Il riscatto di Boscoreale, cittadina della provincia di Napoli ingiustamente mortificata dai noti e recenti eventi collegati all’emergenza rifiuti in Campania, passa per la cultura. Nel paese della discarica dopo oltre venti anni riapre il Teatro Minerva. La struttura, completamente rinnovata, sarà presentata nel corso di una conferenza stampa giovedi 31 marzo alle ore 11:00; l´inaugurazione ufficiale, con tanto di taglio del nastro, avverrà invece lunedi 4 aprile alle ore 20:30.
Una sfida quella lanciata dalla giovane Chiara Cirillo, titolare del Cine Teatro Minerva, che nonostante i tagli alla cultura operati dal Governo centrale, ha deciso di dare vita nuovamente ad uno dei teatri storici del vesuviano: “La struttura, nata nel 1895, era ormai chiusa da oltre venti anni, oggi, invece, è un cineteatro da 250 posti in grado di ospitare ogni tipo di manifestazione: dalle opere liriche ai film”.
Il Cine Teatro Minerva, che si trova in via T.A. Cirillo nel pieno centro storico di Boscoreale, non è solo una sala cinematografica, ma anche un autentico contenitore d’arte in ogni sua forma ed espressione. Infatti, come spiega Chiara Cirillo, “oltre ad aver risistemato l’antica struttura adeguandola alle attuali normative, abbiamo voluto fare di più. Nel corso dei lavori molti artisti e imprenditori hanno utilizzato i nostri spazi come forma di espressione della loro inventiva”.
Da questo nasce la sinergia con il Maestro Angelo Casciello che ha “utilizzato” le pareti della sala “come una tela sulla quale esprimere la sua forma d’arte, in questo modo la maggior parte degli ambienti del teatro, dal foyer alla sala, sono diventati di fatto una mostra pittorica stabile”. Creazioni artistiche che entreranno a far parte anche di un catalogo frutto di un progetto realizzato dalle Università di Ferrara e Siena.
“Mentre nell’antisala – continua Chiara Cirillo – si è adattato al cemento armato una tipica lavorazione effettuata sulla pietra lavica che ha permesso al Maestro Giuseppe Sorrentino, aiutato da un giovane artigiano Corrado Di Martino, di realizzare una maschera tipica della commedia dell’arte”.
Ma non solo, anche altre forme artistiche della zona vesuviana hanno trovato spazio. “La lavorazione della pietra, utilizzata per pavimentare e rivestire gran parte della struttura, è stata realizzata all’interno della struttura. Mentre nel foyer altri due artigiani napoletani hanno ricreato in scala, l’opera che è stata già realizzata nel corso della ristrutturazione del teatro Bol’Shoj di San Pietroburgo, rivestendo con mosaici di marmo l’angolo della biglietteria e del bar”.