Centotrentatre arresti da novembre ad oggi. I boss sono dentro, raggiunti da diverse nuove reclute. L’ultimo blitz lo scorso giugno, quando le manette scattarono per ventiquattro dei loro elementi. Uno scacco importante. Eppure il clan Gionta di Torre Annunziata resiste. E’ uno di loro l’uomo arrestato ieri mattina all’alba al casello autostradale di Napoli nord, sulla A1. Sul suo tir, nel doppio fondo segreto della suo carico, trasportava oltre mezza tonnellata di hashish. Gennaro Immobile è stato arrestato ieri mattina all’alba da una pattuglia di carabinieri in postazione di controllo. Dalle prime indagine è emerso che con ogni probabilità il carico era destinato alla piazza di Torre Annunziata. Si trattava di un importante rifornimento proveniente dalla Spagna per la rete di spaccio oplontina, la quale ancora oggi risulta, con Scampia e Secondigliano, una delle più forti d’Europa. Infatti, nonostante la grande sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine che pure c’è stata negli ultimi mesi, evidentemente il traffico di droga nella città vesuviana continua su vie alternative. La vendita al dettaglio nel centro storico, tra via Bertone, via Castello e via Roma è diminuita di circa l’80 per cento, dallo scorso dicembre, mese in cui gli insediamenti dell’esercito si sono stabilizzati proprio nel cuore della patria dei Gionta. Videosorveglianza e indagini varie hanno permesso gli arresti degli ultimi mesi, eliminando completamente la comparsa dei “pali” all’angolo di ogni strada della parte meridionale di Torre. I ben informati hanno però sempre sospettato, e non a torto, che lo smercio sarebbe continuato attraverso un grosso sistema di traffici inaccessibili alle investigazioni di carabinieri e polizia. La scoperta di ieri conferma il tutto: i cinquecento kg di droga erano destinati ai vari consorzi che continuano a rifornirsi a Torre
Annunziata. D’altra parte la lotta non può e non deve rallentare. Il blocco di ieri non è casuale. E’ anzi segno che i militari hanno informazioni tali da poter seguire il tragitto dei camion trasportatori. Le analisi sono chiaramente a buon punto anche per quanto riguarda le affiliazioni del clan. E’ ormai noto infatti che la famiglia Immobile risulta spesso coinvolta nelle operazioni dei Gionta. Dai prossimi accertamenti potrebbe venir fuori dell’altro. Dato che si tratta di un carico proveniente dalla penisola iberica, potrebbe essere possibile ricostruire il viaggio delle sostanze stupefacenti dall’origine al pusher. E’ il tentativo che da diversi anni le forze dell’ordine stanno cercando di portare a termine.
rosco