Il sindaco Starita azzera la giunta, si apre la verifica
15-06-2010 - Archivio Storico de Lo Strillone
Il sindaco Giosuè Starita ha revocato oggi pomeriggio le deleghe a tutti i suoi assessori. Lazzeramento è latto finale del lungo scontro che da tempo logora il PD e che aveva avuto una sua continuità anche nellalleanza di centrosinistra che aveva portato il primo cittadino a vincere le elezioni. Si apre adesso una fase di verifica con i partiti ed i gruppi consiliari che sarà portata avanti dallo stesso Starita alla ricerca di una maggioranza che dovrà offrire garanzie di stabilità da qui alle prossime elezioni del 2012.
Alla base della profonda crisi che ha portato i partiti di centro sinistra ed il gruppo consiliare del PD (questultimo spaccato a metà) a dividersi su due fronti contrapposti, cè la diversa impostazione politica dei due gruppi. Tenere in giunta i partiti di centro, Noi Sud e Udc, da un lato, e dallaltro ritornare alla coalizione di centrosinistra puro che portò alla vittoria elettorale Giosuè Starita. Questultima posizione ha la debolezza di scontrarsi con la realtà dellaritmetica. I numeri, in effetti, non ci sono, visto che al massimo si contano su questa linea dodici-tredici consiglieri: questo è quanto il segretario del PD, Francesco Porcelli, ha potuto garantire al sindaco nel corso della verifica effettuata dal partito di maggioranza.
La palla adesso è nelle mani del sindaco. La prima mossa, lazzeramento, gli apre la possibilità di costruire una maggioranza ed unamministrazione stabile, pur nellanomalia politica di avere in giunta un partito, Noi Sud, che a livello regionale è schierato con il centrodestra e che vede il suo leader, già presidente del consiglio comunale, eletto anche nel consiglio regionale.
Al termine delle consultazioni, prima del voto sul bilancio previsto per il 30 giugno, Giosuè Starita dovrà tirare le somme e formare unamministrazione in grado di raccogliere il consenso della maggioranza dei consiglieri comunali. Il voto sul bilancio sarà il banco di prova e a quel punto la patata bollente sarà nelle mani del segretario del PD e di Italia dei Valori. Chi se la sentirà, da Torre e dalle federazioni provinciali di Napoli, di chiedere a Starita di dimettersi? Come reagirebbe la città, con i suoi mille problemi, a questa scelta? Sarebbero sicuramente delle elezioni al buio, incontrollabili, da suicidio politico.
E probabile che alla fine, al carro dei vincitori, tenteranno di aggregarsi (e nelle stanze si parla già di ammiccamenti) anche i partiti ed uomini politici che già in passato hanno sparato sulluomo morto.
Alla base della profonda crisi che ha portato i partiti di centro sinistra ed il gruppo consiliare del PD (questultimo spaccato a metà) a dividersi su due fronti contrapposti, cè la diversa impostazione politica dei due gruppi. Tenere in giunta i partiti di centro, Noi Sud e Udc, da un lato, e dallaltro ritornare alla coalizione di centrosinistra puro che portò alla vittoria elettorale Giosuè Starita. Questultima posizione ha la debolezza di scontrarsi con la realtà dellaritmetica. I numeri, in effetti, non ci sono, visto che al massimo si contano su questa linea dodici-tredici consiglieri: questo è quanto il segretario del PD, Francesco Porcelli, ha potuto garantire al sindaco nel corso della verifica effettuata dal partito di maggioranza.
La palla adesso è nelle mani del sindaco. La prima mossa, lazzeramento, gli apre la possibilità di costruire una maggioranza ed unamministrazione stabile, pur nellanomalia politica di avere in giunta un partito, Noi Sud, che a livello regionale è schierato con il centrodestra e che vede il suo leader, già presidente del consiglio comunale, eletto anche nel consiglio regionale.
Al termine delle consultazioni, prima del voto sul bilancio previsto per il 30 giugno, Giosuè Starita dovrà tirare le somme e formare unamministrazione in grado di raccogliere il consenso della maggioranza dei consiglieri comunali. Il voto sul bilancio sarà il banco di prova e a quel punto la patata bollente sarà nelle mani del segretario del PD e di Italia dei Valori. Chi se la sentirà, da Torre e dalle federazioni provinciali di Napoli, di chiedere a Starita di dimettersi? Come reagirebbe la città, con i suoi mille problemi, a questa scelta? Sarebbero sicuramente delle elezioni al buio, incontrollabili, da suicidio politico.
E probabile che alla fine, al carro dei vincitori, tenteranno di aggregarsi (e nelle stanze si parla già di ammiccamenti) anche i partiti ed uomini politici che già in passato hanno sparato sulluomo morto.