Si infiamma ancora una volta la protesta dei Comitati antidiscarica che chiedono chiarezza sulla vicenda Cava Sari. Questa volta le accuse sono all´indirizzo del Procuratore capo di Nola Paolo Mancuso per dichiarazioni pubbliche ritenute dai Comitati contraddittorie. A dimostrazione di quanto affermano mettono a confronto le dichiarazioni del Procuratore rese nel corso dell’audizione parlamentare in Commissione attività illecite del 5 ottobre scorso a Roma e le dichiarazioni rese nella conferenza stampa del 17 novembre a Nola. Nel corso di quest’ultima veniva reso noto che il sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, era indagato per interruzione di pubblico servizio in seguito all´ordinanza, da lui emessa nei giorni precedenti, che vietava agli autocompattatori provenienti dagli altri comuni del Vesuviano, di sversare i rifiuti a Cava Sari. A detta del pool di magistrati guidati da Mancuso “il sindaco Auricchio non poteva vietare il transito degli autocompattatori - carichi dei rifiuti di diciotto comuni della zona vesuviana - verso la discarica Cava Sari. Non poteva farlo sulla base dei risultati delle analisi effettuate da Arpac e e Asl 3 Sud che non confermano pericoli della salute pubblica. Dunque il sindaco Auricchio ha impedito il passaggio dei camion senza una ragione valida. Anzi, spiegano i pm nolani coordinati dal procuratore Paolo Mancuso, «l´ ordinanza produce un allarme ingiustificato e blocca il servizio pubblico determinando una gravissima ricaduta sulle condizioni già gravi della situazione igienica».
Sono state queste dichiarazioni ad infiammare i cittadini di Terzigno e Boscoreale nel momento in cui sono venuti in possesso di quanto dichiarato dal procuratore il 5 ottobre. La lettura di questi stralci è avvenuta nell’ultimo consiglio comunale di Terzigno in cui Auricchio spiegava le ragioni del dietrofront circa la sua ordinanza di chiusura di Cava Sari. Riportiamo l’audizione del procuratore Mancuso, con in grassetto le dichiarazioni maggiormente oggetto di critiche, e il link della Camera dei Deputati con il testo integrale stenografato.


.5/10/2010..
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nola, dottor Paolo Mancuso.
PRESIDENTE. Ringraziamo il dottor Paolo Mancuso e ci scusiamo per l´attesa, ma c´era un parlamentare che desiderava essere presente ed era impegnato in un´altra Commissione.
L´ordine del giorno reca l´audizione del procuratore delle Repubblica presso il tribunale di Nola, dottor Paolo Mancuso. L´audizione odierna rientra nell´ambito dell´approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione Campania, sulla quale sono state già svolte numerose audizioni, in particolare sulla vicenda riguardante il termovalorizzatore di Acerra e sui recenti disordini verificatisi nel comune di Terzigno.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione procederanno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Rinnovo i nostri ringraziamenti per la sua presenza e per il lavoro che lei e altri magistrati stanno svolgendo in Campania. La Commissione ha oramai da quasi un anno effettuato indagini sulla situazione campana: abbiamo visto lo
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stato del territorio e il termovalorizzatore di Acerra; abbiamo raccolto qualche elemento sui numeri dal punto di vista economico che ci paiono, almeno allo stato attuale, non sempre comprensibili e, siccome abbiamo appreso che la procura di Nola sta per competenza indagando, chiederemmo, compatibilmente con eventuali segreti in atto in questo momento, di fare una ricostruzione. Peraltro, la settimana scorsa abbiamo avuto notizia che due linee erano ferme e che poi si è fermata anche la terza. Non so se adesso le cose siano migliorate.
Lascio la parola al procuratore della Repubblica di Nola, dottor Paolo Mancuso.

PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Ringrazio io dell´attenzione dedicata a questo tema, in particolare alla nostra regione da questo punto di vista sfortunata perché la situazione che in questo momento attraversiamo è connotata in particolare dalla confusione.
Per quanto riguarda Acerra, abbiamo uno stato insoddisfacente del funzionamento degli impianti e dei controlli dovuto principalmente a ritardi della ditta incaricata della gestione, la Partenope Ambiente, rispetto ad adempimenti che il documento AIA, l´autorizzazione integrata ambientale, richiedeva e richiede.
Da questo punto di vista, una serie di monitoraggi, parziali proprio a causa della mancanza di un serio sistema integrato di rilevatori anche sui camini degli scarichi, la localizzazione dei rilevatori esterni in ambiti solitamente inquinati anche da altri fattori, l´assenza di documentazione più volte richiesta alla società di gestione per leggere alcuni dati parziali che pure sono stati forniti, impediscono di avere una lettura di sistema ed efficace relativamente alla sicurezza del funzionamento.
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Il funzionamento è assolutamente parziale: soltanto per un brevissimo periodo hanno funzionato le prime due linee, la terza sostanzialmente è in manutenzione costante, prima ordinaria (fino al mese di agosto), poi straordinaria, e dovrebbe aprire il 31 dicembre; la prima linea ha avuto tre o quattro giorni di stop dal 14 settembre e ha ripreso a funzionare, però, a pieno regime solo recentissimamente - sui dati potrei essere più preciso, se interessano - la seconda è in manutenzione ordinaria e ne è stata annunciata l´entrata in funzione per il 31 ottobre.
In realtà, dei quasi 6 milioni di tonnellate di ecoballe giacenti prodotte dai vari impianti STIR nei primi cinque o sei mesi di funzionamento dell´impianto di Acerra, ne sono state conferite - non eliminate perché la fossa è stracolma in questo momento - circa 500.000, di cui la gran parte prodotta nel frattempo della raccolta rifiuti ordinaria. La situazione è, dunque, assolutamente insoddisfacente. È stata assicurata anche una bella produzione di energia elettrica, un ritorno economico significativo, la compensazione di costi benefici è una cosa su cui stanno lavorando.
Devo fare una premessa. Come sapete fino al 31 dicembre del 2009, vigente quindi l´emergenza rifiuti in Campania, la competenza a indagare anche sui reati ordinari era della procura di Napoli. Immagino che questa abbia le sue attività - lavoriamo, ovviamente, in pieno coordinamento - però il procedimento che riguarda la parte impiantistica, tutta la parte che coinvolge gli investimenti e le scelte strutturali della costituzione stessa dell´impianto, fa parte di un´indagine che sta conducendo la procura di Napoli. Noi siamo competenti dal 1o gennaio 2010 e stiamo lavorando insieme per una serie
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di aspetti, ma ribadisco che su quella parte la competenza è della procura; ordinaria, in ogni caso, non della Direzione distrettuale antimafia.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, lei sa chi è il procuratore incaricato dell´indagine?
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Il procuratore Lepore segue direttamente la questione. C´è anche un altro collega delegato, di cui in questo momento mi sfugge il nome, forse mi verrà in mente.
Questa è la situazione del termovalorizzatore di Acerra che, ripeto, è in continua evoluzione e a cui, peraltro, il presidio militare che garantisce la sicurezza dell´impianto non consente una facilità di accessi alle forze di polizia e alle convergenti competenze degli enti locali. Penso soprattutto al Settore ambiente della provincia e all´ARPA delle regione Campania, che peraltro non funzionano in coordinamento fra loro: i risultati dell´una e dell´altra spesso non coincidono e la necessità - lo sottolineava anche il prefetto di Napoli in una relazione in occasione della visita della Commissione europea dell´estate scorsa - è quella di creare un coordinamento effettivo che garantisca che le varie competenze non viaggino in maniera così discorde, come dimostrato finora. Lo stesso problema riguarda le forze di polizia e certamente anche la magistratura.
Individuare una competenza anche specialistica da parte della polizia provinciale o del Corpo forestale dello Stato potrebbe essere di aiuto per istituzionalizzare, costruire dei sistemi di controllo che sopperiscano a una resistenza, se così posso dire, o a una difficoltà dovuta al periodo iniziale di
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funzionamento di un impianto così complesso come il termovalorizzatore, o inceneritore, come qualcuno preferisce chiamarlo, di Acerra.
Credo, quindi, che da questo punto di vista, abbiamo una situazione dei controlli che ci preoccupa particolarmente e rispetto alla quale stiamo aspettando il termine dell´anno previsto per l´entrata in funzione di tutte le componenti per la valutazione finale di bilancio del funzionamento, in modo da avere una credibile valutazione complessiva.
PRESIDENTE. Vorremmo richiamare la sua attenzione sui profili relativi a eventuali illeciti. Lei ci ha fornito una interessante descrizione tecnica del funzionamento, ma visto che è aperta un´indagine da parte della procura di Nola, dobbiamo supporre che ci siano ipotesi di reato sulle quali state indagando e che sono quelle che alla Commissione d´inchiesta interessano. Noi pensavamo che aveste anche la competenza riguardo alla gara d´appalto, i costi e altro. Di questo, invece, si occupa la procura di Napoli. La procura di Nola di cosa si occupa, oltre al funzionamento dell´impianto? Qual è l´oggetto dell´inchiesta?
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. A parte alcuni episodi avvenuti all´interno della prima costruzione, che riguardavano tentativi di concussione interni o truffe interne tra aziende appaltatrici, che però sono rimasti allo stato di tentativo perché ci sono stati interventi immediati, la procura di Nola si occupa del risultato degli inquinamenti prodotti dall´inceneritore. Su questo, come dicevo, abbiamo una serie di elementi che ci dicono che in alcuni momenti e in alcuni particolari settori ci sono state elusioni o sfondamenti sia sui tetti AIA sia sui tetti del decreto legislativo del 2003, mentre mancano totalmente alcuni rilevamenti molto
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importanti, come quelli di piombo e mercurio, per i quali ancora non abbiamo possibilità di avere elementi di notizia. Su questo sta concentrando la sua attenzione la procura di Nola.
Si tratta di una fase di accertamento, ripeto, difficilissima e confusa. Oltretutto, il documento AIA prevede dopo un anno il primo bilancio, quindi ci arriveremo ormai tra alcuni mesi e stiamo raccogliendo tutto il materiale possibile, sentendo i responsabili dei controlli - sia della provincia sia della regione - per seguire la progressione degli adempimenti. Al momento la situazione è assolutamente insoddisfacente. Speriamo che in questo primo anno si riesca a concludere questa fase.
PRESIDENTE. Se ho inteso bene, quindi, l´ipotesi di reato è solo relativa all´inquinamento.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Agli scarichi.
PRESIDENTE. Noi faremo anche un approfondimento sull´aspetto economico, che a noi è parso di grande interesse. Può spiegare meglio la questione delle truffe all´interno dei rapporti tra ditte appaltanti?
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Sì, tra la direzione dei lavori e alcune ditte appaltatrici dei lavori, in cui erano state avanzate delle richieste di premi per accelerazioni dei lavori che non c´erano state, era stata fatta una promessa di un accordo sottobanco non mantenuta. Su questo, se vuole, possiamo mandare della documentazione.
In realtà, alla fine è risultato un sostanziale disordine nella gestione dei rapporti interni perché ci sono state una serie di contraddizioni anche nella raccolta dei dati e non si è potuti arrivare a un profilo di reato vero e proprio. In ogni caso, è risultata una cattiva direzione dei lavori anche per quanto riguarda i tempi.
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VINCENZO DE LUCA. Lei ha parlato di insoddisfazione rispetto al termovalorizzatore di Acerra. Per riprendere una sottolineatura del presidente Pecorella, ci sono rapporti di compromissione o di collusione rispetto a illeciti che, indipendentemente dal punto di vista amministrativo, hanno presenze esterne, sia riguardo ai disordini per la mancanza della piena efficienza del termovalorizzatore di Acerra che a quelli di Terzigno? Vorrei avere un quadro un po´ più preciso.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Essendo competente l´autorità giudiziaria napoletana, posso dire che la cosa riguarda anche Napoli. Al momento le indagini non consentono di individuare contatti tra i disordini dell´uno e il malfunzionamento dell´altro. Se volete, possiamo parlare dei disordini di Terzigno, ma è di ieri un´informativa della DIGOS che parla di contestualità occasionale e non indica alcun tipo di elemento di congiunzione tra le due vicende.
GENNARO CORONELLA. Relativamente all´insoddisfazione dell´impianto di cui parlava il signor procuratore, abbiamo già avuto modo di accertare che esistono dei problemi tecnici. Io mi soffermerei, tuttavia, sul dato della confusione. Lei ha esordito dicendo che la Campania è una regione sfortunata: esistono, secondo il suo giudizio, omissioni che possono essere evidenziate?
A noi interessano i profili di responsabilità, ma laddove ci sono situazioni su cui intervenire o normative che possono aiutarci a risolvere i problemi, siamo fortemente interessati a un´interlocuzione. Vorrei, quindi, che ci spiegasse meglio se esistono delle omissioni in Campania che creano questo disagio e queste criticità.
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PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Io ho parlato di confusione soprattutto quanto alla difficoltà di individuare problemi e responsabilità. Le omissioni da parte della ditta che ha in carico la gestione dell´impianto sono molte e anche significative. In qualche maniera, la conseguenza di queste omissioni è di non consentirci di capire se il problema esiste oppure no, se gli sfondamenti sui limiti previsti sia dall´AIA sia dalla legge sono significativi e pericolosi, e costituiscono, quindi, una fonte di rischio sulla quale andare a intervenire oppure no.
Allo stesso tempo, la difficoltà di accesso che sia l´ARPAC sia la provincia di Napoli trovano rispetto agli impianti produce uno stillicidio di richieste di intervento, di richieste di accesso, che producono, a loro volta, risultati incoerenti tra di loro, che noi non abbiamo ancora avuto modo di portare a intelligenza. In ogni caso, le omissioni da parte della ditta di gestione esistono e sono gravi e significative. Le assicurazioni che si sta lavorando per ottemperare ci sono, sono continue, però di fatto i ritardi restano e sono gravi. Ci sarà un momento in cui la lettura integrata di questi dati porterà necessariamente a un intervento nel caso vengano rilevati reati rispetto al Testo unico ambientale. Possiamo, quindi, prevedere che si arriverà a un momento di crisi dei rapporti, però questo è ancora in una fase, ripeto, confusa, non della regione Campania, ma di questa struttura che io vedo molto nebulosa.
Naturalmente, se al presidente interessa, ci sono una serie di dati che posso consegnare alla Commissione.
PRESIDENTE. Sì, può lasciarci o farci pervenire la documentazione.

PAOLO RUSSO. L´occasione è troppo ghiotta nell´avere qui il procuratore Mancuso che, tra l´altro, ha straordinaria
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esperienza anche sul fronte della criminalità organizzata. Io vorrei sollecitarlo a delle riflessioni, se può offrircele.
Una delle questioni poste è che probabilmente un impianto di trattamento finale come la discarica di Terzigno non sia stato gestito in un modo assolutamente corretto. Vorrei sapere, quindi, se in questa direzione c´è un lavoro in corso di monitoraggio. Capisco le competenze articolate su Napoli, immagino però che, vista la sintonia e la naturale condizione di condivisione di percorsi, che peraltro di qui a qualche settimana o a qualche mese saranno travasati, ci sia un lavoro in qualche misura anche contiguo.
A un altro punto tengo particolarmente e su questo vorrei che il procuratore Mancuso ci aiutasse. Una delle questioni cruciali, sulla quale già nel passato si è spesso ragionato, è quella che riguarda i continui affidamenti dei comuni della raccolta e smaltimento dei rifiuti a aziende e società private oberate di interdittive antimafia, con interventi del TAR, poi del Consiglio di Stato, una querelle che non finisce mai e che lascia le pubbliche amministrazioni il più delle volte in una condizione di sconcertante incertezza, talvolta anche in condizioni di gravissima difficoltà. Entro il 31 dicembre di quest´anno, grazie a una normativa da noi approvata di recente e che recepisce una direttiva europea, le aziende pubbliche che si occupano di gestione e raccolta dei rifiuti avranno l´obbligo di mettere sul mercato il 40 per cento del loro capitale. C´è qualche lavoro in corso in questa direzione per attività preventive?
Inoltre, pensa di poterci suggerire soluzioni che impediscano di far entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta? Lei pensa che in qualche misura talune società interdette,
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direttamente o indirettamente, possano entrare nel capitale delle società pubbliche utilizzando una normativa di modernità e di libera concorrenza?
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Sono domande complicate. Alla prima posso rispondere che sicuramente, se si riferisce a cava Sari, abbiamo una situazione in cui la provincia di Napoli, nella persona del dirigente, ingegnere Celano, è riuscita a entrare e a fare delle verifiche soltanto perché accompagnata da noi nel maggio scorso e ha trovato una serie di inadempienze anche abbastanza gravi e significative per quanto riguarda il pericolo di infiltrazione nel terreno di reflui, di percolati vari e così via. L´azienda ha risposto in una certa maniera solo alcune settimane fa, contestando in parte e affermando in altre parti, di avere risolto le questioni sollevate dalla provincia di Napoli.
In realtà, noi viviamo, come sistema di controlli, una condizione di particolare fragilità: manca in questo settore l´ordinaria aura di timore reverenziale, perché è molto più forte dall´altra parte la consapevolezza della nostra impotenza a intervenire con gli strumenti ordinari - che qualche volta sono anche significativi, rigidi, impositivi - per non interferire con l´ordinario funzionamento di un sistema già così provato. Questo significa che dobbiamo dosare costantemente le nostre forze, i tempi e i toni dei nostri interventi rispetto a una situazione che è estremamente delicata. Cava Vitiello preoccupa molto.
Chiedo che questa parte venga secretata.
PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell´impianto audio.
(La Commissione procede in seduta segreta).
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PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell´impianto audio.
(La Commissione procede in seduta pubblica).
PRESIDENTE. Rimaneva la domanda relativa all´aspetto estremamente importante dell´eventuale inserimento della criminalità organizzata attraverso una norma che potrebbe avere la deviazione dei fini, ossia una norma molto buona che però potrebbe favorire l´ingresso della criminalità organizzata.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. In questo settore abbiamo trovato società a capitale pubblico infiltrate dalla camorra - e non una sola - poi regolarmente fallite, quindi con problemi anche gravissimi di bilancio sugli enti locali.
Spesso parliamo o pensiamo a come la camorra possa essere intervenuta per condizionare le scelte su Terzigno o su Chiaiano. Le organizzazioni camorristiche del vesuviano sono ancora camorra vera, camorra degli affari; non in tutta la Campania è più così, certo lo è nel casertano, ma non per tutta la città di Napoli esiste più la camorra vera degli affari, la camorra «alta», se così possiamo chiamarla. Il vesuviano è zona di camorra alta. Questo tipo di organizzazione criminale ha interesse a che il business funzioni, non che si blocchi. Bloccare Terzigno significa probabilmente allontanare una situazione di emergenza per far funzionare la cava Sari, per qualche tonnellata in più, ma nel frattempo litigare con Avellino e Salerno per vedere dove aprire l´altra cava e ciò rallenterebbe enormemente il flusso degli affari. A mio parere è assolutamente comprensibile che, quindi, non siano emersi elementi che ci dicano che le manifestazioni di Terzigno sono condizionate, o addirittura controllate, dalla camorra. Alla
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camorra interessa che il sistema funzioni perché così produce risorse, produce ricchezza su cui evidentemente intervenire, e lo ha fatto fino ad ora brillantemente, se così possiamo dire, dal suo punto di vista.
Io non credo che esistano meccanismi normativi idonei, inaggirabili rispetto alla capacità di intervenire sul mercato. È la trasparenza del mercato la ricetta - mi scuso per la genericità del termine e per il fatto che non sia materia di mia strettissima competenza - e investigatori all´altezza. Queste sono le due difese che possiamo avere. Tutte le norme finora prodotte sono state aggirate. Certo, costituiscono, sulle prime soprattutto, un momento di blocco, un momento in cui per lo meno le organizzazioni che non hanno una capacità adeguata si scontrano, hanno difficoltà e, se cercano di aggirarle, lo fanno poco e male e diventano aggredibili da parte nostra. Tuttavia, quelle più pericolose, quelle più raffinate, e comunque un po´ tutte dopo un certo periodo, riescono a trovare la via d´uscita. Investigatori e regole, queste secondo me sono le due vere difese su questo versante.
Ripeto, la camorra lavora sugli affari. Terzigno, in funzione dell´apertura di cava Vitiello, è un affare. Credo che un pericolo, sia per l´ordine pubblico sia per questo particolare aspetto che ci propone l´onorevole Russo, sia costituito dai rimbalzi contraddittori che arrivano sull´apertura di cava Vitiello perché sia in provincia sia con dichiarazioni di cui si è fatto prima interprete il sindaco di Terzigno e poi il Ministro dell´ambiente, abbiamo avuto continuamente annunci e ripensamenti sugli annunci rispetto alla reale volontà di aprire la cava.
Non dimentichiamo che la stessa provincia, nei suoi organi tecnici, si è più volte dichiarata contraria all´apertura di cava Vitiello. La provincia in questo momento è il centro di tutte
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le competenze su questa materia, e quindi ha una serie di responsabilità colossali. Che il suo organo tecnico sia contrario alla Valutazione di impatto ambientale è stato positivo soltanto perché è intervenuta la Presidenza del Consiglio. La maggioranza, nel comitato che c´era stato il 30 dicembre in Commissione straordinaria, aveva dato parere negativo sulla valutazione.
Si tratta, quindi, sicuramente di un´operazione che arriva sulla testa dei cittadini, come è capitato per Chiaiano. A Chiaiano c´è stata, però, una manifestazione di volontà forte e interventi pure violenti sono stati contrastati in nome di una decisione assunta. Qui manca la decisione e credo che, dal punto di vista sia dell´ordine pubblico sia dei condizionamenti che nasceranno per la risposta che dovremo mettere evidentemente in conto e sulla quale cercare strumenti di indagine, abbiamo necessità di avere una chiarezza. Scusate, non fa parte della risposta alle domande, però sentivo l´esigenza di dirlo.
GIUSEPPINA CASTIELLO. Le sottoporrei una preoccupazione. Poco fa abbiamo ascoltato anche il maggiore Caturano per quanto riguarda il NOE e adesso lei, dottor Mancuso, per quanto riguarda la competenza della procura, che mi pare sia quella relativa all´impatto ambientale, quindi all´inquinamento e quant´altro. In effetti, la situazione ad oggi è un po´ complessa perché abbiamo dati che ci vengono forniti, come lei diceva, sia dall´ARPAC sia dal Settore ambiente della provincia, che non sono dati comuni. I riscontri sono diversi.
Più volte, essendo stata anche consigliere regionale, ci siamo avvalsi della possibilità di chiedere i dati all´ARPAC anche in passato, ma ci rendevamo conto che esisteva un problema legato al fatto che i riscontri erano sempre diversi. Mi chiedo, allora, se non sia possibile, chiedendo anche al
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prefetto che si sta attivando a tal proposito, porre eventualmente in essere una task force, un coordinamento serio e forte in modo da avere le idee più chiare.
Ciò che mi preoccupa in questo momento, parlando appunto di Acerra, è il fatto che si evince che anche A2A forse commette errori nella gestione del termovalorizzatore. La stessa ASIA che sta gestendo Terzigno e noi tutti noi sappiamo - non uso il termine utilizzato dinanzi a un dirigente dell´ASIA - in quale modo, forse vergognoso, gestisce la discarica.
Allora, dobbiamo chiederci chi si può attivare da questo punto di vista per comprendere in che modo risolvere il problema così da evitare che i danni siano sempre gli stessi: danni ambientali, inquinamento ambientale e conseguentemente danni alla salute dei cittadini. A questo punto, c´è veramente da chiedersi se eventualmente anche le istituzioni non debbano intervenire, per evitare che avvenga quello che noi tutti sappiamo. Sappiamo, infatti, cosa succede e in che modo vengono gestite certe cose, però purtroppo non si riesce a risolvere il problema.
Chi ha il compito di farlo è chiaramente preso da tanti altri problemi sul territorio - mi riferisco alle forze dell´ordine e chi ha compiti di vigilare - e alla fine il problema non si risolve. Questa è forse più una preoccupazione, venendo da quel territorio, che una domanda.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Devo dirle che, in una situazione normale, a una azienda che produce inquinamento e che non risponde alle sollecitazioni e alla messa in mora rispetto agli adempimenti che la legge prevede come indispensabili agli adeguamenti e alla messa a punto degli impianti, le forze di polizia e l´autorità giudiziaria rispondono con il blocco della produzione e con il sequestro
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dell´impianto. Questo è impensabile. Sia il prefetto, quindi, che più volte è intervenuto a questo proposito, con riunioni di coordinamento continue, sia la magistratura hanno un problema serissimo: rispetto a una direzione aziendale la quale, sollecitata a mettere a punto tutti gli impianti che la normativa e il suo contratto prevedono, ritarda, nicchia, promette e non mantiene, prende tempo, eccetera, è molto difficile trovare strumenti di risposta. Io spero che di tutto questo non venga a diffondersi notizia nella cittadinanza. Lei sa quale densità di abitanti, insieme ad altri insediamenti produttivi altrettanto inquinanti, vive in quel posto. È, quindi, una situazione che seguiamo con grande preoccupazione.
Ovviamente, dicevo che, arrivato l´anno di scadenza del funzionamento dell´impianto, termine per il quale noi contiamo di raccogliere il massimo di materiale possibile, ciascuno farà la sua parte e forse si arriverà a un momento di crisi. Se continua questo disinteresse e questa arroganza della direzione dell´azienda rispetto a questo tipo di problemi - forse ce ne saranno altri sicuramente predominanti, come assicurare la quantità di produzione, ma questi sono a mio parere altrettanto importanti - io prevedo un momento di crisi. Spero che non ci sia, che si arrivi a una svolta su questo tipo di comportamento e di prassi.
PRESIDENTE. Io avrei un´ultima domanda da porle. Noi leggiamo sui giornali che le manifestazioni legate a Terzigno sono sicuramente organizzate perché c´è il ritrovamento di bottiglie molotov, che si preparano prima - come ha insegnato l´esperienza del Sessantotto - ci sono camion che si mettono in fila. Mi pare di aver capito che, a suo avviso, la criminalità non ha interesse a creare problemi, salvo che le serva per bloccare una operazione e farne altre, come i trasporti all´estero che vengono meno se la cava è disponibile. Voi avete
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individuato chi c´è dietro? Chi organizza tutto questo? Non si tratta, infatti, della manifestazione spontanea di cittadini che si ritrovano e protestano: c´è una preparazione della manifestazione e degli atti contrari all´ordine pubblico. Avete un´idea su questo?
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. La risposta è probabilmente no. Mi rendo conto di dare ancora una delusione al presidente. Ripeto che è la DIGOS che fa indagini su questo punto e ci aveva allarmato per la manifestazione.
PRESIDENTE. Se parla di DIGOS, vuol dire che siete orientati verso un´origine politica.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Sì, c´è anche la squadra mobile peraltro, ma non ha finora ritenuto di attivare indagini, e anzi la DIGOS dà atto che su questo versante non ci sono informazioni o notizie utili da sviluppare. Questa è, allo stato dell´arte, la situazione.
A proposito della manifestazione del pomeriggio del 1o settembre, la DIGOS era molto preoccupata per la notizia della presenza del Gruppo degli anarchici napoletani, dei centri sociali, dei gruppi antagonisti e così via. Il 2 settembre avviene il ritrovamento delle 12 molotov che sono in questo momento all´esame della scientifica. Ci sono una serie di scontri rientrati, una fitta sassaiola contro le forze di polizia e così via.
Che ci sia un malessere formidabile della cittadinanza è un dato da tenere presente: i miasmi che escono da cava Sari, verso Boscoreale - per un sistema di correnti è Boscoreale, non tanto Terzigno, a subire gli effluvi della discarica - esasperano i cittadini. Le manifestazioni sono sicuramente di cittadini non organizzati da altri, ma in alcune circostanze, e
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la manifestazione del 1o settembre è stata in questo senso significativa, perché cominciano a inserirsi gruppi antagonisti. Questo è lo stato della situazione fotografato dagli organi investigativi, altro non abbiamo.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma mi pare di aver visto oggi su La Stampa che c´era, per esempio, un corteo di camion che costituiva un blocco. Quello che ci sorprende, a parte le molotov, è che ci sia qualcuno che stia organizzando la mobilitazione, che va al di là della manifestazione spontanea.
PAOLO MANCUSO, Procuratore della Repubblica di Nola. Io credo che i camion bloccati siano quelli della discarica. Loro hanno solo due percorsi, uno che passa per Terzigno e uno per Palma Campania, quindi è facile bloccarli. È successo che questi camion sono stati bloccati dalle manifestazioni popolari, che ci sia anche, ormai, una cellula organizzata di comando delle manifestazioni è un dato, ma che ci sia dietro una regìa diversa da quella che appare è un dato che invece ancora non abbiamo appurato.
PRESIDENTE. La ringrazio. Dichiaro conclusa l´audizione.
La seduta termina alle 15,05.
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