Il mastro Geppetto di Trecase
10-06-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
TRECASE Lentusiasmo e andato alle stelle quando, in questi giorni, i bambini della scuola dellInfanzia del Circolo Didattico di Trecase, sia quelli del plesso di via Cattaneo che quelli del plesso di via Vesuvio, hanno appreso che sarebbero andati a trovare un amico di Geppetto.
Tutti erano pronti per luscita. Ci metteremo il cappellino della scuola? E anche la maglietta? Maestra, andremo a piedi a trovare il falegname? Anche lui e vecchietto come Geppetto? Tante sono state le domande. Tutti pronti e allineati come non mai. Attenti, curiosi hanno attraversato un bel tratto del Centro Storico Cittadino, tutti che li guardavano ed essi che guardavano a loro volta.
Tutti che sorridevano e loro che camminavano fieri. Erano felici con i compagni e le loro maestre e per la prima volta erano senza i loro genitori per strada a camminare come tanti ometti. Si riusciva a leggere sui loro visini tutte le sensazioni che stavano provando.
Calpestavano il suolo come se lo stessero facendo per la prima volta, evitando buche e ostacoli, le auto erano fermate al loro passaggio da un Vigile Urbano, figura per alcuni conosciuta sulle immagini e che vedevano per la prima volta in carne ed ossa. Amorevole laccoglienza in falegnameria ove il Geppetto trecasese ha illustrato il suo dignitoso e artistico lavoro ed ha fatto conoscere gli attrezzi del mestiere. Sul banco da lavoro un Pinocchio in attesa di essere completato.
Ognuno lha voluto toccare e si possono immaginare le loro espressioni nel venire a contatto con Il bambino più monello della storia della fiaba, il bambino più vero, perché fa i capricci e le marachelle, che si pente, vuole bene al suo babbo e che auspica diventare grande (come gli altri). Una scelta didattica di fare un viaggio per accompagnare e tenere vivo lentusiasmo del bambino, dandosi così il modo (piccini e insegnanti), di vivere al meglio tante significative esperienze.
Il viaggio ci diceva la dott.ssa Filomena Zamboli, dirigente scolastico della stessa scuola è una metafora pedagogica dei processi educativi, in alcuni casi esso rappresenta il cammino della vita, importante per la crescita e lo sviluppo di ciascuno, un viaggio che ci aiuta a maturare. In questa fascia detà il bambino è posto di fronte alle sue prime difficoltà e al superamento delle stesse. Attraverso il coloratissimo filtro della fantasia si mette in movimento, per conoscersi, vedere e scoprire la realtà con occhi sempre nuovi ed emozionarsi davanti a ciò che vede. Esplorare significa ricercare, inseguire elementi nascosti: rendersi conto, toccando con mano, della realtà che lo circonda e che lo spinge, mosso sempre da forte curiosità, verso ciò che non conosce.
Il bambino, insieme a Pinocchio, dicono le maestre referenti e stato lesploratore di nuove esperienze e conoscenze nel mondo alla scoperta del colore, delle forme, delle stagioni, del sé e dellaltro, alla identificazione della vita come dono dellamicizia di Dio. Attraverso il viaggio- esplorazione il bambino ha preso coscienza del proprio corpo come parte integrante della sua personalità. Alla fine, ritorno a scuola felici e pieni di esperienze.
Maestra - diceva un bambino - quel falegname si sente anche lui solo? Per questo sta costruendo Pinocchio? Veramente unica lingenuità dei bambini!.. È sembrato davvero un bel modo per fare; imparare che non si deve per forza essere in qualche maniera precostituiti. Che possiamo essere noi stessi sempre ( e va bene così) con il solo orizzonte di imparare a diventare grandi. Come Pinocchio!
NINO VICIDOMINI
Tutti erano pronti per luscita. Ci metteremo il cappellino della scuola? E anche la maglietta? Maestra, andremo a piedi a trovare il falegname? Anche lui e vecchietto come Geppetto? Tante sono state le domande. Tutti pronti e allineati come non mai. Attenti, curiosi hanno attraversato un bel tratto del Centro Storico Cittadino, tutti che li guardavano ed essi che guardavano a loro volta.
Tutti che sorridevano e loro che camminavano fieri. Erano felici con i compagni e le loro maestre e per la prima volta erano senza i loro genitori per strada a camminare come tanti ometti. Si riusciva a leggere sui loro visini tutte le sensazioni che stavano provando.
Calpestavano il suolo come se lo stessero facendo per la prima volta, evitando buche e ostacoli, le auto erano fermate al loro passaggio da un Vigile Urbano, figura per alcuni conosciuta sulle immagini e che vedevano per la prima volta in carne ed ossa. Amorevole laccoglienza in falegnameria ove il Geppetto trecasese ha illustrato il suo dignitoso e artistico lavoro ed ha fatto conoscere gli attrezzi del mestiere. Sul banco da lavoro un Pinocchio in attesa di essere completato.
Ognuno lha voluto toccare e si possono immaginare le loro espressioni nel venire a contatto con Il bambino più monello della storia della fiaba, il bambino più vero, perché fa i capricci e le marachelle, che si pente, vuole bene al suo babbo e che auspica diventare grande (come gli altri). Una scelta didattica di fare un viaggio per accompagnare e tenere vivo lentusiasmo del bambino, dandosi così il modo (piccini e insegnanti), di vivere al meglio tante significative esperienze.
Il viaggio ci diceva la dott.ssa Filomena Zamboli, dirigente scolastico della stessa scuola è una metafora pedagogica dei processi educativi, in alcuni casi esso rappresenta il cammino della vita, importante per la crescita e lo sviluppo di ciascuno, un viaggio che ci aiuta a maturare. In questa fascia detà il bambino è posto di fronte alle sue prime difficoltà e al superamento delle stesse. Attraverso il coloratissimo filtro della fantasia si mette in movimento, per conoscersi, vedere e scoprire la realtà con occhi sempre nuovi ed emozionarsi davanti a ciò che vede. Esplorare significa ricercare, inseguire elementi nascosti: rendersi conto, toccando con mano, della realtà che lo circonda e che lo spinge, mosso sempre da forte curiosità, verso ciò che non conosce.
Il bambino, insieme a Pinocchio, dicono le maestre referenti e stato lesploratore di nuove esperienze e conoscenze nel mondo alla scoperta del colore, delle forme, delle stagioni, del sé e dellaltro, alla identificazione della vita come dono dellamicizia di Dio. Attraverso il viaggio- esplorazione il bambino ha preso coscienza del proprio corpo come parte integrante della sua personalità. Alla fine, ritorno a scuola felici e pieni di esperienze.
Maestra - diceva un bambino - quel falegname si sente anche lui solo? Per questo sta costruendo Pinocchio? Veramente unica lingenuità dei bambini!.. È sembrato davvero un bel modo per fare; imparare che non si deve per forza essere in qualche maniera precostituiti. Che possiamo essere noi stessi sempre ( e va bene così) con il solo orizzonte di imparare a diventare grandi. Come Pinocchio!
NINO VICIDOMINI