“La campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo, ma l’inizio non mi sembra per nulla positivo”. Interviene nel dibattito politico cittadino il neo senatore Pietro Langella, politico boschese di lungo corso, eletto in Parlamento poco più di un mese fa. Un’elezione a sorpresa grazie all’exploit avuto dal PDL in Campania che ha permesso all’ex assessore provinciale di entrare a Palazzo Madama nonostante la sedicesima posizione nel listino. “Ho sentito alcuni protagonisti della vita politica boschese parlare di questioni personali, nulla che riguardi la vita dei cittadini di Boscoreale e dei problemi della nostra città. E’ necessario – continua Langella - dare priorità ai programmi e alle idee che si vogliono portare avanti. Gli uomini e la composizione delle liste vengono dopo”. Pietro Langella ha aderito al Popolo delle Libertà poche settimane prima del voto, lasciando l’UDC insieme ad altri esponenti politici locali che lo hanno seguito nel partito di Berlusconi. “Ho abbandonato l’Unione di Centro perché non ho condiviso la deriva a sinistra che il partito aveva preso. A livello locale infatti Giuseppe Balzano (esponente UDC, ndr) è sostenuto da una coalizione di centrosinistra ed io, non condividendo questa linea politica, ho preferito lasciare il partito”. Il senatore risponde anche sulle dichiarazioni dell’altro candidato sindaco, Gennaro Langella, che lo ha tirato in ballo relativamente allo scioglimento del Comune per infiltrazioni avvenuto nel 2006. “Su questo c’è una cattiva informazione, io ero consigliere provinciale all’epoca dello scioglimento. A Gennaro Langella lo rispetto, come uomo e come professionista, politicamente invece non abbiamo mai condiviso niente”. Pietro Langella si sofferma inoltre sulle vicende della propria famiglia che sono ritornate alla ribalta successivamente ad un articolo pubblicato da un quotidiano nazionale (il padre e lo zio furono uccisi in due agguati di camorra nel 1991). “La mia storia personale è nota, per i cittadini e per chi, con me, ha amministrato negli ultimi vent’anni. Non c’è nessuno scoop da fare. La mia storia potrebbe essere citata per ragazzi che provengono da famiglie meno abbienti che, tra tante difficoltà e crescendo in ambienti particolari, grazie alla passione, alla grinta e alla voglia di emergere, riescono a sfondare in qualsiasi campo della vita. Io ho due figli, entrambi laureati ed entrambi disoccupati. Mi sono formato da me, facendo i lavori più umili e diventando prima consigliere comunale, per poi arrivare in Senato. Penso che non devo dimostrare niente a nessuno, quello che dovevo dimostrare l’ho dimostrato alla mia famiglia e ai miei concittadini che mi hanno sempre votato”.

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(Salvatore Gallo)