Il centrosinistra stabiese è intervenuto sulla crisi Fincantieri con una nota diffusa alla stampa nel pomeriggio di ieri. Si prevedono altri momenti di tensione per la giornata odierna: "Occorre un grande impegno da parte di tutti - scrivono i rappresentanti del centrosinistra - a partire dalle forze politiche cittadine a quelle a livello provinciale, regionale e nazionale, per pretendere che il Governo imponga a Fincantieri il ritiro del piano che prevede la chiusura del Cantiere di Castellammare.

Quella di Fincantieri è stata una provocazione e un atto grave che non poteva che ricevere risposte ferme da parte dei lavoratori, a Castellammare come a Genova.

Le prese di posizione importanti che ci sono state, e non solo da parte dei sindacati, ma dall’insieme delle forze politiche, devono trasformarsi in un sostegno vero, concreto, in grado di ottenere risultati tangibili e immediati.

Salvare il Cantiere, realizzare nuovi investimenti, a partire dalla realizzazione del bacino di costruzione, sono obiettivi che non possono essere lasciati solo sulle spalle dei lavoratori.

Senza il Cantiere migliaia di lavoratori perderebbero qualsiasi possibilità di sostenere le proprie famiglie, l’intera economia della zona e della Campania subirebbe un colpo mortale.

Castellammare precipiterebbe in un baratro.

In questa situazione, la decisione della Regione di finanziare il bacino rappresenta un fatto importante e positivo che deve spingere, a maggior ragione, il Governo a chiedere il ritiro del piano e l’apertura di un tavolo sulla cantieristica che abbia al centro il rilancio di un settore strategico per l’Italia.

Un piano che in primo luogo si ponga il problema di salvare e rilanciare Castellammare.

È questo lo spirito, a nostro avviso, che deve ispirare la nostra condotta e la nostra iniziativa: porre al centro delle rivendicazioni obiettivi concreti, realizzando attorno ad essi il massimo delle convergenze e dell’unità, al di là delle appartenenze politiche, ma anche a condizione che ognuno faccia la propria parte, a tutti i livelli, per le responsabilità di governo che ricopre.

Le lotte dei lavoratori vanno sostenute e non possono essere ridotte a un problema di ordine pubblico.

Tutti dobbiamo saper ascoltare, a partire dalle istituzioni locali e dal Governo.

Tutti dobbiamo saper isolare le degenerazioni e i possibili tentativi di infiltrazione della camorra. Ma guai se passasse nell’opinione pubblica nazionale che non sono i lavoratori e le organizzazioni sindacali a guidare le iniziative di lotta in corso.

Castellammare va tutelata nella chiarezza, difendendo allo stesso tempo i suoi lavoratori e chi insieme a essi, cioè l’insieme della città, si batte per evitare il declino di Castellammare.

Le parole dell’arcivescovo Felice Cece devono rappresentare un monito per tutti noi, e confermano il ruolo che la Chiesa ha sempre in questa città a sostegno dei lavoratori e nella lotta alla camorra.

Non serve l’esercito e l’idea di una città in stato d’assedio, ingovernabile. Castellammare non è Beirut!

Servono invece proposte e iniziative, serve capacità di ascolto, serve umiltà aL servizio dei cittadini, serve il dialogo.

Il 3 giugno si terrà l’incontro con il ministro Romani. Noi ci auguriamo, così come richiesto dai gruppi parlamentari del centrosinistra, che venga anticipato e che si svolga a Palazzo Chigi con la presenza del Presidente del Consiglio, di tutti i ministri interessati, a partire dal ministro Tremonti. In vista di questo incontro si possono convocare tutte le forze sociali e produttive della città, insieme ai sindacati per definire in accordo con i lavoratori della Fincantieri un programma di iniziative che concretamente facciano percepire a tutto il Paese che è Castellammare in lotta insieme ai suoi lavoratori. Chiamiamo in città la parte sana del Mezzogiorno, gli studenti, i giovani, quanti lottano per il proprio diritto al lavoro e si battono contro le mafie, invitiamo tutti loro ad unirsi alla lotta di Castellammare.

Un incontro del genere può essere convocato dal Sindaco in poche ore.

Il Presidente Caldoro e il sindaco di Castellammare assumano l’iniziativa di chiedere d’ incontrare subito il Presidente della Regione Liguria, il Sindaco di Genova e gli altri Sindaci delle città dove hanno sede i cantieri navali per concordare iniziative comuni, a partire dal no netto al piano presentato dall’azienda e dalla necessità di anticipare al più presto l’incontro previsto per il 3 giugno.

Queste e altre iniziative, insieme a quelle già messe in campo, farebbero fare un passo in avanti alle lotte in corso, romperebbero un isolamento, ridando alla Istituzioni locali, e in primo luogo al Comune, il ruolo che ad esse spetta: saper isolare e combattere la camorra e ogni forma di violenza, ma sapere ascoltare e promuovere iniziative e lotte a difesa delle proprie comunità."


foto di Genny Manzo


Le foto del comune di Castellammare di Stabia vandalizzato dai protestanti