“Mentre il ministro Franceschini convoca tavoli tecnici e si affida a speciali ‘task force’ di esperti per salvare Pompei, tirando in ballo finanche squadre di vigilantes privati per sorvegliare la città antica, gli Scavi continuano tranquillamente a sbriciolarsi. Ed ogni giorno siamo qui a commentare ora la notizia del cedimento di un pezzo di intonaco, ora quella del crollo di un muro, ora il furto di un affresco. Di questo passo l’Unesco, e noi con essa, rischierà seriamente di dover dire addio ad uno dei patrimoni più belli dell’umanità, vanto e orgoglio della Campania Felix”. Così, in una nota, il senatore vesuviano Pietro Langella, leader regionale del Movimento Popolare Campano iscritto al gruppo Grandi Autonomie e Libertà dell’aula di Palazzo Madama.
“Non serve a niente - spiega il parlamentare originario di Boscoreale (Na) - chiudere il recinto quando i buoi sono scappati, né è pensabile procedere a colpi di ‘toppe’ per turare falle che ormai hanno assunto dimensioni gigantesche. Lo ribadisco, da cittadino vesuviano nato e cresciuto a non molta distanza dagli Scavi: per Pompei serve un serio progetto di investimenti. Un piano di interventi straordinario mirato ad affrontare e risolvere, in maniera definitiva, i problemi strutturali di cui il sito soffre da tempo. Un progetto che punti innanzitutto alla messa in sicurezza della città antica dal punto di vista idrico e prima ancora geologico”.
“Caro ministro Franceschini - conclude Langella - il tempo delle chiacchiere è finito. E’ giunta l’ora di rimboccarsi le maniche. Ma sul serio, senza più indugiare”.