Parafrasando Eduardo, e guardando il riscontro della serata di ieri, se qualcuno oggi chiedesse ai torresi: "ve piace ´a tammorre?" la risposta sarebbe sicuramente Si. Tre ore di buona musica popolare, ritmi coinvolgenti e serenate appassionate, testi maliziosi e malinconici, storie d´amore e tradimenti, religione e profano che si fondono in lunghe e antiche tammorriate. A Piazza Ernesto Cesaro, ai piedi del monumento ai caduti si è in tanti a ballare le tarantelle al suono di ciaramelle, fisarmonica, triccabballacche, putipù, chitarrelle, flauti e, soprattutto, con le delizie dei canti ´a fronn´´e limone".

A dirigere la paranza (così si chiamano le orchestre di musica folk-popolare), che da lui prende il nome, Antonio Matrone, detto ´o Lione, un´artista che se del felino non ha certamente la chioma (e non puo´ smentirmi, guardate la foto) è di sicuro anche lui un re, in questo caso della tammorra. ´O Lione, che è arrivato qui con i suoi musicisti su invito dell´Associazione Centro Studi D´Alagno, e con il patrocinio dell´Amministrazione Comunale cittadina, si è portato al seguito un bel po´ di cantanti e suonatori di altre orchestre, maestri del genere folk, felici di esibirsi a Torre Annunziata, piazza dalla quale questa musica è rimasta, per molto, troppo tempo, lontana.
Nel corso della serata è stata eseguita e presentata al pubblico, per la prima volta, anche una bella tammorriata, applauditissima, dedicata alla Madonna della Neve. Il testo e la musica sono opera di due musicisti torresi componenti della "Paranza d´O Lione": Giovanni Saviello (ciaramella, Fisarmonica e flauti) e Gerardo Oliva (zampogna e flauto). Ecco i nomi degli altri artisti che si sono esibiti: Raffaella Ruffo di Altavilla Salentina (organetto, basso e voce), Zì Alfonso Cirillo di Scafati (voce e triccabballacche), Mario Pitti di San Giuseppe Vesuviano (Putipù), Felice Cutolo (Zampogna e chitarra battente).
Concludendo, la missione di "Cultura Sonora", evento musicale culturale nato per la divulgazione delle antiche tradizioni sonore canore legate alle terre del Vesuviano, Agro-Nocerino-Sarnese e Monti Lattari, è quindi pienamente riuscita. In fondo, trattandosi di "paranze", perché mai un popolo di marinai e pescatori come quello torrese non avrebbe dovuto felicemente accoglierle nel suo "porto"?
FILIPPO GERMANO







Antonio Matrone, detto ´O Lione


Giovanni Saviello, coautore della tammoriata dedicata alla Madonna della Neve
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