Che abbia deciso di scendere in campo per le regionali lo si capisce da due battute pronunciate a margine di un convegno sui fondi europei al Maschio Angioino. Tranchant come è nello stile di Vincenzo De Luca. La prima: «Candidarmi? Di certo non farò lo spettatore o il turista svedese...sarò protagonista». La seconda: «Le primarie? Le fanno gli analfabeti».

La conferma che il sindaco di Salerno fa sul serio. Dietro c’è una strategia che, negli ultimi giorni, ha avuto una brusca accelerata: prendere il simbolo che l’ha eletto in tutte le amministrative come primo cittadino, «I Progressisti», e farne 5 liste civiche. Una per provincia, coinvolgendo imprenditori e società civile. Gente slegata dai partiti, insomma. «Grazie, presidé», «Complimenti presidé», viene salutato ieri dopo le conclusioni a un convegno organizzato dal movimento «Italia Solidale».

Tre quarti d’ora d’intervento in cui non cita mai direttamente Antonio Bassolino e in cui invita la platea a «non arrendersi: la società civile può e deve creare una speranza per questa regione» e a «superare le categorie centrosinistra e centrodestra: il primo, sgangherato, da cui attendiamo ancora il bilancio di 15 anni di governo; il secondo, dove c’è gente in guerra contro la grammatica e la sintassi».

È il De Luca-pensiero declinato, però, su Napoli («Una grande realtà: se cresce, cresce l’Italia») e, soprattutto, come programma di governo. Attraverso tre direttive: ambiente, fondi europei e sanità («Punti su cui si è alimentato il sistema di potere anche perché non c’è stata un’opposizione limpida e forte»). Durissimo è sul secondo punto: «La programmazione 2000-2006 è stata scellerata e dobbiamo recuperare subito quella 2007-2013: già buttati via due anni. Un delitto in una regione dove la disoccupazione è al 25 per cento. Eppure basterebbe spingere su poche realtà selezionate, abbandonando la clientela spicciola: per ogni progetto serio si avrebbero 10 mila posti di lavoro.

E, invece, - ironizza all’indirizzo di Ennio Cascetta - qui a Napoli abbiamo assistito solo alla cura del ferro: ma almeno potete andare avanti e indietro, per tutta la giornata, in metropolitana». Sull’ambiente, invece, gli basta citare il dato salernitano: «Da settembre siamo il capoluogo con la differenziata più alta d´Italia: 72,9 per cento». Scalda la platea quando chiede «una rivolta democratica, civile e popolare» e quando si dice d’accordo con il maestro Roberto De Simone che si è scagliato contro Piedigrotta. Ma è quando si scaglia contro i disoccupati («Da 16 anni paralizzano la vostra città») e il reddito di cittadinanza che scatena applausi.

«Solo il 30 per cento di loro ne avrà veramente bisogno e vanno aiutati, gli altri - attacca - basta fare indagini, e li scopriremo intestatari di appartamenti e proprietà. Queste risorse vadano, invece, ai ragazzi che hanno studiato e che devono emigrare per avere una speranza».


Poi l’ultimo invito: «Serve una scossa vera per far ripartire la regione o altrimenti i prossimi anni saranno davvero bui». La corsa è già iniziata!

fonte: Il Mattino