I lavoratori e le lavoratrici di TESS Costa del Vesuvio, riuniti in assemblea permanente, esprimono il loro sconcerto per lo svolgimento e le conclusioni del tavolo istituzionale sulla vertenza aziendale convocato lunedì 9 luglio dall’Assessore Regionale Severino Nappi, coordinatore della Cabina di Regia per la Crisi.
Dopo due anni di vertenza, sette mesi senza stipendio e un mese di sciopero ad oltranza, non è stato raggiunto alcun accordo sulla ricollocazione di tutti i 28 lavoratori di TESS, secondo gli impegni presi con gli stessi direttamente dal Presidente Caldoro, e non è stato trovato alcun percorso che porti al pagamento delle spettanze non retribuite.
A tal proposito, i lavoratori ricordano che presso gli uffici regionali sono fermi decreti relativi a progetti già realizzati da TESS e rendicontati la cui documentazione è stata puntualmente fornita agli stessi uffici secondo le loro richieste e le necessità; di tale stallo non sono state ricevute spiegazioni plausibili e credibili. E’ necessario ricordare, tra l’altro, che parte dei crediti vantati dalla TESS derivano da risorse che la società ha anticipato per conto della Regione Campania e su richiesta delle OO.SS., ai lavoratori ex Metalfer e AVIS nell’ambito delle misure di sostegno al reddito per l’area di crisi torrese-stabiese. Inoltre, il Commissario liquidatore, pur disponendo di parziali risorse in cassa, ha riferito alle OO.SS. di categoria che esse possono essere destinate ad altre priorità societarie.
L’assemblea dei soci convocata per giovedì 12 luglio ha tra i punti all’o.d.g.: questione dei dipendenti, approvazione del bilancio, spettanze per il Commissario Liquidatore. In varie occasioni il Commissario Liquidatore ha comunicato alle OO.SS. di categoria che in quella sede proporrà ai soci l’avvio delle procedure di licenziamento dei lavoratori.
Alla luce di ciò, i 28 lavoratori chiedono che in occasione dell’assemblea del 12 luglio i soci, a partire dalla Regione Campania, azionista di maggioranza, si oppongano al licenziamento dei lavoratori essendo ciò nelle loro prerogative in quanto la società è in regime di liquidazione volontaria e non decretata dal Tribunale.
Ritenendo, inoltre, la proposta di ricollocazione presentata al tavolo istituzionale parziale e carente nelle modalità e nei tempi, chiedono che gli stessi soci compiano ogni ulteriore sforzo finalizzato a garantire una ricollocazione certa, rapida, contestuale e aderente ai profili professionali per TUTTI i 28 lavoratori, ritenendo inaccettabile ogni soluzione che escluda anche un solo lavoratore.
Comunicato stampa