Domani, 19 settembre, Giancarlo Siani, il giornalista ucciso a Napoli dalla camorra 24 anni fa, avrebbe compiuto 50 anni. Giancarlo scriveva per Il Mattino, direttore Pasquale Nonno. Aveva collaborato da Castellammare, poi era passato alla redazione di Napoli, sebbene da precario. Muoveva i primi passi nella professione. Scriveva tanto, di nera soprattutto, ed era molto informato. Siani seguiva i fatti di camorra della zona di Torre Annunziata, dove una guerra fra bande aveva lasciato sul terreno centinaia di morti in pochi anni. Siani fu atteso davanti a casa sua la sera del 23 settembre 1985 da un gruppo di fuoco della camorra; ha pagato con la vita gli articoli, oggi raccolti in due volumi dal titolo ´Le parole di una vita´ (Phoebus editore) nei quali raccontava quasi con candore i retroscena e gli scenari che andavano prefigurandosi nel mondo della malavita. Storie di delinquenza comune, ma anche intrecci perversi col potere politico e pubblico, narrate senza veli e senza autocensure. Gli articoli di Siani sempre molto informati disturbavano i camorristi, ne mettevano in risalto la malvagita´, le alleanze, le complicita´ e gli obbiettivi. Il servizio che forse segno´ la fine di Siani apparve sul Mattino il 10 giugno 1985. Giancarlo scrisse che l´arresto di Valentino Gionta, super boss di Torre Annunziata, era quasi certamente dovuto a un tradimento da parte del potente clan alleato, quello dei Nuvoletta. Con un altro articolo, il giorno prima di morire, Siani aveva ancora disturbato pesantemente i camorristi, svelando il caso dei muschilli, i ragazzini usati come spacciatori e corrieri della droga. La morte di Siani per sette anni resta un enigma, le indagini non portano a niente. Poi, grazie anche alla tenacia del pm della procura di Napoli Armando D´Alterio, viene imboccata la pista giusta e finalmente 15 anni dopo la giustizia scrive la parola fine sul caso: il 13 ottobre 2000 la Cassazione conferma l´ergastolo per i mandanti Angelo Nuvoletta (poi arrestato il 17 maggio 2001) e Luigi Baccante, e per i killer Armando Del Core e Ciro Cappuccio; 28 anni per Gaetano Iacolare e Gabriele Donnarumma. Assolto Gionta (all´ergastolo per un altro omicidio). Siani e´ diventato un eroe, ma certo lui non avrebbe voluto esserlo; Giancarlo infatti, come ha raccontato anche il fratello Paolo, era si´ molto curioso, ma non andava alla ricerca del chiasso e dello scoop eclatante. Lui voleva soprattutto capire. Intorno al caso Siani c´e´ anche un mistero irrisolto. Poco prima di morire Giancarlo aveva scoperto qualche cosa di importante, forse aveva realizzato un dossier da pubblicare su un grande settimanale. Prima di morire ne aveva fatto cenno a qualche amico. Ma dopo l´omicidio non e´ stato trovato nulla. A Giancarlo, che sabato 19 compirebbe 50 anni, tutto e´ stato negato. La sua memoria pero´ e´ rimasta viva, e cosi´ pure il suo gusto per la ricerca della verita´. Nel 2004 la storia del giovane cronista e´ stata raccontata nel film ´E io ti seguo´ di Maurizio Fiume. Un Premio giornalistico e´ stato intitolato a Siani, che nel 2008 e´ stato commemorato alla presenza del Capo dello Stato Napolitano. Da pochi mesi e´ nelle sale un altro film dedicato a Giancarlo, ´Fortapa´sc´, di Marco Risi, mentre Antonio Franchini ha ricostruito la biografia del giornalista in ´L´abusivo´ (editore Marsilio).