"Si può cambiare solo se stessi. Sembra poco ma se ci riuscissi faresti la rivoluzione". Non poteva che chiudersi così, con i significativi versi in musica del Vasco nazionale, l´interessante serata di presentazione di ´Non mi avrete mai´, romanzo autobiografico scritto da Gaetano Di Vaio, il "Baroncino" di Gomorra, a quattro mani con Guido Lombardi. Allo Sport Club Oplonti di Torre del Greco si è assistito ad un dibattito ricco di spunti di riflessione: dall´orrore del sistema carcerario italiano, all´inadeguatezza della Scuola quale guida per il riscatto sociale dei moderni ´bes´ (gli alunni difficili, per intenderci).

Di Vaio, nove anni scontati a Poggioreale per spaccio, ispira la storia di Salvatore, protagonista del libro; nato a Scampia, sesto di dieci figli, Salvatore inizia subito la sua ´escalation´ criminale: a 9 anni è già pronto a gestire una piazza da tremila dosi al giorno. Poi, l´incontro con il sapere e la cultura. Le risposte mancate, alle sue domande, Salvatore le ritrova d´improvviso nei libri ed in Siddharta. "Come sono cambiato? Ribellandomi in carcere alle guardie che ti prendono a schiaffi, mentre tu non puoi reagire e sei inerte" - ha raccontato lo scrittore napoletano - . "E´ in quei momenti che ho pensato: la mia vita non gliela darò più in mano. In cella devi riflettere, emanciparti. Altrimenti sei finito". A tenere banco, nella serata ottimamente condotta da Anna Brancaccio e Teresa Onesto (Associazione ´Inoltre´ di Boscoreale), il successivo intervento del magistrato Nicola Russo, 17 anni al servizio della Procura di Torre Annunziata: "Appena vinto il concorso pensavo solo a condannare, intendendo la pena come fine della corsa - ha ammesso Russo - . Così facendo, però, il nostro lavoro non ha in pratica alcun senso. Anche io, in fondo, sono cresciuto. Quando? Facendomi un giro nelle camere di sicurezza a Torre". "La scuola come la giustizia, in Italia, non è attrezzata per missioni del genere", ha concluso l´ex assessore, oggi dirigente del "De Chirico", Felicio Izzo. "Immagino il consiglio di classe del Di Vaio studente: tutti l´avrebbero bocciato. Ed allora ha ragione don Milani. La scuola è come un ospedale che cura i sani e manda via i malati".

Evento concluso dai saluti del presidente dello ´Sport Club Oplonti´, Giuseppe Crescitelli, e dalla stoccata finale concessa da Di Vaio. Destinatario l´ex sindaco stabiese, Luigi Bobbio, per i suoi commenti alla tragedia della morte di Davide Bifulco, il 17enne del rione Traiano ucciso, lo scorso 5 settembre, da un colpo di pistola sparato da un carabiniere : "Il giudizio di Bobbio è stato terribile. Le urla di quel rione sono le urla di un popolo oppresso, come in Palestina. Non credo che il controllo delle mafie sia funzionale alle fasce deboli. Storicamente è sempre accaduto, in realtà, l´esatto contrario".


Salvatore Piro