Incredibile al cimitero: ´La mia cappella è occupata da sconosciuti´
06-11-2014 - Archivio Storico de Lo Strillone
"Il 2 novembre sono andata al cimitero, ho trovato la mia cappella aperta ed un signore di guardia fuori: chi sei mi ha detto, questa cappella è anche mia". L´incredibile accade al cimitero intercomunale di Trecase e Boscotrecase, in via Cifelli, proprio nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti. A.F., 78 anni, è la legittima erede dell´antica cappella gentilizia al centro della discordia: dieci nicchie totali, tutte occupate dai suoi cari. Tutte, tranne due: "Ora lì sono sepolte persone che non conosco e che ovviamente non dovrebbero esserci" continua incredula, con la voce ancora oggi rotta dall´emozione, l´anziana signora. Il 2 novembre al cimitero si è quasi sfiorata la rissa tra famiglie. Un acceso litigio verbale placato, per fortuna, solo dal buon senso e dal rispetto imposto dal luogo: "D´improvviso, quel giorno, saranno spuntate fuori almeno altre cinque persone ed i toni, inevitabilmente, si sono alterati. Ci siamo già rivolti ad un avvocato. Non vorrei essere sbattuta fuori anche io, quando sarà il momento...".
Il racconto prosegue smorzato dai toni ironici, ma arricchendosi di nuovi particolari: "E´ una storia vecchia - prosegue S.F., figlia dell´anziana donna - . Le prime denunce relative alla occupazione abusiva della nostra cappella risalgono addirittura al 2005. Ma a Napoli, si sa, non esistono regole e vince sempre il più forte. Questi signori sono riusciti anche a fare dei lavori di ristrutturazione interni, dicendo di aver acquistato metà del suolo. Mi chiedo continuamente come tutto ciò sia possibile". Formale denuncia all´autorità giudiziaria sarà presto fatta. Stavolta, a differenza del 2005, la strategia difensiva va studiata a pennello: "Di sicuro non ci fermeremo - continua S.F. - e la giustizia farà il suo corso. Non è giusto avere addirittura paura di entrare in una cappella privata di proprietà della mia famiglia". Il ´caso´ al cimitero di via Cifelli segue, a stretto giro, quello al cimitero di Pompei, dove gli inquirenti indagano sulla trafugazione dei resti di tre defunti. Qui, invece, non c´è stata alcuna sparizione: l´episodio, insomma, è diverso ma pur sempre paradossale.
Salvatore Piro
Il racconto prosegue smorzato dai toni ironici, ma arricchendosi di nuovi particolari: "E´ una storia vecchia - prosegue S.F., figlia dell´anziana donna - . Le prime denunce relative alla occupazione abusiva della nostra cappella risalgono addirittura al 2005. Ma a Napoli, si sa, non esistono regole e vince sempre il più forte. Questi signori sono riusciti anche a fare dei lavori di ristrutturazione interni, dicendo di aver acquistato metà del suolo. Mi chiedo continuamente come tutto ciò sia possibile". Formale denuncia all´autorità giudiziaria sarà presto fatta. Stavolta, a differenza del 2005, la strategia difensiva va studiata a pennello: "Di sicuro non ci fermeremo - continua S.F. - e la giustizia farà il suo corso. Non è giusto avere addirittura paura di entrare in una cappella privata di proprietà della mia famiglia". Il ´caso´ al cimitero di via Cifelli segue, a stretto giro, quello al cimitero di Pompei, dove gli inquirenti indagano sulla trafugazione dei resti di tre defunti. Qui, invece, non c´è stata alcuna sparizione: l´episodio, insomma, è diverso ma pur sempre paradossale.
Salvatore Piro