Giornata dell´Alimentazione. Pompei scavi riapre l´Orto botanico
14-10-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
Il Soprintendente Dott.ssa Teresa Elena Cinquantaquattro comunica che il 16 ottobre2011, in occasione della Giornata Mondiale dellAlimentazione verrà riaperto al pubblico lOrto Botanico degli Scavi di Pompei, unarea di oltre 800 mq dove sono raccolte tutte le specie che vivevano già nella città antica: alberi da frutta, piante medicinali e sacre, ortaggi, piante palustri e tessili. Con accesso da Via dellAbbondanza ed uscita sul Foro triangolare, dotato di un ampio giardino adibito ad area di sosta per i visitatori, lOrto Botanico presenta un percorso, già realizzato dalla dott.ssa Annamaria Ciarallo, diviso per temi con apparato informativo in italiano e inglese.
LOrto Botanico, curato dal Laboratorio Ricerche Applicate della S.A.N.P diretto dal Dr Ernesto De Carolis, rimarrà accessibile al pubblico dal 16 fino al 30 ottobre 2011.
Per gli antichi, uno dei problemi più grandi era la conservazione dei cibi: per questo motivo erano molto importanti frutti a guscio duro come le noci, mandorle e nocciole. Presenti nellorto pompeiano anche alberi di mele, pere cotogne, sorbe e soprattutto fichi e olivi i cui frutti potevano essere essiccati o conservati a lungo. La presenza di questi alberi testimoniano inoltre limportanza del legno tra gli antichi per gli usi di falegnameria a fini edili e navali. Tra le piante medicinali e aromatiche troviamo nellorto il basilico, la maggiorana e il timo, ancora oggi riconosciuto come antisettico, così come laglio, indicato per la pressione alta e la ruta, dagli effetti abortivi. Nel percorso dellOrto Botanico non potevano mancare le piante fluviali e palustri, che avevano grande importanza nella vita di ogni giorno: il frassino, con il cui legno molto flessibile si costruivano le doghe dei letti; il salice, usato per intrecciare canestri; il pioppo, ridotto in lamine per i cesti. Per colare la ricotta venivano utilizzati invece i giunchi, con i quali si legavano anche le verdure. Importantissime erano le canne, con le quali si costruivano strumenti musicali, trappole e lance, ma venivano anche imbottiti materassi, costruiti tutori per le viti e pareti divisorie per le case. Tra gli ortaggi, tutti citati dagli agronomi classici, nellorto si possono trovare tutte le granaglie, ovvero leguminose e cereali (ceci, lenticchie, piselli, fave, cicerchie) che venivano cucinate come zuppa .
Le piante tessili più comuni erano il lino, la canapa, la ginestra, con le quali venivano realizzati stoffe ma anche cordami, reti, vele, mentre i cascami servivano per gli stoppini delle lucerne. Con le infiorescenze di ontano si tingevano invece le stoffe mentre il cardo dei fulloni era usato per cardare la lana. Infine, sono presenti nellOrto Botanico anche le piante coronarie sempreverdi a cui Plinio dedicherà il XXI libro della sua opera, che erano usate per intrecciare in corone celebrative, culturali o terapeutiche.
LOrto Botanico, curato dal Laboratorio Ricerche Applicate della S.A.N.P diretto dal Dr Ernesto De Carolis, rimarrà accessibile al pubblico dal 16 fino al 30 ottobre 2011.
Per gli antichi, uno dei problemi più grandi era la conservazione dei cibi: per questo motivo erano molto importanti frutti a guscio duro come le noci, mandorle e nocciole. Presenti nellorto pompeiano anche alberi di mele, pere cotogne, sorbe e soprattutto fichi e olivi i cui frutti potevano essere essiccati o conservati a lungo. La presenza di questi alberi testimoniano inoltre limportanza del legno tra gli antichi per gli usi di falegnameria a fini edili e navali. Tra le piante medicinali e aromatiche troviamo nellorto il basilico, la maggiorana e il timo, ancora oggi riconosciuto come antisettico, così come laglio, indicato per la pressione alta e la ruta, dagli effetti abortivi. Nel percorso dellOrto Botanico non potevano mancare le piante fluviali e palustri, che avevano grande importanza nella vita di ogni giorno: il frassino, con il cui legno molto flessibile si costruivano le doghe dei letti; il salice, usato per intrecciare canestri; il pioppo, ridotto in lamine per i cesti. Per colare la ricotta venivano utilizzati invece i giunchi, con i quali si legavano anche le verdure. Importantissime erano le canne, con le quali si costruivano strumenti musicali, trappole e lance, ma venivano anche imbottiti materassi, costruiti tutori per le viti e pareti divisorie per le case. Tra gli ortaggi, tutti citati dagli agronomi classici, nellorto si possono trovare tutte le granaglie, ovvero leguminose e cereali (ceci, lenticchie, piselli, fave, cicerchie) che venivano cucinate come zuppa .
Le piante tessili più comuni erano il lino, la canapa, la ginestra, con le quali venivano realizzati stoffe ma anche cordami, reti, vele, mentre i cascami servivano per gli stoppini delle lucerne. Con le infiorescenze di ontano si tingevano invece le stoffe mentre il cardo dei fulloni era usato per cardare la lana. Infine, sono presenti nellOrto Botanico anche le piante coronarie sempreverdi a cui Plinio dedicherà il XXI libro della sua opera, che erano usate per intrecciare in corone celebrative, culturali o terapeutiche.