Alla fine Starita scoppia e lascia il PD. Mai giorno fu più fatidico, quello odierno, nel ricordo dello scoppio del 21 gennaio 1946, 65 anni fa. Lo sfogo, lo "scoppio" di Starita rimbalzato sui giornali, è quello di un primo cittadino costretto a lasciare - essere espulso - il suo partito per ragioni che nulla hanno a che vedere con l´immoralità o l´illegalità. Semplicemente per ragioni politiche. Semplicemente perché come Sindaco, sostenuto da uno schieramento di centrosinistra, chiamato dai cittadini a governare la città, ha risposto ad un mandato direttamente avuto dagli elettori.
Starita ha lasciato il PD perché, per ragioni che vengono da lontano, la sua persona è stata avversata sin dal primo giorno della campagna elettorale. Un PD diviso in due, con un gruppo che si separava dalla "casa madre" (Riformisti del Mezzogiorno) e iniziava un percorso a sè, con alcuni consiglieri in bilico tra il dentro o il fuori, mai dentro mai fuori, anche in consiglio comunale, dove i voti, quelli, ecco, i voti volutamente incerti, sarebbero serviti al "compagno" Starita per consentirgli di governare la città.
Una storia vecchia, di ambizioni fallite, di crisi da astinenza dal potere, di cazzimmerie politiche, di guerre e cattiverie senza pari. Il tutto con la capacità di dimenticare quanto di irriferibile si è detto sugli altri e quanto gli altri hanno detto su se stessi. Quando serve ci si tura il naso, le orecchie, si resetta il rancore, mutano le opinioni, si dimenticano i manifesti, feroci. Quando serve allo scopo tutto è possibile. E lo scopo è il Potere. Diventa possibile quindi cambiare gli alleati: oggi si va a braccetto con le carogne di ieri che erano i "compagni" anche dell´altro ieri, domani chissà, dipende. Magari anche con Starita, il nemico di turno, l´ostacolo da abbattere oggi per uno scopo ben preciso - lui, con gli altri sodali politici e assessori, sono un ostacolo ad obbiettivi elettorali sognati per anni - potrebbe anche diventare l´alleato nel prossimo futuro, forse da qui a uno, due anni. Basterà accordarsi per riprendere in mano le redini del Potere perduto.
La città con i suoi problemi, nello scenario con questi lottatori in primo piano, è soltanto un dettaglio sul fondo.
Questo è in gran parte il PD che aveva esautorato, rimosso, fagocitato il sindaco precedente, Luigi Monaco, con un´operazione di autodimissioni dei consiglieri comunali, altro caso raro in Italia. Chissà perchè i casi rari nella politica avvengono sempre a Torre Annunziata, e chissà perché avvengono tanto frequentemente negli ultimi anni, e chissà perchè al centro dei "casi rari" ci sono sempre i dirigenti del PD locale, e chissà perché tra i dirigenti del PD locale ci sono sempre gli stessi nomi.
Filippo Germano