Ma ciò non era forse già avvenuto in precedenza? Magistratura e forze dell’ordine non avevano forse già fatto la loro parte, conseguendo risultati brillanti e decimando, di fatto, i clan? Non erano stati forse proprio Starita e Auricchio a sostenere, tentando di compartecipare ai meriti, che Torre aveva sconfitto il suo grande Male e aveva l’opportunità di risorgere? A chi, se non all’Amministrazione Comunale, toccava coniugare con la repressione la prevenzione e la ricostituzione di un sano tessuto sociale? A chi toccava fornire risposte e speranze a quei giovanissimi a rischio per un futuro diverso dalla militanza malavitosa?
Il rosario di fallimenti di quest’Amministrazione in termini di progetti occupazionali, infrastrutturali, sociali, la sua incapacità di rimuovere, anche materialmente, le macerie dalle zone a rischio, parlano chiaro. Se non c’è la voglia di assumersi le proprie responsabilità e di lottare, comunque, per un futuro migliore, allora è opportuno che quest’Amministrazione si faccia da parte. Attendiamo un segnale, almeno da quella fazione della maggioranza che non vuole restare appiattita sulle reticenze del Sindaco e dei suoi più fidati collaboratori. Non è tempo di dividersi, ma nemmeno di lasciare in mani incapaci il timone della Città.
Il Consiglio Direttivo
di Centro Comune


(nella foto l´omicidio di Francesco Chierchia avvenuto martedi 5 marzo)