Primo maggio in città. E’ vero boom di presenze al rinnovato arenile oplontino che, nel corso dell’intera giornata di festa, è stato letteralmente preso d’assalto dai torresi. Record di incassi per il locale più in voga della nuova “movida”, il “Rena Nera Beach Club”, gestito dall’intraprendente Pasquale Pappalardo, divenuto simbolo della frenesia e della voglia di emergere di un’intera generazione. Quella dei giovani al di sotto dei 30 anni, quasi sempre precari, ma che hanno studiato, sono laureati e chiedono soltanto un’opportunità per emergere, in una città spesso etichettata, al meglio, come “difficile”. Proprio nel giorno in cui si celebra la “Festa dei Lavoratori”, colpevolmente ignorata dalle Istituzioni locali che non dedicano alla ricorrenza nemmeno uno straccio di manifesto pubblico. Così accade che nonostante il pauroso declino demografico (da 68mila abitanti agli attuali 42mila, in meno di dieci anni), Torre Annunziata si ripopoli. Come non mai. Quasi 2mila le persone che hanno assistito all’innovativa “jam session”, inscenata direttamente sulla spiaggia, tra braci all’aperto, dilettantistiche gare di beach-volley e beach-soccer (protagonisti, al riguardo, i ragazzini della scuola calcio "Boys Savoia"). Numeri da capogiro, elevati anche grazie all’apporto fornito dai cosiddetti turisti occasionali. Provenienti soprattutto dalla “Napoli bene”, altra novità da rimarcare rispetto alle stagioni passate. Ad esibirsi, i migliori dee-jay del momento. Rigorosamente torresi d.o.c. Da Peppe Fontana dei "Black Door" (quelli del famigerato video "Happy from Torre Annunziata", per intenderci), a Mauro Cardola. Passando per Gianluca Iovino ("Il Vergognoso"), i resident Alfredo Malacari, Marco Cirillo e Giuseppe Bara ("Two4funk"), e la trascinante vocalist Virna Rodriguez. Il risultato è un bagno di folla che paralizza il traffico sul litorale “Marconi”. Gli automobilisti in transito, però, non se ne curano; trasportati, anch’essi, dalla musica assordante che, da mezzogiorno a sera inoltrata, proviene da un arenile degno finalmente di tal nome. Il tutto, a dispetto del divieto di balneazione temporaneo, recentemente sancito con ordinanza del sindaco Giosuè Starita. “Aspetto sul quale preferisco non soffermarmi”, commenta il titolare del “Rena Nera”, evidentemente rassicurato dalle parole del primo cittadino che, in merito al provvedimento, ha parlato di “mero atto dovuto”. “Purtroppo – continua Pappalardo – si tratta delle solite storture burocratiche che, in Italia, per ottenere il rinnovo di balneabilità, impongono la revoca del precedente decreto firmato nel 2013”. Tornando al “delirio collettivo”, registratosi il primo maggio, il commento torna ad essere ricco d’enfasi. “Il litorale torrese non è solo il Rena Nera. Diverse attività hanno investito sullo sviluppo dell’intera zona. E’ quasi un miracolo, dato che tre anni fa le spiagge erano praticamente deserte. Devo essere sincero – conclude - . Un risultato del genere appariva inimmaginabile”.

Salvatore Piro