Presentato il progetto che trasformerà la cartiera dismessa in centro servizi
“La Cartiera”, un Centro Integrato per l’Artigianato e i1 Commercio
Previste prospettive occupazionali per circa 600 unità complessive

Il progetto per la ristrutturazione e riconversione della ex cartiera Aticarta da destinare a Centro Integrato per l’Artigianato e il Commercio è promosso e realizzato da Coopsette attraverso la propria controllata Fergos srl. L’inizio dei lavori è previsto per settembre 2009 e l’inaugurazione è prevista per la primavera 2011.

Questa importante riconversione urbana è in linea con le più significative tendenze di riqualificazione di siti industriali, ed il progetto si pone quale elemento catalizzatore di un processo di sviluppo economico e territoriale coerente con l’azione pubblica dell’Amministrazione Comunale di Pompei.

Il progetto è firmato Corvino + Multari, architetti già autori del restauro del Grattacielo Pirelli a Milano e da Engco srl per l’engineering. Coopsette è aggiudicataria di una gara nazionale a seguito della quale è stato sottoscritto nel luglio del 2006 un Protocollo di Intesa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede, in accordo con le Organizzazioni Sindacali, il reinserimento di tutte le maestranze della ex Cartiera (circa un centinaio) e la creazione di nuova occupazione per oltre 500 addetti.

Il progetto, opera d’interesse pubblico, è stato approvato dalla Regione Campania ed in particolare dall’Assessorato alle Attività Produttive per quanto riguarda le attività commerciali, dalla Amministrazione Comunale di Pompei ed ha ottenuto tutti i pareri degli enti competenti incluso quella della Autorità di Bacino del Sarno e della Soprintendenza BB. AA. di Napoli e
provincia.
La dismissione della fabbrica, infatti, non determina solo un problema occupazionale ma crea anche una emergenza ambientale dovuta al degrado del sito che, in mancanza di un adeguato intervento di rifunzionalizzazione, è destinato a trasformarsi in breve tempo in una
“marginalità urbana”.
L’area oggetto d’intervento, localizzata nella parte centro-orientale del Comune di Pompei al confine con il Comune di Scafati, è delimitata a nord dall’autostrada A3, a sud da via Macello, che corre parallelamente al fiume Sarno, ed ad ovest da via Cavalcavia del Sarno che collega la Statale 18 a via Ripuaria e coincide con l’area industriale Aticarta.
Un luogo che merita un ripensamento della sua edificazione in rapporto al contesto ambientale a cui appartiene. Un’area che guarda ed è guardata dal campanile del Santuario di Pompei verso il quale offre il peggio di sé con una presenza di volumi incoerenti proprio rispetto ai suoi margini.
L’idea è quella di “riportare vita” in questo luogo intervenendo sull’armonia dell’opera nel contesto in cui è inserita. Una parte delle vecchie strutture verrà demolito mentre saranno ristrutturati e riqualificati complessivamente 400 mila metri cubi di nuove funzioni: intrattenimento, shopping, spazi artigianali e ristorazione intesi come luoghi pubblici di aggregazione. Una riconfigurazione che, nell’ambito di una ristrutturazione edilizia, elimina i volumi tecnici e gli impianti funzionali all’attività industriale, solleva l’edificio dal suolo, eccezion fatta per l’area di circa 9.000 mq che un tempo era destinata a stoccaggio del materiale prodotto, la quale viene conservata così com’è per le sue valenze architettoniche.
Questi interventi consentono di liberare spazi a terra in parte per la sosta delle auto e soprattutto di configurare un luogo urbano, una “piazza verde” che, oltre ad essere lo spazio privilegiato di ingresso al nuovo Centro, costituisce occasione di fruizione pubblica di uno spazio naturalistico ambientalmente qualificato sulle rive del fiume Sarno.
La piazza verde, un’ampia area di circa 16.000 mq è uno spazio costruito con ampie aiuole conformate come leggeri dossi che definiscono spazi scenografici di natura, La piazza è inoltre attrezzata per il gioco bimbi e caratterizzata da un sistema di alberi a media grandezza lungo i percorsi. Un “concept verde” che, prendendo le mosse dalle onde morbide del profilo delle serre, presenti diffusamente sul territorio, e dal rotoli di carta che venivano prodotti nella fabbrica dismessa, copre l’intero edificio con una rete ondulata clic ombreggia ma non oscura e che tende a migliorare la qualità complessiva dei luoghi mitigando l’impatto visivo. Nella definizione dello spazio interno particolare importanza assume la luce naturale che piove dall’alto in tre grandi lucernari posti in prossimità degli spazi comuni interni dell’edificio. Una vocazione del rapporto tra luce e spazio che guarda a quanto già la storia dell’architettura pompeiana antica ci tramanda nella quale la luce che piove dell’alto “bagna” le pareti accende i colori, provoca emozioni. In tale contesto il progetto mira ad una sua sostenibilità tecnologica con l’utilizzo di forme di energia alternativa. È il caso del grande tetto a falde esistente che diviene occasione per disegnare un grande tetto solare, sul quale collocare pannelli fotovoltaici, una navata clic contiene ed è oltrepassata dal grande edificio il cui prospetto cieco è interamente contrassegnato da pannelli di acciaio inox che consentono al paesaggio verde circostante di riflettersi sulla sua superficie.