“Da italiano, ma prima ancora da cittadino vesuviano, nato e cresciuto a pochi passi dalla città degli Scavi, provo profondo dolore e grande indignazione di fronte alle notizie di nuovi e ripetuti crolli verificatisi nell’area archeologica di Pompei”. Così, in una nota, il senatore Pietro Langella. “Non ero stato ancora eletto parlamentare - prosegue il leader regionale del Movimento Popolare Campano, iscritto al gruppo Gal (Gruppo Autonomie e Libertà) dell’aula di Palazzo Madama - ma ricordo benissimo (ero assessore provinciale a Napoli), quando, nel novembre del 2010, in seguito al cedimento di parte della palestra dei gladiatori, l’allora capogruppo del Pd alla Camera, oggi esponente del governo Renzi, Dario Franceschini, fece fuoco e fiamme invocando le dimissioni del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi”. “Bene - prosegue Langella - onde evitare il rischio che anche lui adesso incappi in quella stessa ‘gogna’, bene farà il neo-ministro per i Beni culturali Franceschini, a rimboccarsi le maniche e a fare in modo che Pompei non scompaia definitivamente dalla mappa delle eccellenze italiane”.
Per il parlamentare originario di Boscoreale (Napoli): “Il momento degli slogan è finito da un pezzo. Franceschini deve sapere che la manutenzione ordinaria, da sola, non basta più. Così come consiglia l’Unesco, infatti, serve un più massiccio piano straordinario di interventi per mettere in sicurezza l’intera area degli Scavi, anche e soprattutto dal punto di vista idrico e geologico. Ma bisogna farlo adesso, senza indugiare oltre. Altrimenti, al prossimo scroscio di pioggia, saremo qui a commentare la notizia di un nuovo tragico crollo”.