Doveva essere il giorno della svolta, quello che ripianava i malumori in maggioranza ed accentuava le divisioni con l’opposizione. Tutto rimandato, almeno per il momento, al 6 e 7 agosto. Il tempo di ritrovare il quadro delle Vergine nel mare di Rovigliano per poi dedicarsi agli altri punti di discussione in programma per il nuovo appuntamento del consiglio comunale.

Questa mattina la maggioranza ha risposto compatta all’appello del Presidente del consiglio, nonostante la seduta sia stata anticipata di qualche minuto su richiesta del consigliere Ruggiero che è poi dovuto allontanarsi dall’aula. Assente tutta l’opposizione.

Motivo dello scontro o, per meglio dire, delle polemiche sono stati i punti 4 e 5 all’ordine del giorno: modifiche allo statuto ed al regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. La discussione, accesa già da giorni di polemiche, è alimentata dalla “sfiducia” al presidente Portoghese, che con lo statuto attuale è impossibile mentre è prevista con la nuova versione dell’atto comunale.

“Ho dato prova – ha detto Portoghese – in questi anni, di svolgere un ruolo di terzietà rispetto ai partiti durante i compiti da Presidente del consiglio. La nuova maggioranza utilizza scuse pretestuose per occupare anche questa poltrona. Il caso nazionale della Presidente Boldrini è l’esempio più vicino a me: nonostante non sia espressione della maggioranza continua a svolgere il suo compito, affidatole ad inizio legislatura”.

Evidenziando l’assenza dei consiglieri comunali di opposizione, il capogruppo del PD, Lello Ricciardi, ha ribadito “l’importanza di un adeguamento dello statuto alla normativa vigente a cui, la stessa presidenza, ha ritenuto di dover procedere. Nella modifica operata dalla commissione affari istituzionali abbiamo modificato i punti che riguardano il difensore civico, il direttore generale e le norme sulla mancata realizzazione del bilancio o quelle sui servizi pubblici locali”.
Per questo motivo, ha concluso il consigliere Democratico, “ho fatto un appello al sindaco ed al presidente affinché quest’atto fosse approvato da tutti i presenti, raccolto dal primo ma non dal secondo”.

GIURISPRUDENZA - La giurisprudenza, sulle ipotesi di revoca del presidente del consiglio, enuncia diverse situazioni, tra le quali: l’adozione di comportamenti discriminatori fra i consiglieri o i gruppi. La ripetuta violazione del regolamento. Controlli e verifiche delle proposte iscritte all’ordine del giorno. Comportamenti che compromettono la funzionalità dei lavori consiliari.
Mentre tra le motivazioni privi di consistenza c’è il cambiamento di schieramento politico del presidente o la mancata partecipazione ai lavori consiliari.


Raffaele Perrotta