In Campania l’imperativo sportivo ha un’unica declinazione, il calcio. Ma la passione per lo sport non conosce confini e supera qualche volta persino i traguardi attesi. Lo sanno bene i poker player di questa regione, spesso al vertice delle maggiori rassegne nazionali e dei principali eventi d’oltreoceano. Percorsi professionali tanto prestigiosi da richiamare un nuovo pubblico di cultori, di solito molto giovane. Giocatori amatoriali attratti dalla semplicità e dalla natura meritocratica del poker sportivo, che si misurano online ma non disdegnano il poker dal vivo, soprattutto nei circoli vicino casa. Un fenomeno complesso, quindi, che ricadute dirette sul nostro territorio, anche di ordine economico.

Per comprenderlo meglio è necessario avere una proporzione dei premi in palio, ovvero delle fortune che accumulano i player più dotati. Uno dei principali rappresentati della cosiddetta scuola di poker campana è l’irpino Sergio Castelluccio, una carriera da 1,7 milioni di dollari. La sua performance più importante, sotto il profilo economico, risale al luglio dello scorso anno, quando ha chiuso in 14esima posizione il Main Event della rassegna World Series of Poker (WSOP), torneo che decide l’assegnazione del titolo di campione del mondo. Ha potuto così incassare un assegno da oltre 450 mila dollari. Quest’anno, invece, nella stessa rassegna, le WSOP appunto, è andato a premio in due tornei per circa 15 mila dollari di profitto.


Alex Longobardi

Molto conosciuto soprattutto tra gli appassionati napoletani, Alex Longobardi vanta vincite per quasi un milione di dollari. 22esimo nella classifica dei top player azzurri. Durante l’estate quest’anno il giocatore professionista partenopeo ha messo a segno vari piazzamenti di rilievo. L’exploit lo ha raggiunto però ad aprile, con la partecipazione all’Italian Poker Tour, la principale rassegna di poker italiana, organizzata da PokerStars. Nel torneo Main Event ha sfiorato il podio, quarta posizione da 43 mila euro.
I casinò, teatro di queste performance straordinarie, non sono alla portata della maggior parte dei giocatori, che vivono il poker come semplice fronte di intrattenimento. Per rispondere a questa domanda sono nati numerosi circoli, diffusi in tutta la Campania e in Italia in genere. A Napoli, ad esempio, è molto attiva la realtà Dealer Club, circolo di Vomero sorto grazie alla determinazione di un piccolo gruppo di amici. Oltre ai tavoli i clienti hanno a disposizione un servizio bar e ristorazione. A Capri invece è aperto il Capri Poker Club, associazione sportiva di Texas Hold’em, la specialità di poker più diffusa al mondo. Sono solo due piccoli esempi, è vero, ma danno l’esatta misura di quanto sia capillare questo fenomeno.
La fortuna di questi circoli è dovuta alle ridotte quote di iscrizioni previste per accedere ai tornei. Chi pratica poker sportivo infatti non utilizza mai soldi veri, esclusa la quota di iscrizione all’evento. Sommandosi le quote costituiscono il montepremi, poi ripartito tra i migliori classificati. Un modo di concepire il gioco che assicura ore e ore d’intrattenimento con pochi euro di spesa. Poker low cost, una chiave di lettura apprezzata da migliaia di giocatori italiani.

Nella foto in alto Sergio Castelluccio, talento del poker campano