Con il ´´sistema´´ (l´ organizzazione camorristica) collaboravano tutti: donne, ragazzi, e perfino bambini di 6-8 anni in su, che facevano da vedette per segnalare l´ arrivo delle forze dell´ ordine. Tra i 33 arrestati questa notte dai carabinieri al ´´Piano Napoli´´, rione di edilizia popolare di Boscoreale e grande piazza di spaccio dell´ area vesuviana, ci sono 8 donne, che custodivano la droga per 400 euro a settimana. Le vedette prendevano 200 euro, i ´´pusher´´ 400, piu´ il 10% su ogni dose venduta. ´´A sorvegliarli - dice il procuratore aggiunto della Dda di Napoli Rosario Cantelmo - c´ erano dei controllori, che funzionavano come capi-reparto. Un´ organizzazione industriale, che fa riflettere su come la criminalita´ organizzata sia in grado di offrire un ´lavoro´ ad intere famiglie´´. Ed infatti l´ attuale collaboratrice di giustizia Valeria Tufano, ex spacciatrice del Piano Napoli, entro´ nell´ organizzazione a 13 anni. In una conversazione registrata dagli investigatori si rivolgeva al boss Francesco Casillo, ´´proprietario´´ della piazza di spaccio dal 1991, per fare ´´assumere´´ il figlio nel ´´sistema´´. Quando questa notte i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata sono intervenuti hanno identificato diverse sorelle e madri di donne gia´ arrestate per detenzione di droga, che avevano ottenuto l´ affidamento dei loro figli. Al Piano Napoli, una serie di casermoni realizzati a Boscoreale dopo il terremoto del 1980, furono trasferite intere famiglie del centro storico di Napoli. Qui si spacciava h/24, comprese domeniche e festivi, divisi in tre turni. Gli incassi erano di 17-18 mila euro al giorno, con punte di 25 mila nei fine settimana, per un fatturato da un milione al mese. Francesco Casillo, 39 anni, figlio di un aderente alla ´´Nco´´ di Raffaele Cutolo, arrestato nella precedente operazione dei carabinieri il 5 luglio 2011 e divenuto collaboratore di giustizia, e´ ritenuto dagli investigatori, un narcotrafficante di livello internazionale e l´ uomo che ha introdotto il crack in Italia. Alleato del clan Gionta, collegato agli Aquino-Annunziata, riforniva di cocaina la piazza di spaccio vesuviana acquistandola dai broker sul mercato internazionale, in Spagna ed Olanda. Ma tra i venditori - ha reso noto il procuratore Cantelmo - c´ erano i guerriglieri colombiani delle Farc. A gestire la piazza di spaccio del Piano Napoli per conto di Casillo era Carlo Padovani, 34 anni, arrestato anche lui nel blitz del 5 luglio 2011, che percepiva uno stipendio tra i 5 ed i 6 mila euro al mese. Personaggio di spicco della criminalita´ organizzata, di personalita´ violenta ed in possesso di numerose armi, Padovani aveva collocato un busto di ´´Scarface´´ in casa. Grazie ai certificati medici di un dirigente della Asl Na3-Sud, arrestato questa notte, era riuscito ad ottenere un regime alternativo alla detenzione in carcere. Nel nuovo blitz a Boscoreale, che ha portato in carcere quadri intermedi e gregari dell´ organizzazione, (33, mentre alte 17 ordinanza sono state notificate a soggetti gia´ detenuti) i carabinieri hanno sequestrato circa 5 chili di cocaina ed armi. In passato, nei casermoni del rione di edilizia popolare, erano spuntati anche dei ´´kalashnikov´´. ´´Qui - dice il capitano Alessandro Amadei, responsabile del nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata - cominciano a familiarizzarsi con le armi da bambini´´.