Sembra un vero e proprio Pit Stop quello che sta vivendo il Caffè letterario-Nuovevoci alla ricerca di una nuova sede. Dopo la delusione del mancato protocollo d´intesa con il preside del Cesaro, Antonio Manzo, "pilota" del Caffè, attraverso questa nota che pubblichiamo, conduce la radio ai box. Ma qui trova un Francesco Alessandrella "Briatore" che con l´altra nota che segue in pagina, ordina un rapido cambio gomme e un bel pieno di carburante! Via a tutto gas!

Antonio Manzo:
"Quando è nato il progetto Radio Nuovevoci, il 3 aprile del 2006, non sapevo ancora dove, come e poteva andare a finire. Le web-radio erano entità semi-sconosciute ai più, nonostante il futuro della tecnologia le avesse già consacrate come eredi della comunicazione globale. Dalla mia stanzetta, sede del primo programma, siamo passati alla SS. Trinità di Torre Annunziata che, grazie alla lungimiranza di Don Antonio Ascione, ha creduto fortemente in noi. Abbiamo creato un piccolo studio lì, poi un altro presso la sede de" Lo Strillone" dei disponibilissimi Filippo e Catello Germano. Divertendoci tanto, abbiamo osato chiedere di più, prima a noi stessi e poi al nostro seguito: lo scorso 20 dicembre abbiamo dato vita al "Caffè Letterario Nuovevoci", inglobando la radio all´interno di esso ma con l´aggiunta dell´organizzazione di eventi culturali di qualsiasi tipo, dalle presentazioni di libri ai concerti, dai corsi di scrittura creativa al teatro. Un sogno che sembrava potesse durare per sempre e che ha coinvolto centinaia di giovani e meno giovani. La sede, presso il "Circolo Professionisti e Artisti" di Torre Annunziata, nonostante i massimi sforzi, è oltremodo onerosa per un´associazione che fa come sua filosofia la massima gratuità per la partecipazione da parte degli associati e non. Chi ha voluto darci una mano lo ha fatto diventando socio e sottoscrivendo la propria tessera. In questi ultimi due mesi, spinti dagli eventi, ci siamo ritrovati a sognare un luogo ancora più adatto alle nostre attività e, soprattutto, in cui poterle esercitare autonomamente e senza oneri economici troppo alti come quelli attuali. Sembrava lo avessimo trovato e tutto era pronto per l´ufficialità del passaggio. Studi di registrazione di ultima generazione, spazio sufficiente per l´organizzazione di eventi, palco teatrale: questo abbiamo trovato visionando il Centro Risorse dell´Istituto "Cesaro" di Torre Annunziata. Tutto questo resterà impropriamente utilizzato, come successo negli ultimi anni, perchè la burocrazia nega qualsiasi possibilità di "intromissione" nei fatti e non nelle parole, visto che tale Centro, è per definizione "aperto al territorio". Dinanzi a cotanto spreco ci piange il cuore e ripensiamo a quanto danaro speso di nostra tasca per attrezzare amatorialmente i nostri studi. Non era stato facile portare avanti le nostre attività in questi anni, sapevamo che non lo sarebbe stato in futuro. Sono, però, dell´idea che un progetto anno dopo anno deve crescere facendo passi avanti e non indietro, altrimenti meglio fermarsi e riflettere per comprendere se ci sono davvero strade percorribili nella nostra Torre Annunziata o meglio fare le valigie. Abbiamo sacrificato tempo al lavoro, alla famiglia, alle altre passioni: tutto per il bene della radio prima e del caffè letterario poi congiuntamente.Credevamo che, nel nostro piccolo, avremmo potuto cambiare qualcosina, creare un´alternativa in una città che ne ha poche. Ci crediamo ancora, è inutile dirlo, ma è l´ora di fermarsi e riflettere: i progetti, lo ripeto, devono crescere e non sminuirsi con il tempo e le sue vicessitudini. Per questo motivo abbiamo deciso che da domenica 18 ottobre, serata in cui ospiteremo al Caffè la presentazione dell´ "Enciclopedia degli autori inesistenti" di Aldo Putignano, tutte le nostre attività si fermeranno e la radio, dopo più di tre anni di costante programmazione, smetterà di pulsare. Questo non è un gesto di arresa, anzi. Non vogliamo perderci, come hanno fatto già tante associazioni sul territorio, dinanzi alle problematiche che si trovano sul nostro percorso. Vogliamo crescere ma per farlo abbiamo bisogno di tutti voi e di un posto dove poter continuare a sognare assieme che questa città può cambiare ancora, nonostante tutto".


Francesco Alessandrella:
"Ok, fermi tutti e sangue freddo.
Il direttore si è fatto prendere un po’ troppo dal suo pessimismo cosmico e probabilmente ha scritto la mail immediatamente dopo l’incontro con il Preside del Cesaro.
Ma, almeno per quello che mi riguarda, qui non si chiude un bel niente e credo che, dopo una bella notte di sonno, forse anche Antonio sarà d’accordo con me.
Ma credo che sia anche importate dare spiegazioni a chi ci ha seguito dall’inizio ed ha imparato ad apprezzarci.
E allora: la sede che occupiamo oggi non è affatto onerosa dal punto di vista economico. Considerando il posto in cui si trova, e per come è strutturata, il fitto che paghiamo non è affatto caro ed una associazione che voglia mantenere degli standard deve anche sapere che ci sono spese da affrontare. Quello che, però, da qualche tempo non va è la convivenza che diventa giocoforza difficile quando si tratta di condividere degli spazi comuni. Non è facile fare un programma radio con il corso di danza nella stanza accanto. Non è facile programmare i tuoi eventi dovendo evitare la domenica perché c’è il burraco o il venerdì perché c’è il corso di inglese o il sabato a volte perché c’è il posticipo del Napoli. Tutti appuntamenti legittimi, per carità, del Circolo Professionisti, ma che non coincidono con le nostre attività.
E così, su invito di alcune professoresse del Cesaro, che hanno avuto modo di entrare in contatto con il Caffè, avevamo preso in considerazione l’idea di occupare alcuni spazi di quella scuola, in particolare un vero e proprio studio radiofonico che è ABBANDONATO DA 9 ANNI PERCHE’ NESSUNO SA USARLO! Inizialmente il Preside era sembrato molto contento dell’idea e noi avevamo cominciato a fare i primi progetti e i primi sogni su quel posto. Certo, era un posto che presentava molti “contro” tra cui la indubbia lontananza dal centro città, ma col tempo avevamo cominciato a vedere solo gli altrettanto numerosi “pro”.
Sennonché, stamattina, dopo che avevamo lavorato una settimana per preparare il protocollo di intesa insieme all’assessorato alla cultura del Comune (a proposito, grazie a Pierluigi Ilardi che si è mostrato molto vicino al progetto) abbiamo incontrato il preside che si è fatto venire tutti i dubbi di questo mondo, a partire dal fatto che quel posto dovrebbe essere di proprietà della Provincia, fino al fatto che lui sarebbe il responsabile per ogni accidente accada, passando per la paura che avremmo “sottratto” definitivamente e per sempre quel posto alla scuola e agli studenti. A me è sembrata più la resa di uno che non vuole assumersi le responsabilità e qui posso capire l’incazzatura di Antonio. Avremo tempo e modo per fare un’analisi del fatto, di come uno che si dice vicino ai giovani, che si lamenta del fatto che Torre sia abbandonata a sé stessa, che si lamenta del fatto che non vengano utilizzate alcune strutture capaci in prospettiva di creare possibilità occupazionali per i giovani, alla prima difficoltà si trinceri dietro la burocrazia e non faccia niente per provare a sconfiggerla, anche assumendosene le responsabilità.
Oggi come oggi sentiamo il bisogno di una sede che sia tutta nostra. Certo, probabilmente dovremo rivedere, almeno in parte, la nostra idea di gratuità, certo, dovremo chiedere a chi ci vuole bene di sostenerci anche economicamente, con la tessera annuale o con i 10 euro che si trova in tasca. Certo, dovremo darci da fare per trovare degli sponsor…
Ma Radio Nuovevoci non chiude, ed il Caffè Letterario meno che mai. Abbiamo messo tanta di quella forza nella realizzazione di quel sogno che non sarà il primo Panariello di turno a farcelo chiudere. Il Caffè esisteva prima di Panariello, esisterà dopo di lui.
Parola mia".