Dalla Sicilia a Torre Annunziata Maria Attanasio ospite al Caffè letterario
Ha con entusiasmo accettato l’invito dei ragazzi del Caffè letterario e dall’isola del fuoco e del mare Maria Attanasio è giunta fino a Torre Annunziata.
Già ospite Giovedì 23 Aprile al Goethe Institut di Napoli, ha presentato ad una raccolta platea il suo libro “Dall’ Atlante agli Appennini”(Orecchio acerbo editore).
Si tratta, come l’autrice stessa spiega, di una riscrittura del racconto “Dagli Appennini alle Ande” di De Amicis ed è sulla trama di questa storia che prende vita il personaggio di Youssef, protagonista del libro. Temi quali l’immigrazione, il razzismo e la separazione tragica dalla propria terra e dai propri cari vengono rivisitati dall’autrice, che in modo diretto conduce il pubblico al centro del suo racconto.
Moderatrice della serata è Amelia Scassillo, socia dell’associazione e responsabile delle attività teatrali, che omaggia l’illustre ospite con un power point affrontando le problematiche del libro e tentando di donar loro una rappresentazione visiva.
Maria Attanasio oltre che scrittrice, è stata anche insegnante di storia e filosofia, giornalista e un’attivista del Partito Comunista.
Racconta con trasporto della sua esperienza con la poesia, del passaggio alla narrativa e delle differenze intercorrenti tra questi generi letterari.
“Se con la poesia la libertà è totale, con la narrativa la necessità emergente è il rispetto del personaggio” racconta ai pochi fortunati in sala che l’ascoltano rapiti.
Una donna intelligente Maria Attanasio, che ricerca la vita e ne fa intima esperienza, un’esperienza personale certo, ma che non è mai superficialità ed è questo che piace.
“Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene”diceva Henry Roth ed è questo che prova l’autrice quando, innamorata del vissuto e del vivente, lo penetra con le parole e lo plasma.
Scrittura come uno scalpello, scrittura come mistificazione pur sempre radicata in un barlume di verità, scrittura come via verso una tanto sospirata consapevolezza di sé e della vita.
Poi c’è la fantasia, quale dimensione privilegiata in cui Maria Attanasio si rifugia e di cui si serve per creare e modellare le sue storie. L’ esperienziale è il substrato di cui la sua mente si ciba, nonché il punto di partenza per interrogarsi sulla vita dei suoi personaggi, molti dei quali sono realmente esistiti e legati alla Sicilia.
Youssef non è altri che l’insieme di storie di immigrazione di cui ha raccolto testimonianza diretta nei centri di accoglienza e a cui ha voluto dar voce, affinché non si dimentichi la tragicità di queste vite.
In un momento socio-politico drammatico per l’integrazione razziale, l’autrice discute di riconoscimento e di quanto sia semplicistico il termine “diverso”.
E ancora l’aberrazione del consumismo, la falsità di miti fungibili e deteriorabili a favore di una costruzione personale fondata sullo scibile, di una conoscenza di cui nessuno potrà mai privarci.
E nessuno potrà privare i fortunati che hanno potuto ascoltarla della ricchezza di questo incontro.
Una donna come poche, critica e diretta e, come lei stessa direbbe, consapevole.
MARINA BISOGNO