Pubblichiamo la lettera aperta al dr. Giuseppe CAPASSO, Sindaco di S.Sebastiano al Vesuvio a firma della Rete dei Comitati vesuviani:
"Caro Sindaco, mi sembra superfluo esprimerti a nome di tutta la Rete dei Comitati vesuviani tutta la solidarietà ed il rammarico di cui siamo capaci per ciò che è accaduto, oltretutto in un territorio completamente militarizzato, ad opera di personaggi che con la protesta civile e con la salvaguardia e la tutela del Parco nazionale del Vesuvio, evidentemente, non hanno nulla in comune.
La Tua S.Sebastiano è tra i comuni più virtuosi della Campania e l’impegno che Tu profondi nell’azione amministrativa Ti è riconosciuto dai tanti attenti osservatori delle vicende politico-amministrative dell’area vesuviana, dalle maggiori organizzazioni ambientaliste e dall’enorme consenso che ti riservano i tuoi concittadini-elettori.
Da qui la condivisibile amarezza che come sempre hai espresso in modo sereno ed efficace .
Riteniamo, proprio per questa Tua civile e ferma denuncia pubblica ( intervista al Corriere del Mezzogiorno) di quanto accaduto, manifestarti il nostro punto di vista, per nulla preso in considerazione dai Tuoi colleghi del nostro territorio e che speriamo trovi in Te un ascoltatore più attento e sensibile.
In questi ultimi due anni di presenza sulla questione discariche del Vesuvio, ma più in generale sulla questione del ciclo dei rifiuti regionale, sia col governo Bassolino, sia con quello rappresentato da Caldoro è stato come parlare al vento.
Ma oggi ciò è maggiormente comprensibile alla luce degli interessi che sottintendono il “sistema” dei rifiuti campano ed in special modo la gestioni del bacino provinciale di Napoli.
Una discarica in pieno Parco nazionale del Vesuvio che non doveva mai essere aperta da Prodi è stata trasformata da Berlusconi in una vergogna mondiale da farci irridere da qualunque politico d’oltralpe che s’affacciasse sull’invaso Sari e che, a ragione, ha determinato diverse condanne al Governo italiano dalla Corte UE.
Quindi a noi sembra che la denuncia delle tante illegalità perpetrate ai danni di questo territorio da parte di chi aveva ed ha il dovere di tutelare, portate avanti della Rete e dagli altri comitati vesuviani, abbia fondate ragioni di proseguire con sempre maggiore incisività alla luce anche da ciò che finalmente emerge sui prevedibili inquinamenti delle matrici acqua, terra ed aria, resi noti solo quando i comitati hanno smascherato maldestri tentativi di “nebulizzare” i risultati da parte di diverse agenzie accreditate, che lasciano presagire situazioni di gran lunga maggiormente pericolose per la salute e la salvaguardia della biodiversità vesuviana.
Inquinamento che certamente non può essere solo attribuito all’attuale “giovane” discarica ex Sari ma che è la spia del danno che gli invasi precedenti hanno creato e che “solo” per questo, qualunque altra “ferita” a questo territorio fortemente contaminato, andava assolutamente evitata.
Ci permettiamo ancora ricordare che la stessa “gestione” della discarica è stata ed è attualmente una vergogna.
Sembra superfluo ricordare la richiesta alla Magistratura del sequestro cautelativo della ex Sari proposto da mesi dalla Rete e da Legambiente e solo da ottobre sottoscritta dai quattro comuni e dall’Ente Parco.
Basta, a ciò, sottolineare i miasmi che invadono costantemente oramai, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase, Torre Annunziata, Pompei e parte di Torre del Greco, almeno per il momento, (per fortuna i Tuoi concittadini ne sono risparmiati) e ricordare le numerose denuncie riportate da televisioni, articoli di stampa e pubblici dibattiti rimbalzate tra Governo-Protezione civile, Asia,Gestione stralcio, Regione Campania, Provincia di Caserta e quella di Napoli sulle migliaia di tonnellate di rifiuti tossici di Lo Uttaro finiti nel Parco nazionale del Vesuvio.
Dov’era l’Ente Parco, dove erano i Sindaci del Parco, dove era la Guardia forestale, dov’era la Polizia provinciale.
E’ giusto pretendere una risposta a questa domanda?
E’ giusto chiedere di individuare le responsabilità o quanto meno le omissioni e pretendere i nomi dei colpevoli di tale disastro?
Io credo di sì ed è soprattutto per questo che il presidio della Rotonda di Terzigno à più vivo che mai e continuerà fino a che questo scempio che ha fatto il giro del mondo non trovi l’unica conclusione possibile: chiudere e bonificare l’area delle discariche del Vesuvio.
Noi come sempre abbiamo proposto alternative, abbiamo chiesto ai Sindaci del territorio di dare applicazione a quello che loro hanno sottoscritto col governo, controllando tutto quello che viene conferito nel parco, abbiamo chiesto agli stessi ( e a chi altro se nò) perchè con l’accertamento dell’inquinamento delle falde profonde se ne stanno con le mani in mano, abbiamo chiesto l’attuale capienza della discarica, abbiamo chiesto i dati della differenziata su cui avanziamo seri dubbi perché le ditte mischiano tutto, abbiamo soprattutto chiesto ordinanze che vietino di conferire in orari oltre quelli notturni e sopratutto che chi è deputato ai controlli (Polizia municipale, Guardia forestale, Polizia provinciale e Carabinieri) si facciano carico in questi orari di controllare e perseguire compattatori di dubbia provenienza, che hanno assicurazioni scadute o carte di circolazione non identificabili, che presentino certificati di trasporto con numeri di targa che non corrispondono allo stesso compattatore e con tipologia di rifiuto che ad una sommaria visione esterna non corrisponde a quello certificato, e si potrebbe proseguire all’infinito.
E tralasciamo di infierire sui miasmi.Su queste e su altre richieste i Sindaci latitano.
Da mesi chiediamo un tavolo ( anche con la Comunità che tu rappresenti) con chi deve garantire i cittadini sulla salute pubblica e sulla tutela dell’ambiente, ma invano.
Per tutta risposta si è fatto di tutti i comitati un’erba e un fascio.
Criminalizzandoci per nascondere proprie incapacità.
E per di più c’è il tentativo maldestro e vergognoso di spegnere la piccola fiammella del presidio della Rotonda, presidio di legalità, di attenzione e di informazione. Presidio che ha consentito a tante “anonime figure politiche”di essere costantemente sulle prime pagine di giornali e Tv e che ha costretto i governi Provinciale, Regionale e Nazionale a modificare la legge su cava Vitiello.
Ma per un obbligatorio e dovuto “grazie” ai comitati, i Sindaci non hanno avuto tempo.
La legalità è la premessa di qualunque azione democratica, oltreché politica istituzionale.
Noi per parte nostra non ci stancheremo di testimoniarla, in un luogo difficile come la Rotonda, con la nostra presenza e la nostra proposta.
Pretendiamo che chi rappresenta le istituzioni faccia altrettanto.
Da sempre disponibili a qualunque incontro,
Ti salutiamo cordialmente.
Rete dei Comitati vesuviani"