Fortapasc, Risi: "A Torre l´applauso più bello"
27-03-2009 - Archivio Storico de Lo Strillone
Il primo segno di discontinuità rispetto al 1985 è che oggi, a Torre Annunziata, si parla liberamente di camorra. In quel tempo, invece, aleggiava una paura molto forte. Il Sindaco Giosuè Starita ha concluso con queste parole lincontro pubblico svoltosi questa mattina presso il cinema teatro Politeama di Torre Annunziata, avente ad oggetto la pellicola Fortapasc. Il film, appena uscito nelle sale campane, racconta gli ultimi mesi di vita del giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra alletà di ventisei anni. Al termine della proiezione, dibattito moderato dal giornalista e scrittore Ermanno Corsi. Presenti allappuntamento anche il regista Marco Risi, ed il giovane protagonista del film, lattore Libero Di Rienzo. Questultimo insignito, ad opera del primo cittadino e dellAssessore alla Cultura, Maria Elefante, del dono di una targa ricordo. Il film ha suscitato il forte apprezzamento del numeroso pubblico presente in sala. Il regista Marco Risi, nel prendere la parola, è stato accolto da una lunga e sincera ovazione: questo è lapplauso più bello- ha commentato Risi poiché proviene proprio da Torre Annunziata. Penso che questa città, a causa di qualcuno, si sia sentita in colpa per la morte di Giancarlo. Il mio augurio è che questo film, con laiuto di tante altre persone ed occasioni, serva a cambiare le cose non solo a Torre, ma nellintero Paese. Commosso ed emozionato, inoltre, lintervento della giornalista de´ Il Mattino, Donatella Trotta: Giancarlo è stato un martire, un testimone. Provo disagio e rammarico poiché, nonostante vi fossi molto vicina, non sono riuscita a conoscerlo. Quando sfogliai il quotidiano, il giorno dopo lomicidio, fui presa da unulteriore spinta nel raggiungere il mio sogno. Quello di diventare giornalista. Significative, ancora, le parole conclusive dellintervento della Trotta: questo film ha fornito una testimonianza importante. La camorra ha paura della scuola e della cultura più di ogni altra cosa. Importantissima, inoltre, la presenza sul palco del magistrato Armando DAlterio, il pm che, grazie alle sue indagini, fornì nel corso del 1993 una svolta decisiva per lepilogo della vicenda processuale: tutto quello che Siani disegnava nei propri articoli è stato ampiamente confermato allinterno del processo. Gli dobbiamo una giusta riconoscenza per aver aperto un vero e proprio filone. Tra lomicidio Siani e larresto dei responsabili- ha poi concluso DAlterio è avvenuta anche la morte di Giovanni Falcone. Sono due momenti che collego. Le indagini, infatti, si riaprirono nel 93 anche grazie agli interventi normativi dei quali Falcone fu fautore.
SALVATORE PIRO
SALVATORE PIRO