Sono ricominciati questa mattina i lavori di sistemazione di via Plinio e via Castriota che costeggiano l’area dell’ex Italtubi, assurto alle cronache per la situazione drammatica in cui versa. L’ex opificio industriale della zona sud di Torre Annunziata era divenuto ricettacolo di rifiuti di ogni tipo e rappresentava un problema per la presenza di amianto e per i cumuli di terra che invadevano la carreggiata, ostruendo la corsia di marcia.

“Ho seguito questa vicenda dall’inizio ed adesso posso finalmente esclamare: meglio tardi che mai”. Non nasconde un pizzico di soddisfazione il consigliere Marcello Vitiello, che dall’inizio del suo mandato ha tenuto acceso i riflettori sulla questione. “Bene ha fatto il sindaco con un atto di forza – continua Vitiello - a strappare quella parte di territorio alle beghe di Regione e Tess, passandola a Pompei2000, titolare dei lavori. Purtroppo il rammarico è che negli anni non c’è stato alcun assessore che abbia fatto qualche atto per risolvere questo problema. C’è chi pensa, in questi giorni, anche di riproporre alla città gli stessi assessori che non hanno fatto nulla”.



Don Nando, il sacerdote della vicina chiesa di San Giuseppe, si augura “che questa sia davvero l’inizio definitivo dei lavori. Troppo spesso si pensa a grandi opere, dimenticando quelle significative per la collettività. Nei 12 anni della mia presenza in questa parrocchia ho sollecitato sempre per la situazione di degrado dell’intero quartiere. Penso che occorre donare dignità, decoro ed una particolare attenzione per la tutela della salute”.

Anche il sindaco Giosuè Starita interviene sulla questione. “Troppo spesso non si da il giusto merito a chi compie un gesto. Questa volta da solo mi sono fatto carico di un’azione importante, assumendomi responsabilità precise, portando avanti determinate procedure. Negli anni le associazioni hanno fatto diverse denunce, purtroppo sbagliando spesso il bersaglio. Su questo caso non era competente l’amministrazione ma la TESS”.



L’avvocato Caso, presidente di Pompei2000, ci tiene a specificare che “quelli di questa mattina sono lavori di sistemazione accessoria che avevamo concordato con l’amministrazione comunale. Stiamo sopperendo al lavoro lasciato in sospeso da TESS, prima di iniziare le opere di urbanizzazione, per le quali abbiamo ottenuto già il permesso a costruire”.

Una nota necessaria quella di Caso perché il progetto di Pompei2000 è ancora arenato in regione in attesa del pronunciamento di ARPAC che tarda ad arrivare. Il mese di giugno è quasi trascorso, si spera quindi che le parti interessate si riuniscano per metà luglio, così da mettere fine alla querelle sulla riconversione industriale che dura ormai da troppi anni.


Raffaele Perrotta