Sta per chiudersi il 2013. Tradizione impone, anche in casa Savoia, il consueto bilancio di fine anno; il tecnico bianco scudato, Vincenzo Feola, non si sottrae alla puntuale analisi di una stagione ormai giunta a metà percorso, definendosi soddisfatto del lavoro fin qui svolto.

SAVOIA SOTTO PRESSIONE. Diverse le tematiche sciorinate dall´allenatore oplontino nel corso dell´odierna conferenza stampa. A cominciare dal duello a distanza con l´Akragas del collega Pino Rigoli. "A differenza loro - esordisce Feola - non ci siamo mai nascosti, dichiarando ad inizio torneo le nostre ambizioni promozione. Penso che questo sia un fattore fondamentale. Noi siamo condannati a vincere , tra l´altro in una piazza non semplice come Torre Annunziata. L´Akragas, invece, gioca senza la pressione del risultato a tutti i costi. Credetemi - conclude - . Non è semplice mantenere sempre elevate sia la concentrazione che la mentalità vincente".

LA SCONFITTA BRUCIANTE. Il suo Savoia ha chiuso il 2013 con 2 sole sconfitte ma la mente dell´allenatore dei bianchi, più che alle 14 vittorie conquistate ed ai conseguenti 43 punti racimolati in classifica (come l´Ischia della scorsa stagione, ndr), corre ai due passi falsi esterni patiti in campionato. Anzi, ad uno in particolare. "Ripenso al rovescio subito a Noto - afferma netto Feola - . E´ stata una gara molto diversa rispetto alla sconfitta di Gioia Tauro. In Calabria, nel finale, preferì inserire Petricciuolo in luogo di un attaccante, cercando di portare a casa lo 0-0. A Noto, invece, l´abbiamo persa noi interpretando male la gara".

LA PECCA DA CANCELLARE. Interessante il punto di vista espresso dal tecnico sommese in merito all´errore da non ripetere nelle prossime diciassette sfide del girone di ritorno: "Inizia un nuovo torneo e non possiamo permetterci un certo narcisismo che, talvolta, ci ha penalizzati". Il Savoia, dunque, si specchia troppo. Soprattutto lontano dal "Giraud". "In alcune partite - continua Feola - più che l´approccio molle alla gara abbiamo evidenziato una sorta di compiacimento nelle nostre grandi doti tecniche. Dobbiamo migliorare soprattutto nel non essere troppo convinti di noi stessi. A Torrecuso, ad esempio, sarà una vera battaglia. Sto cercando di far capire ai ragazzi che, da qui a maggio, ci attenderanno diciassette finali".

TISCIONE TRANQUILLO. Ultima battuta dedicata proprio all´esterno siciliano che, al rientro in squadra dal primo minuto, al "Celeste" di Messina, non ha certamente brillato. "Il ragazzo è tranquillo e per me il caso è chiuso da un pezzo - ribatte secco Feola - . Abbiamo praticamente resettato tutto quanto accaduto fino ad oggi. La squadra c´è, è compatta e viva. Questo, per me, è il dato più significativo".

Salvatore Piro