On. Signor Ministro,
a seguito delle gravi ed approssimative dichiarazioni riportate a mezzo stampa e a Lei attribuite, la Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Italy , fa presente quanto segue:

1- I commissari straordinari non sono mai stati una soluzione: l’inutile successione di decine di commissari incaricati alla risoluzione del problema dei rifiuti in Campania non ha portato benefici se non un immenso spreco di risorse economiche ormai sparite nel nulla e le cui responsabilità penali sono ancora di là da definirsi.
(La Gestione commissariale per l’emergenza rifiuti in Campania dal 1994 a 2010 ha sperperato circa 11 miliardi di euro).
2- L’infrazione comminata allo Stato Italiano dalla Corte di Giustizia europea che fa riferimento alle emergenze della Campania e del Lazio richiama le autorità “alla salvaguardia della salute e alla tutela della biodiversità messa in grave rischio e pericolo” dalle emergenze conseguenti all’ inefficienza della gestioni commissariali e regionali, vecchie e nuove;
3- La comunità Europea non chiede la realizzazione di nuovi INCENERITORI : Infatti facendo propria la ´´Strategia europea per la difesa della biodiversità´´ il Parlamento Europeo ha stabilito a più riprese che, nell’ambito di un’economia di scala e di ottimizzazione delle risorse, deve essere bruciato solo ciò che non è riciclabile e che l´incenerimento per la produzione di energia rappresenta comunque un metodo di gestione dei rifiuti più dispendioso rispetto alla riduzione, al riciclaggio e al riutilizzo e, riprendendo le direttive della Carta di Napoli del Movimento internazionale Zero Waste, indica la data del 2020 per la loro moratoria e la definitiva chiusura di discariche. Sarebbe ridicolo ed antieconomico costruire impianti che presto si dovrebbero dismettere per indicazione della stessa UE;
4- Sull’Italia intera vertono 31 infrazioni all’ambiente dell’Unione Europea: attribuire le sanzioni alla sola inefficienza della Campania è quanto meno denigratorio, ma evidentemente funzionale a sottacere una situazione nazionale di cura e salvaguardia dell’ambiente da decenni, ormai, FUORI CONTROLLO;
5- La Direttiva comunitaria non parla di “termovalorizzatore” ma di impianti di incenerimento dei rifiuti con recupero di energia denunciando l’improprio utilizzo dei CIP6 che rende evidente la soggiacenza di una certa politica alla potente lobby inceneritorista, favorendo i lauti interessi di pochi a dispetto dell’intera comunità;
6- Gli inceneritori sono impianti insalubri, che producono “rifiuto speciale” ancor più in un territorio come la Campania che detiene il più alto numero di SITI DA BONIFICARE, caratterizzati e non;
7- I costi proibitivi ed i tempi lunghi necessari alla costruzione di un inceneritore, rende l’investimento troppo rischioso (come dimostrano le gare d’appalto che a Napoli e a Salerno sono andate deserte). Inoltre, in tempo di severa austerity per i cittadini, dirottare centinaia di milioni di € per la costruzione di impianti che , a fronte di un corretto ciclo dei rifiuti urbani incentrato su riduzione a monte, R.D., riciclo, riuso e recupero, renderebbero l’ incenerimento una scelta antieconomica, insalubre e contraria a qualsiasi principio etico.


A tutto questo va aggiunto:
che i territori Campani sono stati già abbondantemente inquinati,
che i casi di patologie croniche e tumorali sono in costante aumento ad ogni età,
che il comparto produttivo agricolo e zootecnico è in ginocchio,
che la Campania è ancora la prima Regione per i reati ambientali attribuiti alle connivenze politico-mafiose (rapporto Ecomafie Legambiente 2013),
che, a tutt’oggi, proseguono indisturbati i roghi tossici nella provincia di Napoli e Caserta, gli sversamenti illeciti di rifiuti speciali pericolosi anche in aree protette come il Parco nazionale del Vesuvio e che risulta assolutamente insufficiente il controllo del territorio.

Le chiediamo pertanto sig. Ministro di farsi carico verso le istituzioni tutte, nazionali, regionali, provinciali e comunali perché si impegnino da subito a garantire (per le proprie competenze): il controllo del territorio per bloccare i roghi tossici e assicurare i responsabili alla giustizia; garantire i necessari finanziamenti per rendere omogenea e su tutto il territorio regionale la percentuale della raccolta differenziata che la legge nazionale e la direttiva comunitaria indica per il 2013 al 65%; di favorire politiche di riduzione del rifiuto disincentivando l’utilizzo del monouso, del vuoto a perdere e dell’imballaggio e incentivando l’utilizzo di contenitori riusabili, prodotti alla spina, compostaggio domestico e di comunità; di richiedere tempi certi per i necessari impianti di compostaggio previsti ( Eboli, Giffoni, S. Tammaro, Napoli, Caivano e Tufino) e sollecitare l’immediata trasformazione degli impianti di tritovagliatura (STIR) in impianti di TMB che recuperando completamente la frazione umida inviino ai consorzi di filiera tutto il materiale adatto al riciclo sottraendolo all’incenerimento o al conferimento in discarica.

Richieste, queste, coerenti con quelle previste dalle linee programmatiche di politica ambientale relativa alla gestione dei rifiuti, da Lei rese pubbliche, che prevedono un “ Piano Nazionale per la gestione integrata dei rifiuti che sostenga la transizione da un sistema industriale a monte (discariche, inceneritori) a uno a valle per costruire le filiere di recupero e riuso delle risorse, verso la prospettiva dei “rifiuti zero”” da noi declinato nella Proposta di legge in corso di sottoscrizione popolare che ci apprestiamo presentare, a breve, al Parlamento della Repubblica.

Per tutto questo La sollecitiamo, sig. Ministro ad un impegno diretto nei confronti della Regione Campania per la definizione legislativa del Piano di Bonifiche approvato dalla Giunta e non ancora proposto al Consiglio e quello relativo al Piano di gestione dei rifiuti Speciali il cui iter appare infinito, al fine di utilizzare da subito il percorso di tracciabilità e controllo dei flussi illeciti dei rifiuti tossici industriali e garantire da subito le urgenti e necessarie bonifiche dei territori maggiormente contaminati. Non da ultimo Le chiediamo di farsi garante di un coordinamento interministeriale per disporre e garantire indagini indipendenti e certificate, concordate con gli stakeholder territoriali ai sensi della Convenzione di Aarhus, dirette a verificare il nesso di causalità tra ambiente contaminato e incidenza di patologie croniche e tumorali, per decenni sottaciute se non negate.


Appare questo l’unico percorso utile per scongiurare ulteriori danni alla biodiversità e alla salute prodotta da ulteriori nefasti impianti di incenerimento dei rifiuti con recupero di energia e avvierebbe, sui territori, quella ricerca del consenso e della condivisione nel nome della sostenibilità da Lei auspicata che darebbe all’intera comunità civile della Regione Campania un´occasione di rivincita e di rinascita immaginandola, non come un’immensa discarica, ma come un polo leader per lo sviluppo di tecnologie e di servizi nel campo del riciclo dei materiali, dove le attività a basso impatto ambientale possano mitigare gli effetti negativi delle ferite inferte dal passato e creare da subito economia sostenibile e nuovi posti di lavoro.

In attesa di riscontri a quanto manifestato, si porgono distinti saluti.