POMPEI - Stasera e domani alle ore 21,00 nel capannone di via Casone, i ragazzi della parrocchia Sacri Cuori di Messigno vanno di in scena con “Io ci credo” tratto dal lavoro “Scugnizzi” di Claudio Mattone. Un folto gruppo di giovani e giovanissimi che, per alcuni mesi, hanno lavorato in un clima di allegria e impegno per la realizzazione di questo nuovo spettacolo. Non mancherann i balletti le coreografie curate dalle due maestre di ballo (Lucia e Daniela). A presentare l´ennesimo evento-meditazione organizzato in seno alla chiesa di piazzetta Concordia sarà il parroco don Modestino Capodilupo.
“La volontà di mettere in piedi un nuovo spettacolo è nata per tenere insieme i giovani – ha spiegato don Modestino – ovviamente quando parlo di tenerli insieme mi riferisco alla chiara volontà di spingerli a fare un cammino congiunto. Le prove non erano propedeutiche solo a mettere in scena uno spettacolo ben curato ma anche a far sì che tutti potessero recepire il messaggio custodito nel musical, farlo proprio tanto da renderne partecipe tutta la comunità”. ´Io ci credo´ non sembra essere un recital prettamente religioso, ma don Modestino spiega: “Il motivo di fondo per la scelta del copione da realizzare è quello di voler alternare uno spettacolo religioso nella forma e nel contenuto come ´Non c´è amore più grande di questo´ con un musical dove la forma non è prettamente religiosa ma che conserva un contenuto molto forte: non ci si deve arrendere alla realtà ma cambiarla grazie all´Amore. Credere che l´Amore possa salvare diventa il naturale passo successivo allo spettacolo messo in scena nell´aprile dell´anno scorso. ´Io ci credo´ contiene, dunque, un messaggio di fede e di speranza che i ragazzi hanno recepito e che cercheranno di restituire a tutta la comunità”
Lo spettacolo prende il via da una scena ambiendata nel carcere minorile di Nisida ove Saverio De Lucia e Raffaele Capasso sognano ad occhi aperti il loro futuro. Il resto si svolge vent´anni dopo quando De Lucia diventerà don Saverio, prete di strada e Raffaele sceglierà di essere ’o russo, boss della malavita locale. I due, poi, si ritroveranno di nuovo faccia a faccia ma su due fronti opposti: il prete lotterà per allontanare i ragazzi dalla strada suscitando la rabbia del “guappo” che si vede togliere la manovalanza utile allo spaccio della droga.
“Chi l´avrà vinta? - chiosano i giovani attori - non anticipiamo niente, diciamo solo che nello spettacolo a vincere è la speranza e noi lo proponiamo auspicando che la speranza possa vincere sulla rassegnazione anche nella vita di tutti i giorni”.
Nivi