Il Mondiale del Brasile ha il volto di Neymar. La Seleçao gioca a sprazzi e non incanta, è vero, ma va a segno quattro volte, vince ancora e centra l´obiettivo del girone grazie proprio all´estro della stella carioca, che si carica un Paese sulle spalle e lo porta diritto agli ottavi. Fa tutto il gioiello del Barcellona, che firma la rete numero 100 del Mondiale (sarà un segno?) e nel primo tempo trascina i verdeoro a colpi di gol (nel Mondiale sono 4, in nazionale 35) e numeri da giocoliere. Ma non solo. Fuori dal campo Neymar è l´uomo immagine, dentro al rettangolo di gioco è invece il punto di riferimento della squadra. Fa reparto da solo: corre, inventa e segna. Una leadership tecnica e caratteriale. Per informazioni chiedere a Hulk, lento e impacciato sottoporta, e a Fred, che si sblocca (in posizione sospettta) ma continua a non convincere.

Vittoria rotonda a parte, per Scolari le altre note positive arrivano da Luiz Gustavo, Thiago Silva e Julio Cesar, che reggono la baracca. Per il resto, c´è poco da stare allegri. E lo dimostra il gol del momentaneo pareggio del Camerun, che non ha nulla da perdere e per una buona mezz´ora mostra i punti deboli dei padroni di casa, sempre pronti ad attaccare con tanti uomini, ma anche in difficoltà sulle ripartenze avversarie.

Questione di equilibrio. E non è certo una novità per questa Seleçao, che vince, ma non convince soprattutto in fase difensiva. In mezzo al campo Paulinho (sostituito da un ottimo Fernandinho) e Oscar sono imprecisi e non sempre azzeccano i tempi. In fascia Alves e Marcelo toccano tanti palloni, ma non pungono con continuità. Poco male, verrebbe da dire. Soprattutto se si guarda il risultato. Peccato però che il prossimo avversario si chiami Cile e non Camerun. Con Sanchez & Co. a Belo Horizonte sarà tutta un´altra musica. E non è detto che sia samba.