Il virus influenzale A/H1N1 non presenta al momento una aggressività "marcatamente superiore" rispetto agli altri virus influenzali, tuttavia il verificarsi di casi gravi, "sia pure rari, è possibile soprattutto tra le categorie maggiormente a rischio come anziani e malati cronici". A sottolinearlo, dopo il decesso nel napoletano di una donna cardiopatica colpita dal virus, è il direttore del dipartimento malattie infettive dell´Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza. Anche per l´influenza A, annuncia, il picco di casi è prevedibile si verifichi, così come per gli altri virus influenzali, tra fine gennaio e febbraio. "Proprio in queste settimane - spiega Rezza - si sta registrando, complici anche le temperature più fredde, un aumento dei casi di influenza stagionale e, di pari passo, si registra anche un aumento dei casi da virus influenzale A/H1N1. Ciò comporta pure un aumentato rischio che si possano verificare casi con complicanze più gravi". Il virus A/H1N1 "non è mutato dal 2009, quando ha cominciato a diffondersi - precisa l´esperto - e questo è un segno positivo; tuttavia, è in grado di dare complicanze anche gravi, e ciò soprattutto in soggetti a rischio come malati cronici, diabetici, donne in gravidanza e obesi. In modelli animali, tale virus ha infatti dimostrato una maggiore capacità di attaccare i polmoni". Meno colpiti da H1N1 risultano, invece, gli anziani, probabilmente perchè già a contatto con il virus negli anni precedenti. H1N1, ricorda Rezza, è contenuto dal 2010 nel vaccino antinfluenzale stagionale: "Per questo - avverte - è importante che le categorie più ´deboli´ si vaccinino. Ormai siamo in ´zona Cesarini´ - aggiunge - ma dal momento che il picco di casi è atteso per fine gennaio e la protezione del vaccino inizia a due settimane dalla vaccinazione, per i soggetti a rischio che non l´avessero ancora fatto, il consiglio di vaccinarsi resta valido anche in questi ultimi giorni utili". La protezione garantita dal vaccino antinfluenzale, precisa l´esperto, "ha infatti la durata di circa un anno, equivalente dunque alla stagione di riferimento; tuttavia, chi si è già vaccinato lo scorso anno potrebbe avere ancora delle difese immunitarie attive". L´invito è comunque quello di non cedere agli allarmismi: "In caso di influenza è inutile intasare i pronto soccorso. La situazione - conclude Rezza - va monitorata, contattando nel caso di febbre insistente il proprio medico di famiglia".