In vista della prossima riunione dei capigruppo di lunedì 4 novembre, dove si affronteranno alcuni temi cruciali per la città, come il destino della società Oplonti Multiservizi spa e l´adesione della città all’Autorità Portuale di Napoli, abbiamo intervistato il capogruppo di Centro Comune Vincenzo Sica. Durante il corso dell’intervista, oltre alle proposte che avanzerà l’opposizione, anche le impressioni sulla nuova giunta e sulla fase “nuova” dell’amministrazione comunale.

Consigliere Sica, quali sono le proposte che l’opposizione porterà nella riunione dei capigruppo?
"Abbiamo concentrato la nostra attenzione su proposte che hanno già costituito oggetto di una nostra specifica richiesta di convocazione del consiglio comunale. Mi riferisco alla deliberazione inerente la sorte della Oplonti Multiservizi S.p.A. e all’adesione all’autorità portuale.
Abbiamo un’idea chiara di come queste due vicende vadano affrontate nel merito e soprattutto con grande celerità. Lunedì, dopo aver costatato che la maggioranza sulla Multiservizi non ha una proposta, sottoporremo alla conferenza dei capigruppo la nostra proposta che chiaramente confronteremo con la maggioranza".

Qual è la proposta che presenterete al tavolo della prossima riunione?
"La Oplonti Multiservizi ha completamente esaurito, per problemi di gestazione contrattuale e di organizzazione interna, il suo compito. Pertanto occorre sciogliere anticipatamente, entro il 31 dicembre 2013, la società, metterla in liquidazione e nominare un liquidatore che sia il frutto di una scelta che il sindaco deve fare andando ad individuare una professionalità capace di gestire una fase liquidatoria di una società che ha avuto vita per circa 11 anni. Contestualmente proponiamo la costituzione di una S.r.l a socio pubblico alla quale affidare, appaltata dal primo gennaio 2014, tutta la gestione degli attuali servizi che vengono curati dalla Oplonti Multiservizi. Questa rappresenta la migliore soluzione per garantire e salvaguardare i lavoratori dipendenti. Auspichiamo anche che questa nuova società, non dovendo perseguire fini di remunerazione del capitale ma dovendosi porre l’obbiettivo del pareggio di bilancio, possa consentire un risparmio della tassa che grava sui cittadini".

La maggioranza cosa pensa di questa proposta?
"Sappiamo che qualche membro della maggioranza, pur condividendo questa nostra proposta, intende sfruttare una società già esistente, la Ecoittica Oplonti, in liquidazione già da diverso tempo. Su questo ci possiamo confrontare, nonostante io tecnicamente e non politicamente ritengo che non sia la soluzione giusta. Se riusciamo a trovare una quadratura su questa vicenda, in tempi brevissimi mettiamo in piedi la nuova società e prepariamo un piano industriale per i prossimi tre anni".

Come immagina la nuova organizzazione aziendale?
"La nuova società non dovrà essere governata da un consiglio di amministrazione che diventa farraginoso ma da un amministratore unico che sia scelto in albi professionali con particolare anzianità ed esperienza, che dimostri di aver avuto esperienza in società a partecipazione pubblica e in particolar modo in materia di servizi di igiene urbana".

Cambiamo argomento e passiamo all’Autorità Portuale. Che strada percorrere secondo Lei?
"L’adesione all’Autorità Portuale di Napoli significa trasferire le competenze giurisdizionali del nostro porto dalla regione all’Autorità Portuale. Rientrare, quindi, in un contesto dove le linee strategiche di sviluppo si stabiliscono ad un solo tavolo, dove sono presenti la regione, la provincia, i comuni, le camere di commercio. Io sono coprotagonista di una scelta di adesione fatta nel lontano 2007 e ad oggi non ho ancora capito perché questa adesione non si è più fatta. Nel frattempo si è verificato ciò che immaginavamo, cioè che l’Autorità Portuale di Napoli è destinataria di risorse pari a 250 milioni di euro da parte dell’Unione Europea perché fa parte dei grandi progetti. Castellammare di Stabia che con noi iniziò questo percorso e l’ha portato avanti, siede al tavolo da 7 anni e stabilisce tutte una serie di linee strategiche, e noi siamo fuori da questo circuito. Dobbiamo aderire e sederci a quel tavolo per capire quali risorse finanziarie il porto di Torre Annunziata può ottenere per effettuare interventi che sono indifferibili". (E´ notizia di pochi giorni fa che il porto di Castellammare ha ricevuto un finanziamento di 43 milioni di euro per lavori da effettuare nel prossimo triennio, ndd)

A proposito del porto di Torre, la situazione in cui versa è sotto gli occhi di tutti. Quali saranno i benefici per l’adesione all’Autorità Portuale?
"Tra poco il nostro porto diventerà un’altra spiaggia e, considerando che sul porto ci sono attività imprenditoriali serie che danno lavoro, le navi non potranno più attraccare. È probabile che la nostra adesione all’Autorità Portuale avvenga tardi e, come capita alla nostra città, ci siederemo a quel tavolo per raccogliere solo briciole perché Napoli e Castellammare di Stabia avranno creato già delle priorità che difficilmente potremo contrastare".

Qual è stato il freno per l’adesione all’Autorità Portuale?
"Il problema non è il sindaco ma le rappresentanze politiche, un problema di maggioranza, di chi ha ritenuto che la politica si potesse relegare alla sola gestione di politiche sociali. Se il sindaco vuole cambiare rotta, bisogna cambiare registro, aprire una fase nuova che non è solo una fase politica nuova ma una fase di approccio amministrativo e burocratico di definizione seria di linee strategiche. Questa amministrazione ha lavorato poco in termini di sviluppo e molto in termini di distruzioni di attività passate interrompendo tutti i circuiti virtuosi che si erano creati, lavorando molto con l’assistenzialismo, il clientelismo e le politiche sociali che meritano tutto il nostro rispetto ma devono essere una branca di un’amministrazione che si rispetti. Abbiamo difficoltà a pensare che i protagonisti di questi 7 anni, sindaco escluso, possano garantire un’inversione di rotta a quest’amministrazione".

Pensa che con l’arrivo dei nuovi assessori qualcosa possa cambiare?
"Intanto qualche rappresentante autorevole di un partito della maggioranza ha dichiarato che la nomina di questi assessori tecnici rappresenta il fallimento della politica di questa maggioranza. L’incapacità che si è autodenunciato in consiglio comunale è il chiaro sintomo che anche la maggioranza si rende conto che non è all’altezza del compito. Se dopo 80 giorni di assenza della giunta quella maggioranza non è stata capace di trovare una sintesi qualcosa vorrà pur dire. Sulla giunta tecnica invece ho sempre serie perplessità quando non c’è una parte politica che condivide questa nascita e penso che difficilmente riuscirà a lavorare perché gli atti devono arrivare in consiglio comunale e non so fino a che punto saranno sostenuti".

Raffaele Perrotta