Cesare Minucci, artista digitale, classe 1973, vive ed opera a Salerno. Ha partecipato a numerose esposizioni locali e non, tra le quali alcune di rilievo nazionale, come “Artisti per L’UNICEF”, “SMAC Salerno Moda Arte e Cultura”, EXIBITION 09, in occasione di “Salerno INVITA”. E’ inoltre tra i fondatori del progetto “Artistika”, attiva da tempo in ambito salernitano.
La sua arte è autentica, come autentici sono i moti dell’animo umano quando, liberi dal filtro razionale, esplodono in manifestazioni di pura passione, d’impeto. Ne emergono immagini di sicuro impatto emotivo. Campiture epidermiche sulle quali affiorano sensazioni, ricordi, senza un preciso hic et nunc, senza coordinate spaziali. Esse appaiono come appunti di viaggio. Epifanie istantanee sottratte all’oblio della coscienza.
Cesare Minucci si esprime ormai da anni con il mezzo digitale. Lo schermo e la tastiera sono la sua consolle di lavoro. Ed è retrogrado rinverdire le polemiche sulla riproducibilità dell’opera d’arte e sul concetto di originalità. L’espressione supera da sempre il mezzo tecnico che vive in subordine, ma che in Minucci riaffiora in ogni stampa, in ogni opera. E lo si nota nella scelta della carta o della tela, così come nell’abilità con cui l’Artista rende pittoriche le sue impressioni.
Spesso Minucci interviene anche sulle cornici, quasi a voler superare il concetto di raccordo spaziale per ristabilire il gioco di fluttuazioni tra l’opera e l’infinito che racchiude e verso cui tende.

Ecco un’intervista che l’Autore ci ha rilasciato a poche ore dal vernissage della sua mostra personale “HUMA-NO-ID”, di scena al “Dolce Vita Cafè Art Gallery” di Battipaglia, dal 17 al 23 aprile 2011, nell’ambito della rassegna “Dolce Vita d’Artista”. Una location appropriata per un evento che condurrà i visitatori nei moti dell’animo, sospeso tra Eros e Thanatos. Un percorso che, come chiarisce la curatrice Ivana Principato, mescola citazioni freudiane a conflitti di agostiniana memoria. Evocazioni messianiche, escatologia, alchimia renderanno sanabili le ferite dell’animo? Scopriamolo con Minucci.

N.C.: “Cesare, come nasce una tua opera?”
C.M.: “Nasce quasi sempre da una ricerca che è conseguenza del vissuto ed è influenzata, in maniera direi
Fondamentale, dagli studi esoterici, che ormai da anni nutrono la mia sete di conoscenza. Le mie opere sono la trasposizione delle emozioni , del vissuto di chi incontro e di chi conosco, che poi in studio tendo ad analizzare attraverso chiavi di lettura particolari”.
N.C.: “L´arte digitale, tecnologia ed espressione, qual è il tuo concetto di arte? Può essere riproducibile?”
C.M.: “Tutto è riproducibile, ma nulla è simile anche nell´arte digitale, se la stampa non è in serie, si hanno, per calibrazioni e "tagli" ogni volta diversi, una sorta di opere uniche per quanto uguali, almeno apparentemente”.
N.C. : “Quali sono i tuoi padri spirituali?”
C.M.: “Diciamo che sono molto ispirato dalle texture di Klimt, oltre che dal suo stile molte volte provocatorio e carnale, oltre ad essere un grande estimatore delle morbose opere del contemporaneo Saturno Buttò”.
N.C. : “La tua prossima mostra “HUMA-NO-ID”, è un gioco di parole freudiano, ma la psicanalisi non è la sola chiave di lettura, ce ne parli?”
C.M.: “La psicanalisi non è la chiave di lettura, bensì la provocazione. Il senso della mostra è proprio voler esprimere il concetto del non-io interiore, non come fattore psicologico (l´Id), ma come fattore spirituale, arcano, ancestrale(...). Memoria di un retaggio ancor più antico dell´uomo stesso che, attraverso la carne, "gioca" con l´involucro (il corpo) e la battaglia è interiore tra le forze ancestrali e l´anima. Lo spirito che, come "raccontato" dalla serie di opere esposte, in una visione ottimistica e speranzosa, ha la possibilità di vincere e redimere il proprio essere per rinascere purificato, come bruciato in un immaginifico Atanor alchemico”.
N.C. :“Hai mai pensato che il titolo dell’evento si possa leggere provocatoriamente unito "Humanoid", come qualcosa fuori del comune concetto di umano?”
C.M.:“Non l´ho pensato, è anche quello il gioco, l´ho voluto. E’ anche la trasposizione moderna del termine
umano tipo android. Questo per enfatizzare la ricerca arcana sviluppata artisticamente attraverso un mezzo
moderno e tecnologico, il digitale”.
N.C.: “Bene, mi sembra molto interessante. Ci anticipi altro della tua personale?”
CM- “Diciamo che posso anticipare che anche i cartellini con i titoli non sono solo semplici descrittori delle
opere, ma sono piccole opere in sé, essenziali per la lettura della intera mostra”.
N.C.: “Quindi un evento "didattico" che guida il pubblico in un percorso escatologico, come afferma la curatrice Ivana Principato?”
C.M.: “Esattamente, ma non del tutto. Diciamo che è un percorso spiegato, ma non comprensibile a tutti,
visto che tende a selezionare i fruitori del messaggio”.
N.C.: “Un´ultima domanda, quasi di rito, Cesare Minucci in una parola?”
C.M.:“Esploratore dell´anima”.
N.C. :“Sono un po´ di più di una, ma ti rappresentano in pieno. Bene, grazie Cesare e in bocca al lupo per il vernissage di stasera”.
C.M.: “Grazie per la cortesia”.
N.C.: “Di nulla, grazie a te”.


Mostra “HUMA-NO-ID”
Organizzatore: “Officina 31”
Curatori: Titti Gaeta, Lello Sozio e Giandomenico Galtro.
Presso: “Dolce Vita Cafè Art Gallery”, Via Italia 22-24, Battipaglia (SA).
Vernissage: DOMENICA 17 APRILE 2011, ORE 21:00-24:00.
FINO AL 23 APRILE 2011, DALLE ORE 09:00 ALLE ORE 13:00, INGRESSO LIBERO.
Orario dal lunedì alla domenica ore 09:00-24:00.
Presentazione curata dalla Dott.ssa Ivana Principato.

Nota e intervista di NICOLA CAROPPO