“L´altro ieri mattina all’apertura della scuola i custodi hanno notato che c’era stata una violenta incursione di ladri”, inizia così il racconto commosso della preside Teresa Mirone della scuola elementare Gianni Rodari di Boscoreale. “La nostra scuola è dotata di un sistema di allarme collegato con i carabinieri ma i ladri hanno tranciato tutti i fili che erano nella parte alta dell’edificio, isolando di fatto la scuola. Sono entrati ed hanno forzato la porta della stanza blindata dove c’era il laboratorio di informatica, tirandola fuori dai cardini, e li hanno saccheggiato i computer dei piccoli. Nell’aula c’era anche un armadio blindato dove avevamo riposto 20 portatili che erano il laboratorio informatico dei bambini della scuola del Piano Napoli. Pensare che li avevamo portati da noi perché stanno ristrutturando la scuola e non avevano zone di sicurezza dove poterli riporre. Sono poi passati negli uffici di segreteria dove hanno preso i computer e forzato l’armadietto blindato prendendo quello che c’era, tra cui soldi che non erano stati depositati in banca”. I ladri, stando alle ricostruzioni degli agenti intervenuti sul posto, sono entrati dal retro dell’istituto con un mezzo dove hanno caricato tutta la refurtiva agendo indisturbati.
I laboratori erano stati realizzati grazie ai fondi europei per lo sviluppo regionale, dopo la presentazione dei progetti, per dotare le scuole di aule multimediali “che servono – continua la preside – a completare la formazione dei giovani con quello che oggi è lo strumento per eccellenza, il computer. Purtroppo non mi resta che inviare a Roma le denunce dei furti che abbiamo subito per far sapere che quello che abbiamo comprato e messo in sicurezza è stato rubato. Nella mia scuola è la terza volta che capita un episodio simile dall’inizio di questa estate, e credo che anche l’ente locale debba farsi carico di un programma di protezione dei beni dello stato dedicati ai bambini, dato che le strutture sono beni comunali. Le scuole sono sempre più vittime di questi episodi per cui occorre una riflessione seria sulla messa in sicurezza con qualsiasi modalità si ritiene utile per questo fine”.

Raffaele Perrotta