“Il Circolo torrese di Sinistra Ecologia e Libertà chiede l’immediata liquidazione della Gori S.p.A.”. E’ il durissimo affondo di Massimo Napolitano, coordinatore locale di SEL. Attacco, contro la “gestione privata del ciclo dell’acqua potabile”, scaturito dall’ultima emergenza idrica che ha praticamente paralizzato l’intera città, rimasta coi rubinetti a secco per più di 24 ore. Un guasto, alla condotta di Piazza Ernesto Cesaro, ha costretto i torresi ad attendere il ripristino di condizioni di normalità, sopraggiunte solo parzialmente nel tardo pomeriggio (intorno alle 17, per i più fortunati). I lavori per riparare la condotta, spiegano i vertici della “Gori”, sono stati ostacolati dalle cattive condizioni meteo. Fattore che ha influito negativamente sul comunque tempestivo intervento dei tecnici specializzati, all’opera fin dalle prime luci dell’alba per ovviare agli inevitabili disagi creati dal disservizio. Circostanza assolutamente trascurabile, almeno a giudizio di SEL. “La gestione privata da parte della Gori non ha portato nessun beneficio agli utenti”, ribattono dal Circolo “S. Pertini” di Torre Annunziata. “Aumenti tariffari, distacchi del servizio per le famiglie indigenti, e da ultimo anche l´incapacità di risolvere, in tempi brevi, un guasto che ha lasciato la città a secco, provocando enormi disagi anche per gli artigiani oplontini”. Giudizio tranciante che provoca, inevitabilmente, la “immediata richiesta di attuazione dell’esito referendario, che ha sancito che l’acqua pubblica è un bene comune”. Il riferimento esplicito è alla scorsa consultazione popolare del 2011, culminata con il 54 per cento degli elettori espressosi contro la privatizzazione del sistema idrico. La richiesta di liquidazione della “Gori”, società mista a prevalente capitale pubblico, anticipa la manifestazione nazionale di Roma, del prossimo 17 maggio, per “i beni comuni contro le privatizzazioni”. Anche in quella sede, trapela dal “Coordinamento Campano per la gestione Pubblica dell´Acqua”, ci si scaglierà contro “il tradimento dell’esito referendario e dell’intero popolo campano”.

Salvatore Piro