Di solito non commento le decisioni della magistratura, ma in questo caso farò un´eccezione. Proprio di recente ho criticato Michele Cuomo nella sua qualità di presidente della Multiservizi (per l´incarico affidato al suo amico e compagno di corrente Giuseppe Crescitelli). So che se l´è presa molto - ma rimango dell´idea che per una questione di opportunità quell´incarico non andava dato ad uno che gli aveva ceduto il posto in giunta -, ma non abbiamo avuto modo di chiarirci. Detto ciò, ritengo che la libertà personale - di cui è stato privato seppur in parte questa mattina - sia un bene da tutelare al di là degli screzi, delle diversità di opinioni e del pensiero politico di ognuno di noi. Non sono un avvocato, nè un magistrato ma per quel poco che ho studiato ritengo che gli arresti domiciliari siano stati una misura eccessiva. Qui non si tratta di condannare o assolvere una persona, ci penserà il processo a farlo. Ma si tratta di decidere della sua libertà; la libertà di passeggiare per il Corso, andare a lavoro o fare una partita di calcetto (di cui Michele è appassionato). E lo dico in considerazione dei tre elementi alla base delle esigenze cautelari: 1) Il pericolo di fuga: ad un anno e mezzo da quelle elezioni, è possibile ipotizzare che l´indagato abbia pianificato di scappare all´estero o rendersi irreperibile? Magari per un viaggio di piacere, ma non per sottrarsi alla giustizia; 2) Il pericolo di reiterazione del reato: beh, se si considera in senso più ampio il reato di falso, allora ipoteticamente un minimo pericolo ci sarebbe, ma se si considera che il falso in questione è stato commesso in ambito di scrutinio elettorale, allora un´eventuale reiterazione sarebbe avvenuta solo tra sei o sette mesi, ossia quando si sarebbe tornati alle urne; 3) Il pericolo di inquinamento delle prove: tutti gli elementi probatori (almeno quelli emersi finora) sono stati acquisiti fino all´estate del 2011, anche le testimonianze dei componenti del seggio elettorale in cui ci sarebbero stati i brogli. E, infine, poche ore dopo l´arresto è caduto anche il pericolo che da presidente della Multiservizi, società mista pubblico-privato, abbia potuto perpetrare un falso, visto che ha presentato le dimissioni da quella carica. Avvocati, professori e magistrati mi hanno insegnato che in assenza di questi 3 ´pericoli´ non si manda una persona nè in carcere, nè ai domiciliari. In attesa del Riesame, vedremo chi avrà avuto ragione...
Gianluca De Martino
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