Era il 26 marzo del 2000 e il Savoia si giocava le residue chance salvezza contro una Salernitana ancora in corsa per la serie A. I bianchi di Franco Varrella giocarono una partita splendida e batterono in rimonta per 3-1 i granata di Adriano Cadregari, che solo per quella giornata riprese il posto di Gigi Cagni. La Salernitana passò in vantaggio al 19’ con De Cesare, poi dopo 3’ Sussi commise fallo su Tonino Martino e per il signor Pirrone fu rigore sacrosanto. Dal dischetto Stefano Ghirardello batté Lorieri e diede la carica giusta ai compagni. Nella ripresa giunsero infatti i gol dell’ex Renato Greco e Cristian Kanyengele mandarono in visibilio i tifosi giunti all’Arechi. A distanza di quattordici anni proprio Ghirardello (nella foto al centro assieme ad Alberto Nocerino e Salvatore Ambrosino), capocannoniere di quella stagione con 16 reti, ripercorre quella partita.

Che ricordo ha del blitz a Salerno?
“Venivamo da un momento difficile e quella vittoria ci diede morale, anche se non servì per rimanere in B. I derby sono sempre gare particolari e noi in quell’occasione gettammo il cuore oltre l’ostacolo. Fu bello regalare una gioia immensa alla nostra torcida”.

Quel è stato a suo avviso il momento più bello di quella gara?
“L’azione per il gol del 2-1. Il traversone di Frezza, favorito dalla sponda di petto di Martino che servì Greco, fu l’emblema della nostra unione in quel momento. In quella partita bastava uno sguardo per capirsi. Non avevamo alcuna paura di poter tornare a casa sconfitti”.

Qual è stata la causa principale della retrocessione di quell’anno?
“La partita con il Napoli giocata ad Avellino segnò il nostro campionato. Venivamo da un ottimo inizio poi il modo in cui perdemmo (rigore sbagliato dallo stesso Ghiardello e gol amaro nel finale di Schwoch) e il fatto di non aver giocato al Giraud ci ammazzò psicologicamente. Ci sentivamo derubati. Da quel momento, poi, il cambio di allenatori (da Jaconi a Varrela) e il via vai di tanti giocatori non portò mai alla creazione del giusto feeling”.

Riesce ancora a seguire il Savoia?
“La domenica sera è sempre il primo pensiero. Ho visto che la squadra sta disputando un buon campionato ed anche la società si è compattata. Auguro a Bucaro e ai giocatori di poter giungere presto alla salvezza”.

Lei è ancora molto legato a Torre Annunziata da quanto tempo manca in città?
“Ogni qualvolta passo in Campania una scappata non manca mai. Ho ancora modo di sentire spesso il mio amico Salvatore Gallo (fotografo dell’Agenzia Foto&Fatti) e tanti altri amici. Non passo per Torre ormai da un paio d’anni, ma spero di poter tornare presto”.

Gianluca Buonocore

Foto Antonio Oplontino Limito