"La doppia morale del PD ne decreta il suo totale fallimento", con queste parole Giosuè Starita sferra un attacco durissimo al suo ex partito e al suo rivale Sica in risposta alle accuse formulategli nei giorni scorsi circa il rischio di infiltrazioni malavitose nelle sue liste. A detta di Starita nelle liste che sostengono Sica c´è almeno un personaggio "attualmente in regime detentivo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti in combutta con i cartelli malavitosi internazionali dediti a tali pratiche." Insomma, sembra proprio che sia il caso di citare il proverbio "chi di spada ferisce di spada perisce". Un´accusa grave, quella di Starita, che dovrà essere dimostrata visto che al momento non si conosce il nome di questo esponente malavitoso. Quello lanciato nei giorni scorsi sembra quindi un boomerang che si appresta a colpire lo stesso commercialista e che può costargli l´esito della campagna elettorale.
Ma la risposta di Starita entra anche nel merito delle accuse politiche a lui mosse sottolineando il fallimento dell´attuale classe dirigente del Partito Democratico abbandonato da moltissimi degli uomini, politici e amministratori, che formavano la sua base portante.

Ecco il testo integrale del comunicato stampa:
"Il sindaco Giosuè Starita esprime perplessità in merito agli argomenti trattati durante il dibattito avutosi in città alla presenza del presidente nazionale del Partito Democratico, on. Rosy Bindi:
“Il Partito Democratico ha perso un’altra occasione per analizzare, con onestà ed obiettività, il suo fallimento nella nostra città. La presenza del suo presidente nazionale era l’occasione ideale per sviscerare, al cospetto degli iscritti e dei simpatizzanti, la propria disfatta, perché di disfatta si tratta.
Mi sarei aspettato che si parlasse del perché un sindaco, 12 consiglieri, diversi assessori, diversi dirigenti, molti iscritti e tanti altri simpatizzanti hanno deciso di lasciare il partito. Invece si è preferito, ancora una volta, limitarsi a parlare di trasformismo, nascondendo sotto il tappeto il proprio marciume e le proprie responsabilità oggettive.
Mi sarei aspettato che si parlasse del perché il Partito Democratico, notoriamente guida delle proprie coalizioni, abbia deciso di candidare a sindaco un personaggio non di sua estrazione ma dietro proposta di un movimento civico autoreferenziale che, egli stesso non nasconde, nato da lui e per lui.
Mi sarei aspettato che si parlasse del perché il Partito Democratico della nostra città non sia stato in grado di dar vita ad una larga coalizione con i suoi alleati storici e del perché anche questi muovono violente accuse ai suoi attuali dirigenti di imporre i propri pensieri e mai di proporli.
Mi sarei aspettato che si parlasse del perché si promuove un candidato che sui manifesti si fregia del titolo di sindaco, pur non essendolo, solo per il piacere di solleticare una sua vanità accompagnata da sterile megalomania. Mi spiace che potrà goderne di tale titolo solo sui manifesti murali ed ancora per pochi giorni.
Mi spiace che alcuni esponenti regionali e nazionali del PD vengano in città a pontificare sul voto pulito e sull’etica morale non sapendo che il proprio partito sta appoggiando un candidato sindaco che non si è fatto scrupoli ad accettare il sostegno, candidandolo tra le proprie liste, di un personaggio attualmente in regime detentivo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti in combutta con i cartelli malavitosi internazionali dediti a tali pratiche. Un candidato sindaco che vede “opacità” negli altri non capendo che sta guardando semplicemente se stesso allo specchio. La linea marginale che delimita l’essere accusatore dall’essere accusato per alcuni personaggi è estremamente labile e sarà il tempo a decretarne l’ultima parola.
Mi sarei aspettato un dibattito politico di spessore invece delle solite litanie menzognere che i nostri avversari stanno propinando alla nostra comunità. Di tanto non attribuisco colpa al presidente nazionale del partito, certo che anche lei, pochi minuti prima dell’incontro, sarà stata vittima delle menzogne del solito manipolo di politicanti”