Crolla il prezzo della frutta, Coldiretti denuncia la speculazione.
Coldiretti porta le pesche campane sulle spiagge di Capri (Marina Grande), Vico Equense (Seiano), Sorrento (San Francesco) e Castellammare di Stabia (Corderia) per un’azione di promozione e valorizzazione delle imprese e della frutta locale sottopagate a livelli insostenibili.

I prezzi della frutta estiva sono crollati alla produzione con cali che vanno dal 22 per cento per le pesche al 47 per cento dei cocomeri nella quarta settimana di luglio rispetto allo scorso anno, ma sugli scaffali per i consumatori continuano incredibilmente a salire con un aumento medio dell’1,6 per cento. Le speculazioni sulla frutta stanno mettendo, come quelli di tutta Italia, in ginocchio i produttori campani, costretti a svendere i loro prodotti di qualità pur di recuperare almeno una parte delle spese di produzione. Non sono certo i consumatori a beneficiare del crollo dei prezzi dell’ortofrutta, che continuano a pagarla a peso d’oro negli scaffali dei supermercati. E’ la denuncia di Coldiretti Napoli che ha organizzato la partenza dal porto di Napoli di un battello carico di tre tonnellate di pesche per la loro distribuzione sulle spiagge di Capri (Marina Grande), Sorrento (San Francesco), Vico Equense (Seiano) e Castellammare di Stabia (Corderia) a difesa delle imprese e della frutta sottopagata a livelli insostenibili, in un territorio simbolo dell’alimentare Made in Italy. Un modo per Coldiretti di invitare, al motto “ “Meglio regalare frutta e verdura che svenderla” i consumatori ad apprezzare e consumare frutta locale di stagione in tanti modi diversi e innovativi, valorizzando così il territorio e le sue risorse in stretto contatto con le istituzioni locali. La diffusione dei dati Istat sull’inflazione a luglio evidenziano al consumo un incredibile ulteriore aumento del prezzo medio della frutta dell’1,6 per cento su base annua, ma – denuncia la Coldiretti – mentre per i consumatori i prezzi sugli scaffali del supermercato aumentano quelli della frutta riconosciuti al produttore in campagna crollano. Si tratta del risultato – precisa la Coldiretti – delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola. A causa delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa – sottolinea la Coldiretti – i prezzi almeno triplicano, ma possono aumentare anche di 5 o 6 volte. Quest’estate si è allargata senza giustificazioni – sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Napoli Filomena Caccioppoli e Prisco Lucio Sorbo – la forbice dei prezzi della frutta fresca tra produzione e consumo. Una situazione che danneggia gli agricoltori costretti a lavorare in perdita ma – precisano Caccioppoli e Sorbo – anche i consumatori che potrebbero acquistare maggiori quantità e a condizioni piu’ vantaggiose. L’iniziativa si è svolta con la piena collaborazione delle istituzioni locali. “In questo momento di crisi economica generalizzata bisogna assolutamente puntare all’affermazione di un’etica e di una responsabilità sociale delle imprese della grande distribuzione alimentare. La valorizzazione del territorio e dei prodotti agroalimentari deve essere il centro dei principi da affermare insieme alla promozione delle iniziative di sviluppo rurale e di valorizzazione delle risorse naturali locali “– ha affermato Matteo De Simone, presidente del Consiglio Comunale del Comune di Vico Equense.

“Come amministrazione non potevano non raccogliere l’appello di Coldiretti – spiega il vice sindaco e assessore all’Agricoltura di Sorrento, Giuseppe Stinga – L’evento in programma denuncia infatti una situazione di crisi che vede protagonisti gli agricoltori. Sono loro i veri custodi del paesaggio e a loro deve andare la nostra piena solidarietà. Del resto, con il Codice morale per lo sviluppo dell’economia e della cultura della penisola sorrentina nel rispetto rispetto dell’ambiente e della vivibilità dei cittadini e degli ospiti, ci siamo impegnati a sostenere l’agricoltura come attività di pubblico interesse a tutela del territorio, del suolo e delle acque. E dunque siamo presenti a qualunque iniziativa a sostegno del comparto. Sono certo che in tanti apprezzeranno l’omaggio di un prodotto fresco come la frutta per trovare sollievo in un momento caldo della giornata”.Gli esempi dei danni causati a cittadini e imprese non mancano secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Le pesche gialle – conclude la Coldiretti – vengono pagate agli agricoltori 35 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,9 euro al chilo con un ricarico del 413 per cento (piu’ di cinque volte), i cocomeri passano da 0,12 euro al chilo in campo a 0,6 euro al chilo sulla tavola con un aumento del 400 per cento (cinque volte ) e i meloni da 0,39 euro al chilo a 1,3 euro con un ricarico del 233 per cento (triplicano). Una situazione insostenibile nei confronti della quale sono mobilitati gli agricoltori della Coldiretti con campagne di informazione ai consumatori e distribuzione dei prodotti dell’estate. A determinare la crisi hanno concorso numerosi fattori di carattere congiunturale, ma soprattutto strutturale. A pesare è stato senza dubbio l’andamento meteorologico che ha provocato la maturazione contemporanea di produzioni diverse, ma non va dimenticata l’emergenza Escherichia Coli, il “batterio killer”, e la conseguente psicosi che hanno portato a un contenimento dei consumi. Ma sotto accusa ci sono soprattutto l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale. Al di la dei fattori congiunturali, “occorre intervenire sulle strozzature e distorsioni che si verificano nel passaggio dell’ortofrutta dal campo alla tavola che sottopagano il nostro prodotto su valori insostenibili al di sotto dei costi di produzione e rendono troppo onerosi gli acquisti per i consumatori che spesso sono costretti a rinunciare ad alimenti indispensabili per la salute”, affermano Caccioppoli e Sorbo nel sottolineare che “ci vuole una assunzione di responsabilità dell’intera filiera che segue il prodotto da quando esce dall’azienda fino a quando arriva sul banco dei supermercati” perché nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è sufficiente spazio per garantire reddito ai produttori e consentire acquisti al giusto prezzo per i consumatori. La crisi del comparto ortofrutticolo in Italia interessa 300mila imprese specializzate per una produzione attorno ai 25 milioni di tonnellate che genera un fatturato di oltre 11 miliardi di euro e garantisce occupazione per 50 milioni di giornate di lavoro.

Coldiretti ritiene urgentissimo un autorevole intervento del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali nei confronti della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) finalizzato a sottoscrivere l’accordo interprofessionale pesche e nettarine, a regolamentare l’uso del sottocosto e della scontistica e a ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili. Inoltre è necessario che il Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, con il coinvolgimento delle Regioni, attivi tutti i meccanismi previsti dalla regolamentazione comunitaria per le crisi di mercato. Nella difficile situazione di crisi vanno peraltro agevolati gli interventi sul credito a favore delle aziende agricole.

I RICARICHI DAL CAMPO ALLA TAVOLA – in euro/kg

Prezzo al produttore Prezzo al consumatore Ricarico %

Anguria 0,12 0,6 400 %

Meloni 0,39 1,3 233 %

Pesche nettarine 0,38 1,95 413 %

Pesche gialle 0,35 1,9 443 %

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Sms consumatori