I commercianti bocciano l’isola pedonale di domenica scorsa a corso Umberto I. Non l’idea, ma l’organizzazione, l’animazione e i servizi offerti da chi ha gestito l’evento. Molta rabbia e delusione tra gli esercenti per una domenica a piedi che poteva andare meglio (pioggia a parte) ma che purtroppo lascia tutti scontenti. Oltre al danno, la beffa (per non dire altro). Si perché molti commercianti hanno dato un contributo economico con la promessa che fosse stata chiusa la strada anche davanti al proprio esercizio, dando spazio all’animazione. E’ quello che è successo ai negozianti di corso Umberto I, nel tratto di strada che va dall’angolo con via Fusco a via Gino Alfani. “E’ stata tutta una presa in giro – dice Mimmo, negoziante di biancheria intima – ho dato dei soldi e non ho avuto nulla in cambio”. Gli fa eco la signora Antonianna, negoziante di giocattoli. “Hanno detto che avrebbero chiuso la strada partendo da via Fusco ma ciò non avvenuto. E non abbiamo neanche avuto un animatore, cosa per noi importante visto che vendiamo giocattoli”. Ci spostiamo un po’ più giù sul corso, ma la rabbia è la stessa. “Davanti al mio negozio – afferma una negoziante di pelletteria – hanno messo una giostra, ma poco dopo l’hanno tolta perché si sono resi conto che era bucata”.
A finire sott’accusa la Danca, un’associazione o agenzia privata, mai sentita sul territorio cittadino, che ha chiesto il contributo ai negozianti, rilasciando un foglietto di carta come ricevuta dei soldi incassati. Una “ricevuta” con la quale ci si impegnava a fare animazione, cosa che per molti che hanno partecipato, non è avvenuta.
Non solo la Danca finisce sott’accusa, ma anche il consigliere delegato allo sport Domenico De Vito, che ha patrocinato l’evento. C’è addirittura tra i negozianti chi dice che la moglie del consigliere De Vito abbia chiesto il contributo, non si sa a che titolo.
Quello che è certo allo stato attuale è che diversi negozianti hanno pagato per un servizio che non hanno ricevuto, e questo, in un paese normale, dovrebbe essere più che sufficiente per restituire i soldi.
Catello Germano


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