Il Partito Democratico starebbe preparando una mozione di sfiducia nei confronti dei Ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, già sollecitato dallo stesso partito a riferire in Parlamento. Previsto per domani, mercoledì 10 novembre, il suo intervento a Montecitorio sul crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei. Ad annunciarlo è stato lo stesso Bondi. ´´Sulla base della richiesta del Pd di riferire al Parlamento, mercoledì mi presenterò alla Camera dei deputati per spiegare ciò che è accaduto a Pompei e quello che è necessario fare nel futuro, con serietà e senza scaricare la responsabilità su nessuno´´ ha dichiarato Bondi. La sua informativa è prevista per le 11.
Vediamo intanto cosa è accaduto negli ultimi anni in quest’area, riconosciuta dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità nel 1997 per i suoi straordinari reperti. Dopo il Colosseo, Pompei è il sito italiano più visitato, con oltre due milioni di turisti all’anno, con un introito di circa diciannove milioni di euro lordi. Negli ultimi anni si sono susseguiti vari commissariamenti che certamente non hanno potuto garantire una gestione continuativa al sito. Nel 2008 il Ministro Bondi decide per il commissariamento straordinario dell’area cui fu nominato Renato Profili, con la destinazione di un budget da 40 milioni di euro. L’anno successivo fu la volta di Marcello Fiori, anch’esso sostenuto nella sua attività con l’ingente somma di 39 milioni di euro (18 dei quali dovevano esser messi a disposizione dalla Regione Campania che però non ha mai provveduto al sostegno). Proprio il commissariamento Fiori è stato oggetto di esposti e polemiche sulla gestione poco trasparente, tanto da richiedere un’interpellanza parlamentare al Ministro Bondi. Nel frattempo si avvicendavano alla sovrintendenza degli scavi numerose nomine che nel recente presente hanno visto l’interim della professoressa Jeannette Papadopoulos, subentrata a Giuseppe Proietti, che scadrà il 31 dicembre.
Insomma una gestione confusa che accende la polemica sul ministro e sulla politica dei tagli adottata dal governo anche nel campo della cultura. Sul piede di guerra Fabio Granata, deputato Fli, che conferma ´´la richiesta di immediate dimissioni del ministro dei Beni culturali´´. ´´Bondi si faccia nominare ministro della Propaganda e si dimetta´´ attacca Granata. Per il deputato dell´Udc e membro della commissione Cultura della Camera, Enzo Carra, ´´Bondi dovrebbe dimettersi da coordinatore del Pdl per fare meglio il ministro dei Beni culturali. Nella sua carriera di ministro ha tollerato e chinato il capo ai tagli di Tremonti. Non si può dire che il ministero dei Beni culturali abbia brillato per iniziative´´. Quanto alla vicenda di Pompei, per Carra ´´ è la metafora di una nazione e la carta d´identità di questo governo´´.
Aperto anche un fronte giudiziario alla ricerca di responsabilità sulle cause del crollo. La Procura di Torre Annunziata da due giorni è al lavoro con un’inchiesta coordinata dal procuratore Diego Marmo. Le indagini sono svolte dai carabinieri di Pompei, dalla compagnia di Torre Annunziata e dal Nucleo tutela patrimonio culturale.
´´Il fascicolo aperto oggi dalla Procura di Torre Annunziata è un atto dovuto, che servirà ad accertare se ci sono state responsabilità sul crollo avvenuto a Pompei´´ ha dichiarato all´Adnkronos il procuratore Marmo, precisando che si tratta del secondo fascicolo aperto dalla magistratura sugli scavi di Pompei. Due fascicoli che, precisa il magistrato, ´´al momento non hanno alcun collegamento l´uno con l´altro´´. ´´Il primo fascicolo è stato aperto qualche mese fa in seguito alla denuncia di un sindacato – spiega Marmo – e riguarda l´uso dei fondi per la ricostruzione del teatro di Pompei´´. Quanto all´inchiesta aperta per il crollo della Domus, ´´dobbiamo capire perché una Domus di duemila anni è crollata e verificare se ci sia un collegamento tra il crollo e l´ultimo intervento strutturale fatto sulla stessa. Inoltre, se è vero quanto riportato dalla stampa, e cioè che sarebbe già stato lanciato un allarme nel 2006, dobbiamo verificare anche questo: se è vero dovrà pur esserci un documento´´. ´´Tutti adesso sostengono di non essere responsabili di quanto avvenuto a Pompei – aggiunge Marmo – ma se ci sono responsabilità lo dobbiamo accertare noi, perché fino a prova contraria questo è ancora il nostro lavoro´´.
´´Mi auguro che questa inchiesta possa servire a fare in modo che mai più in futuro si verifichi un fatto tanto vergognoso´´ ha commentato all´Adnkronos il sindaco di Pompei, Claudio D´Alessio – E´ opportuno che si accerti se ci sono responsabilità ed è giusto che la magistratura indaghi e faccia tutte le verifiche del caso. Quello che è accaduto a Pompei è un fatto gravissimo, che ha creato un danno all´immagine degli scavi ma anche dell´intero Paese´´.
Interviene sulla vicenda anche il direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale del Mibac, Mario Resca. ´´Non c´è valorizzazione del patrimonio artistico e culturale senza tutela e manutenzione, che sono due facce della stessa medaglia – sottolinea – A Pompei è mancata sia la tutela che la manutenzione, ma purtroppo negli ultimi 30-40 anni e non negli ultimi 6 mesi´´.
´´Questo Paese non ha la cultura della prevenzione ma quella dell´emergenza – lamenta Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l´Unesco – Infatti incentiviamo la Protezione civile che, per carità, fa un ottimo lavoro. Ma prima di pensare alla Protezione civile che interviene sui disastri dovremmo pensare a evitare i disastri´´. Puglisi ritiene comunque che ´´il problema non sia il ruolo di Bondi. Ho molta stima di Bondi e della sua sensibilità culturale. Un´eventuale mozione di sfiducia nei suoi confronti sarebbe strumentale´´.
In particolare, riguardo al crollo, una guida degli scavi archeologici di Pompei intervistata dall´Adnkronos spiega che ´´quello che è crollato non era la Domus gladiatori, ma un salone che tecnicamente era stato chiamato ´Schola armaturarum´ in seguito al ritrovamento al suo interno di alcune armature´´. ´´C´è un´altra casa dei gladiatori che sta in via Nola, dove all´interno ci sono delle colonne con molti graffiti che riguardano i gladiatori. Quella che è crollata sabato era probabilmente la sede di un´associazione militare con decorazioni simili a quelle della palestra dei gladiatori, che invece si trova nel quadriportico del teatro. Questa similitudine degli affreschi ha fatto supporre che anche i gladiatori potessero incontrarsi lì – aggiunge la guida – ma certamente non era una casa. Era un unico grande ambiente, un salone.”