Le analisi dell’ARPAC parlano chiaro: le acque del litorale di Torre Annunziata sono inquinate ed il sindaco che “saggiamente” questa volta si è determinato a seguire le procedure standard previste dalla legge, è stato costretto ad ordinare il divieto di balneazione. Nel provvedimento del primo cittadino si parla di divieto “temporaneo” , ma una cosa è certa: fino a quando i prelievi dell’ARPAC non registreranno livelli di inquinamento compatibili con la balneazione il divieto “temporaneo” permane. “ La notizia non ci sorprende affatto – dichiara uno degli attivisti del M5S di Torre Annunziata - I risultati di queste analisi sono praticamente identici a quelle della scorsa estate ed è per questa ragione che all’epoca ci battemmo affinché fosse fatta chiarezza. Volevamo comprendere cosa aveva indotto il Sindaco a firmare la revoca del divieto, smentendo l’ARPAC e autorizzando la balneazione sulla base di una procedura anomala. In quell’occasione venimmo accusati di fare inutile e strumentale allarmismo, ma evidentemente avevamo ragione”; avremmo preferito essere smentiti!
La prima autorità garante e responsabile della salute pubblica degli abitanti di un comune è infatti il sindaco e gli attivisti del locale M5S preoccupati per la incolumità dei cittadini fecero pubblicare sulla stampa i risultati delle analisi dell’ARPAC dalle quali si evinceva chiaramente che la qualità delle acque del litorale oplontino erano incompatibili con la balneazione. Al contempo divulgarono la notizia che anche l’arenile era, e resta, altamente inquinato.

La Delibera della Regione Campania n. 663 del 30.12.2013, come quella emanata lo scorso anno per il periodo di balneazione 2013, tutt’ora qualifica le acque del litorale di Torre Annunziata – ivi comprese quelle antistanti le spiagge di via Marconi – come “vietate alla balneazione ai sensi dell’art. 7 del D.P.R. n. 470/82” per l’anno 2014, anche se classificate “sufficienti”.
Per il recupero delle acque interdette alla balneazione ex art. 7 del D.P.R. n. 470/82, è onere dei Comuni interessati - ivi compreso quello di Torre Annunziata - provvedere ai sensi dell’art. 2, comma 5°, del D.M. 30 marzo 2010, inoltrando apposita istanza di revoca del suddetto divieto, con relativa documentazione delle misure di miglioramento messe in atto per rimuovere le cause dell’inquinamento, entro la data prevista per la calendarizzazione dei prelievi dell’Arpac. Data che, per il periodo di balneazione 2013, veniva a scadere il 1° marzo 2013. In mancanza di un siffatto iter procedurale, il Sindaco è tenuto ad adottare l’ordinanza di divieto di balneazione.
Ma a quanto pare, il Comune di Torre Annunziata non ha adottato la procedura prevista per l’anno precedente. Ed è lo stesso Sindaco ad affermarlo candidamente in una recente intervista rilasciata ad un giornale locale in cui dichiara che “ l’anno scorso il comune di Torre Annunziata non inoltrò alcuna richiesta alla Regione in quanto i dati sulla balneabilità del nostro litorale erano negativi.” Ciò significa che il precedente decreto n. 109/2013 di revoca del divieto di balneazione non poteva essere emanato perché non vi erano i presupposti di legge.
“Quelle rese dal Sindaco sono dichiarazioni gravissime: non si gioca con la salute dei cittadini per pura propaganda politica! Abbiamo sempre nutrito forti dubbi sulla legittimità e regolarità del decreto dello scorso anno – continua il M5S Torre Annunziata – tant’è che a fine marzo abbiamo presentato formale richiesta di accesso agli atti per sincerarci che il Comune avesse attivato la procedura di revoca ma a quanto pare ciò non è accaduto. Il nostro timore era che il decreto venisse revocato con conseguente ripristino del divieto di balneazione. E i nostri dubbi si sono rivelati fondati. Allo stato dei fatti, e dopo le ammissioni del Sindaco, valuteremo quali altre azioni intraprendere.
L’economia ed il benessere di questa città – prosegue il M5S - non può rinascere dalle menzogne, ma dalla conoscenza della verità e dall’impegno costante nell’eliminazione delle fonti di inquinamento che ancora permangono sul nostro tratto di costa. E’ ora di porre mano ad una bonifica reale e mirata del territorio, a cominciare dall’arenile della salera notoriamente infestato dalla presenza dell’amianto. Non si governa a botta di giochi di prestigio, non si può costruire il proprio consenso politico sulla salute e sulla pelle dei cittadini.