E’ il 2003 quando la Famiglia Mennella di Torre del Greco, Ciro Mennella carpentiere in ferro e la moglie Maria casalinga, genitori del piccolo Maurizio affetto dalla sindrome di “Ondine”, lanciano il loro appello ai media per cercare di ottenere un alloggio che possa garantire la sopravvivenza al proprio figliolo.
La famiglia vive a Torre del Greco in una casa troppo piccola, dove non c’è abbastanza spazio per le apparecchiature alle quali il piccolo Maurizio deve essere collegato durante il sonno, per non morire. La sindrome di Ondine di cui in tutto il mondo soffre un totale di circa 200 persone, una ventina nel nostro paese è una malattia idiopatica congenita da ipoventilazione centrale, definita di “Ondine”a ricordo della ninfa che privò del sonno l´amante infedele. In pratica il cervello di Maurizio durante il sonno, non riesce a regolare automaticamente il ritmo respiratorio per cui ogni volta che si addormenta, il bimbo rischia di morire.
Oggi, a distanza di quasi 6 anni, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale di Torre del Greco retta dal Sindaco Ciro Borriello ed alla disponibilità della direzione Circumvesuviana, la famiglia Mennella si appresta a trascorrere il primo Natale in “casa circumvesuviana”. Infatti, è dal mese di luglio di quest’anno che la fermata in disuso di Via del Monte è diventata la nuova casa di Maurizio e dei suoi due fratellini. Una casa a pochi passi dai binari costituita da un fabbricato a due piani di circa 120 metri quadrati.
L’immobile prima che progressivamente fosse chiuso perché inutilizzato, ospitava la biglietteria della fermata Circum di Via del Monte, oggi è diventato il luogo ideale per assicurare a Maurizio quei sonni tranquilli di cui non può fare a meno.
Il Comune di Torre del Greco si è fatto «carico della manutenzione e della pulizia dell’immobile, nonché della stipula con le società erogatrici dei contratti per la fornitura idrica ed elettrica». Secondo gli accordi tra la Circumvesuviana e l’amministrazione comunale, il comodato avrà la durata di sei anni rinnovabili. Il contratto prevede che l’amministrazione comunale s’impegni a lasciare libero da persone e cose l’immobile, in qualsiasi momento, con un preavviso di trenta giorni qualora l’azienda dovesse avere necessità di rientrare in possesso del fabbricato, prima della scadenza del contratto, per ragioni di esercizio ferroviario».
E così, a noi di Collegare è venuta l’idea di far visita alla famiglia Mennella che come scrivevamo all’inizio, quest’anno festeggerà il primo Natale ospite nell´ ex fermata.
I coniugi Mennella, papà Ciro e mamma Maria, mi accolgono con cortesia. E’ gente semplice, onesta e soprattutto schietta. La mamma di Maurizio, casalinga, 34 anni, ci tiene a porre l´accento sul fatto che ha accettato la mia richiesta d’incontro per il rispetto e la riconoscenza che lei è il marito nutrono nei confronti dei dirigenti della Circumvesuviana che fin da subito hanno messo a loro disposizione, tramite il Comune di Torre del Greco, la struttura.
Il sig. Ciro attualmente è disoccupato. Ha dovuto lasciare il lavoro per accudire al bambino. Mia moglie da sola non ci sarebbe riuscita – mi racconta – quindi ho dovuto licenziarmi dalla ditta Violante di Acerra per la quale lavoravo e della quale sono ancora dipendenti i miei fratelli. Fa qualche lavoro saltuario, quando capita. So fare di tutto – aggiunge – l’idraulico, l’imbianchino e non dico mai di no pur di raggranellare qualcosa da aggiungere ai 470.00 € che ricevo come assegno mensile di accompagnamento per Marurizio, solo quello, nessun altro contributo. Si offre di mostrarmi la casa, mentre la signora Maria prepara il caffè. Gli ambienti della vecchia fermata sono stati completamente ristrutturati. Zona giorno a piano terra con cucina e un salone grande dove i Mennella hanno preparato un bel albero di Natale e la zona notte al primo piano con la camera da letto, la cameretta di Maurizio e i servizi.
Ci soffermiamo nella cameretta del bambino. E’ piena zeppa di giocattoli quasi a voler nascondere quell’apparecchiatura che papà Ciro chiama il ventilatore che, mentre da una parte rappresenta l’emblema onnipresente della malattia di Maurizio, dall’altra ne garantisce la salvezza, notte dopo notte.


Maurizio non si libererà mai del “ventilatore” perché dalla sindrome che lo colpì alla nascita sette anni fa non si guarisce. Quello che speriamo – dice il papà – e che almeno col tempo le dimensioni del ventilatore meccanico si riducano al punto di essere indossato. Oggi di così piccolo n´esiste già un modello ma serve per i piccoli spostamenti, ha un’autonomia di circa 50 minuti ma a noi non serve, temiamo troppo per la vita del bambino e quindi non andiamo da nessuna parte.

Torniamo giù, il caffè è pronto e mentre lo sorbiamo, rivolgo qualche domanda alla mamma Maria.

D.
Signora Maria che scuola frequenta ora Maurizio ?

R.
La prima elementare, però ha fatto un anno in più di scuola materna.

D.
Di che tipo di assistenza ha bisogno nelle ore che passa a scuola.

R.
E’ assistito per tutto l’orario scolastico da un infermiere messo a disposizione dall’A.S.L.

D.
Come e quando vi siete accorti che il bambino era malato ?

R.
Immediatamente dopo il parto. Maurizio è nato in clinica, a Villa Margherita a Torre del Greco dove subito si sono accorti che il neonato stava male, era cianotico per cui è stato intubato e trasferito all’ospedale Santo Bono di Napoli. Dal Santo Bono siamo stati portati ad Aversa poi a Caserta ed infine a Genova, all’ospedale Gaslini. All’ospedale Gaslini siamo rimasti un anno e mezzo, io mio marito e il bambino.
Poi finalmente siamo potuti tornare a casa, non più il piccolo appartamento ma una casa più grande che nel frattempo l’allora Sindaco Valerio Ciavolino (siamo nel 2005) era riuscito a trovare in via De Nicola sempre a Torre del Greco e a metterci a disposizione.

D.
Dunque da via De Nicola siete passati a “via Del Monte” in casa Circumvesuviana. Effettivamente qual è il vostro giudizio su questa nuova casa, come vi trovate a stare qui. E’ circolata qualche voce che non vi dava del tutto soddisfatti, forse a causa della distanza dal centro.

R.
Assolutamente No. Ci troviamo benissimo e non finiremo mai di ringraziare “la Circumvesuviana” alla quale, in qualche modo sentiamo di appartenere almeno un pò. Infatti, non ci manca l’occasione di offrire la nostra assistenza a qualche viaggiatore che non avendo altre possibilità in alcuni casi, ci chiedono un bicchiere d’acqua o qualche informazione che noi ovviamente non neghiamo.



D.
Insomma sareste disposti anche a fare da guardiani e magari a vendere qualche biglietto nel caso ce ne fosse la possibilità ?

R.
Perché no, tanto in parte qualcosa già la facciamo e senza che nessuno ce l’abbia chiesto. Lo facciamo perché siamo riconoscenti alla Circumvesuviana ma come dire, non ci dispiacerebbe avere una piccola possibilità in questo senso visto che mio marito non lavora.

D.
Insomma tornando alle “voci” sembra di essere di fronte alle solite chiacchiere senza fondamento. E’ chiaro che vi trovate bene in questa casa e siete grati alla Circumvesuviana per aver concesso una tale possibilità. Il primo albero di Natale in casa Circum vale dunque la pena di fotografarlo con davanti papà Ciro, mamma Maria e il piccolo Maurizio, siete d’accordo ?

R.
Non solo siamo d’accordo, ma siamo contentissimi di farlo e la nostra unica e più grande speranza e che a quest’albero possiamo aggiungere, ogni anno una nuova pallina che vorrà dire un altro anno aggiunto alla vita di nostro figlio Maurizio.
Buon Natale a tutti voi della Circumvesuviana e ai vostri cari dalla famiglia Mennella.
GIOVANNI NAVARONE
da Collegare - Periodico della Circumvesuviana