L´Aquila, diretta webtv con video: "From Zero: vita nelle tendopoli"
06-10-2011 - Archivio Storico de Lo Strillone
Ma ve la ricordate LAquila? Una domanda provocatoria quello del titolo di questo post, ma siamo ora in un momento in cui i riflettori si sono completamente spenti sulla tragedia aquilana. Tuttavia le restanti veline (e vetrine) ministeriali non sono in grado di offuscare lo sdegno, il senso di frustrazione e di abbandono di una comunità che non riesce a ritrovare le sue strade, il suo centro storico, la sua identità. Andiamo continuamente a caccia di un pezzetto di identità perduta e lottiamo per comunicare le nostre storie, perché accarezziamo un giorno il sogno di poter tornare, ha affermato Silvia Mantini, docente allUniversità dellAquila durante lanteprima della proiezione di From Zero: vita nelle tendopoli, che si è tenuta alla Feltrinelli di Pescara. Quasi cento presenze. E molti aquilani, alcuni ancora sfollati. AllAquila non ci sono più le tende ma molte cose sono rimaste come allora. Daltronde il centro storico è ancora chiuso, vietato alla sua cittadinanza, racconta Maria Rosaria La Morgia, giornalista del Tg3 Abruzzo e moderatrice dellincontro.
Aggiunge Mantini: In università abbiamo studenti eroici, che studiano da due anni senza una biblioteca, senza una mensa, senza servizi. Anche gli insegnanti sono eroi, perché anche fare una semplice fotocopia diventa una fatica enorme. Le cose non vanno bene, anche se nessuno lo sa. La professoressa Mantini racconta che quando va in giro per lItalia o allestero e dice di essere aquilana le dicono: Sei dellAquila? Poveretta, mi spiace quello che è accaduto, una tragedia. Ma adesso state tutti bene, vero??
E come può star bene una comunità senza identità, spogliata della sua terra? Anche per questo è fondamentale mantenere alta lattenzione. Anche perché richiedo quando avete sentito riparlare in tv o sui giornali dellAquila negli ultimi tempi? Così a presidiare la memoria ci penserà la Rete composta da centinaia di web tv e di blog. Insieme per ricordare LAquila. Lo faranno sul web a rete unificata giovedì 6 ottobre dalle ore 10, esattamente a due anni e mezzo dalla tragedia del terremoto, trasmettendo From Zero: vita nelle tendopoli, la prima web-series girata da quattro registi italiani nellinverno 2009 nella tendopoli di Centicolella e trasmessa su Al Jazeera English (e preciso soltanto su Al Jazeera English).
Non solo memoria. La trasmissione servirà a promuovere il bibliobus, la biblioteca-autobus itinerante che già dai giorni immediatamente successivi al sisma ha percorso migliaia di chilometri per lentroterra abruzzese distribuendo oltre centomila volumi grazie alle donazioni degli italiani. Racconta Nicoletta Bardi, fondatrice del bibliobus: Abbiamo trasportato i libri nelle ceste di frutta e verdura, quasi fossero un elemento fondamentale. Abbiamo percorso i diciannove nuovi insediamenti per un territorio che si estende su venti chilometri. Venti chilometri sono tantissimi per una piccola città oggi totalmente disgregata. Ecco perché le uniche cose che hanno funzionato sono state quelle che sono andate in giro, come il nostro bibliobus. Il bibliobus ancora oggi consegna libri a scuole, università, reparti ospedalieri. Ma il bibliobus per circolare ha bisogno di benzina (oltre che di tanta buona volontà). Così la trasmissione del documentario incentiverà lavendita di un Dvd con le storie dalle tendopoli, venticinque episodi nellAquila post-sisma.
LAquila e la sua ricostruzione. Perché cè una comunità che ha voglia di ricominciare. Da Zero. Racconta ancora Nicoletta Bardi: Abbiamo aperto la Piazza dArti, contrapposta anche simbolicamente a Piazza dArmi, non-luogo della più grande tendopoli aquilana. Oggi nella nostra piazza aggreghiamo diciotto associazioni e abbiamo un teatro, una bibliocasa, uno sportello per i migranti e un museo darte contemporanea. Luoghi di socialità, perché questa comunità non viva in un ghetto. Il bibliobus e lAquila fatta dai suoi cittadini. Nonostante uneconomia che fatica a decollare (e già stagnante prima del sisma) e nonostante un clientelismo che con il terremoto ha ingigantito le sue fauci. Il bibliobus espressione di una comunità che rinasce. Nonostante tutto. Dalle strade di montagna il bibliobus giovedì attraverserà anche la Rete.
GIAMPAOLO COLLETTI
da il Fatto Quotidiano
Foto di Stefano Strocchi, Fromzero.tv
Aggiunge Mantini: In università abbiamo studenti eroici, che studiano da due anni senza una biblioteca, senza una mensa, senza servizi. Anche gli insegnanti sono eroi, perché anche fare una semplice fotocopia diventa una fatica enorme. Le cose non vanno bene, anche se nessuno lo sa. La professoressa Mantini racconta che quando va in giro per lItalia o allestero e dice di essere aquilana le dicono: Sei dellAquila? Poveretta, mi spiace quello che è accaduto, una tragedia. Ma adesso state tutti bene, vero??
E come può star bene una comunità senza identità, spogliata della sua terra? Anche per questo è fondamentale mantenere alta lattenzione. Anche perché richiedo quando avete sentito riparlare in tv o sui giornali dellAquila negli ultimi tempi? Così a presidiare la memoria ci penserà la Rete composta da centinaia di web tv e di blog. Insieme per ricordare LAquila. Lo faranno sul web a rete unificata giovedì 6 ottobre dalle ore 10, esattamente a due anni e mezzo dalla tragedia del terremoto, trasmettendo From Zero: vita nelle tendopoli, la prima web-series girata da quattro registi italiani nellinverno 2009 nella tendopoli di Centicolella e trasmessa su Al Jazeera English (e preciso soltanto su Al Jazeera English).
Non solo memoria. La trasmissione servirà a promuovere il bibliobus, la biblioteca-autobus itinerante che già dai giorni immediatamente successivi al sisma ha percorso migliaia di chilometri per lentroterra abruzzese distribuendo oltre centomila volumi grazie alle donazioni degli italiani. Racconta Nicoletta Bardi, fondatrice del bibliobus: Abbiamo trasportato i libri nelle ceste di frutta e verdura, quasi fossero un elemento fondamentale. Abbiamo percorso i diciannove nuovi insediamenti per un territorio che si estende su venti chilometri. Venti chilometri sono tantissimi per una piccola città oggi totalmente disgregata. Ecco perché le uniche cose che hanno funzionato sono state quelle che sono andate in giro, come il nostro bibliobus. Il bibliobus ancora oggi consegna libri a scuole, università, reparti ospedalieri. Ma il bibliobus per circolare ha bisogno di benzina (oltre che di tanta buona volontà). Così la trasmissione del documentario incentiverà lavendita di un Dvd con le storie dalle tendopoli, venticinque episodi nellAquila post-sisma.
LAquila e la sua ricostruzione. Perché cè una comunità che ha voglia di ricominciare. Da Zero. Racconta ancora Nicoletta Bardi: Abbiamo aperto la Piazza dArti, contrapposta anche simbolicamente a Piazza dArmi, non-luogo della più grande tendopoli aquilana. Oggi nella nostra piazza aggreghiamo diciotto associazioni e abbiamo un teatro, una bibliocasa, uno sportello per i migranti e un museo darte contemporanea. Luoghi di socialità, perché questa comunità non viva in un ghetto. Il bibliobus e lAquila fatta dai suoi cittadini. Nonostante uneconomia che fatica a decollare (e già stagnante prima del sisma) e nonostante un clientelismo che con il terremoto ha ingigantito le sue fauci. Il bibliobus espressione di una comunità che rinasce. Nonostante tutto. Dalle strade di montagna il bibliobus giovedì attraverserà anche la Rete.
GIAMPAOLO COLLETTI
da il Fatto Quotidiano
Foto di Stefano Strocchi, Fromzero.tv