Guzzo: Per gli scavi servono 270mln di euro
04-02-2009 - Archivio Storico de Lo Strillone
La città antica si sviluppa su unarea di 66 ettari spiega il soprintendente di Pompei Pietro Giovanni Guzzo in unintervista rilasciata al National Geographic -, di cui circa i due terzi sono stati scavati. Di questa quarantina di ettari è visitabile al pubblico circa il 35 per cento. È poco? Nel 1995 era il 14 per cento. La cifra che servirebbe è di duecentosettanta milioni da spendere in dieci anni .
Dagli anni Novanta - annota la rivista - gli scavi sono soggetti ad amministrazione autonoma. Ciò significa che tutti i gli introiti di Pompei (biglietti, royalties, libri, merchandising e altro) finiscono nelle casse della Soprintendenza, che risponde soltanto al ministero.
Insomma dai circa 3-4 miliardi lanno che lo Stato elargiva per larea archeologica dove gli scavi sono iniziati 260 anni fa per iniziativa di Carlo di Borbone, si è passati a circa 20 milioni di euro allanno. Bastano? Certo che no, risponde Guzzo a cui da luglio il governo ha affiancato un commissario, il prefetto Renato Profili con poteri straordinari in materia di ordine sicurezza pubblica e controllo sullattività amministrativa. La coabitazione tra quelli che sono stati definiti i duellanti non è stata facile almeno all´inizio, ma ora la strada sembra in discesa. Ci sarà anche stata qualche incomprensione al principio ammette Profili ma ora è tutto chiarito.
E nei giorni scorsi il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, ha annunciato a Torino un nuovo tipo di approccio per la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale. "Ci concentreremo sui musei e sulle aree archeologiche - ha detto -. Per il 2009 i nostri fondi andranno in direzione di tre progetti pilota: uno riguarderà la Pinacoteca di Brera, a Milano, uno i Fori Romani e l´ultimo l´area archelogica di Pompei". I progetti prevedono la conservazione, la valorizzazione e una nuova immagine per il patrimono culturale, che verrà reso più fruibile e più interessante.
Dagli anni Novanta - annota la rivista - gli scavi sono soggetti ad amministrazione autonoma. Ciò significa che tutti i gli introiti di Pompei (biglietti, royalties, libri, merchandising e altro) finiscono nelle casse della Soprintendenza, che risponde soltanto al ministero.
Insomma dai circa 3-4 miliardi lanno che lo Stato elargiva per larea archeologica dove gli scavi sono iniziati 260 anni fa per iniziativa di Carlo di Borbone, si è passati a circa 20 milioni di euro allanno. Bastano? Certo che no, risponde Guzzo a cui da luglio il governo ha affiancato un commissario, il prefetto Renato Profili con poteri straordinari in materia di ordine sicurezza pubblica e controllo sullattività amministrativa. La coabitazione tra quelli che sono stati definiti i duellanti non è stata facile almeno all´inizio, ma ora la strada sembra in discesa. Ci sarà anche stata qualche incomprensione al principio ammette Profili ma ora è tutto chiarito.
E nei giorni scorsi il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, ha annunciato a Torino un nuovo tipo di approccio per la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale. "Ci concentreremo sui musei e sulle aree archeologiche - ha detto -. Per il 2009 i nostri fondi andranno in direzione di tre progetti pilota: uno riguarderà la Pinacoteca di Brera, a Milano, uno i Fori Romani e l´ultimo l´area archelogica di Pompei". I progetti prevedono la conservazione, la valorizzazione e una nuova immagine per il patrimono culturale, che verrà reso più fruibile e più interessante.