I calchi delle vittime delleruzione all´Antiquarium
04-03-2010 - Archivio Storico de Lo Strillone
Dal 5 marzo lAntiquarium di Boscoreale ospita la mostra didattica I calchi, terzo appuntamento del ciclo di manifestazioni Uno alla volta organizzato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, dedicato allo studio del mondo antico attraverso i reperti dellarea vesuviana.
La mostra I calchi affronta un argomento che suscita particolare interesse nei visitatori, quello delle vittime delleruzione che distrusse Pompei nel 79 d.C..
Partendo dal calco di cane della Casa di Orfeo, che insieme al calco di un maiale e a quello di una donna rinvenuta nella Villa della Pisanella di Boscoreale, in esposizione permanete dellAntiquarium, vengono messi in mostra altri calchi umani eseguiti a Pompei, in copia o in originale, a partire dalle prime esperienze del metodo inventato da Giuseppe Fiorelli, direttore degli scavi di Pompei dal 1861 al 1875, fino alle più recenti.
Il metodo di Fiorelli, prevedeva una colata di gesso liquido nella cavità lasciata dal corpo nel materiale vulcanico, che consentiva così di recuperare l´immagine delle vittime dell´eruzione.
Tra i calchi esposti quello di un intero gruppo familiare dalla Casa del Bracciale doro e quello di un bambino ritrovato nelle vicinanze della stessa casa; dalla Casa del Criptoportico il calco di un uomo in cui sono evidenti le tracce dei calzari con i resti delle borchie in ferro, e quello delluomo caduto dalle scale durante la fuga dalla Casa di Fabio Rufo.
LAntiquarium di Boscoreale ben si presta ad ospitare iniziative come questa dichiara la Soprintendente Mariarosaria Salvatore E importante che insieme a Pompei, anche gli altri siti vesuviani vivano una stagione di rilancio, promuovendo iniziative rivolte al pubblico capaci di ampliare lofferta culturale e contribuire alla nuova vitalità dellintera area archeologica vesuviana
Bisogna ricordare- aggiunge Marcello Fiori, Commissario delegato allarea archeologica di Napoli e Pompei - richiamando le parole dello scrittore Luigi Settembrini in una famosa lettera a I Pompeiani del 1863, a proposito dei calchi che sono morti da diciotto secoli, ma non sono creature umane che si vedono nella loro agonia. Lì non è arte, non è imitazione; ma sono le loro ossa, le reliquie della carne e de loro panni mescolati col gesso; è il dolore della morte che riacquista corpo e figura
Ad illustrare la storia delle diverse tecniche utilizzate nella riproduzione dei calchi, in mostra anche il calco in resina realizzato nel 1984 eseguito su una delle vittime venute alla luce in un ambiente della Villa di Lucius Crassius Tertius di Oplontis. Questultimo sistema sperimentato integra il metodo del calco in gesso ideato da Fiorelli con quello della fusione a cera della statuaria in bronzo, permettendo di realizzare un calco trasparente che rende visibile lo scheletro consentendo lindividuazione e il recupero di gioielli e oggetti che le vittime portavano con sé al momento della fuga.
La mostra, aperta fino al 20 dicembre, è visitabile con lo stesso biglietto di accesso al Museo negli orari di apertura dellAntiquarium di Boscoreale: 8.30 - 17.00 (orario invernale) e 8.30 - 18.30 (orario estivo).
In occasione delle manifestazioni per la Festa della donna, previste dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, verrà distribuita ai visitatori copia della poesia La bambina di Pompei di Primo Levi, che fu ispirato proprio da un calco di una vittima pompeiana.
La mostra I calchi affronta un argomento che suscita particolare interesse nei visitatori, quello delle vittime delleruzione che distrusse Pompei nel 79 d.C..
Partendo dal calco di cane della Casa di Orfeo, che insieme al calco di un maiale e a quello di una donna rinvenuta nella Villa della Pisanella di Boscoreale, in esposizione permanete dellAntiquarium, vengono messi in mostra altri calchi umani eseguiti a Pompei, in copia o in originale, a partire dalle prime esperienze del metodo inventato da Giuseppe Fiorelli, direttore degli scavi di Pompei dal 1861 al 1875, fino alle più recenti.
Il metodo di Fiorelli, prevedeva una colata di gesso liquido nella cavità lasciata dal corpo nel materiale vulcanico, che consentiva così di recuperare l´immagine delle vittime dell´eruzione.
Tra i calchi esposti quello di un intero gruppo familiare dalla Casa del Bracciale doro e quello di un bambino ritrovato nelle vicinanze della stessa casa; dalla Casa del Criptoportico il calco di un uomo in cui sono evidenti le tracce dei calzari con i resti delle borchie in ferro, e quello delluomo caduto dalle scale durante la fuga dalla Casa di Fabio Rufo.
LAntiquarium di Boscoreale ben si presta ad ospitare iniziative come questa dichiara la Soprintendente Mariarosaria Salvatore E importante che insieme a Pompei, anche gli altri siti vesuviani vivano una stagione di rilancio, promuovendo iniziative rivolte al pubblico capaci di ampliare lofferta culturale e contribuire alla nuova vitalità dellintera area archeologica vesuviana
Bisogna ricordare- aggiunge Marcello Fiori, Commissario delegato allarea archeologica di Napoli e Pompei - richiamando le parole dello scrittore Luigi Settembrini in una famosa lettera a I Pompeiani del 1863, a proposito dei calchi che sono morti da diciotto secoli, ma non sono creature umane che si vedono nella loro agonia. Lì non è arte, non è imitazione; ma sono le loro ossa, le reliquie della carne e de loro panni mescolati col gesso; è il dolore della morte che riacquista corpo e figura
Ad illustrare la storia delle diverse tecniche utilizzate nella riproduzione dei calchi, in mostra anche il calco in resina realizzato nel 1984 eseguito su una delle vittime venute alla luce in un ambiente della Villa di Lucius Crassius Tertius di Oplontis. Questultimo sistema sperimentato integra il metodo del calco in gesso ideato da Fiorelli con quello della fusione a cera della statuaria in bronzo, permettendo di realizzare un calco trasparente che rende visibile lo scheletro consentendo lindividuazione e il recupero di gioielli e oggetti che le vittime portavano con sé al momento della fuga.
La mostra, aperta fino al 20 dicembre, è visitabile con lo stesso biglietto di accesso al Museo negli orari di apertura dellAntiquarium di Boscoreale: 8.30 - 17.00 (orario invernale) e 8.30 - 18.30 (orario estivo).
In occasione delle manifestazioni per la Festa della donna, previste dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, verrà distribuita ai visitatori copia della poesia La bambina di Pompei di Primo Levi, che fu ispirato proprio da un calco di una vittima pompeiana.