Era meglio ca me nparava zappatore? ‘O zappatore ‘a costruisce a casa!
Campania Felix, la prosperosa Campania non c’è più e quel che resta sta per
essere saccheggiata. Esiste un consumo smodato di suolo in Italia, ma nello
sfascio, la Campania si distingue in peggio. In questa regione si persevera in
un disegno diabolico: in nome dello sviluppo, in nome della creazione di posti
di lavoro oltre a mettere le mani sulle città ora le si mettono anche sulle
campagne. Dare risposte ai problemi occupazionali spianando la strada all’
industria del cemento, soprattutto in quel che rimane delle zone agricole, che
dovrebbero essere destinate alla sola produzione di cibo è un atto criminale.
Il Piano Casa della Campania (legge regionale n.1/2011), per intenderci quello
delle gigantografie viste in città con manifesti 6mt x 3mt, va in questa
direzione. Con la l.r. n.1 del 5 gennaio scorso si ripropone una operazione già
tentata nel 2005 con la l.r. n. 16 sul governo del territorio, poi ritirata
perché riconosciuta come una “distrazione”: grazie all’introduzione di un nuovo
comma all’art.44 di questa legge, nei comuni dove è ancora in vigore il
Programma di Fabbricazione, nelle zone agricole si applicheranno i limiti di
edificabilità previsti dal DPR n.380/2001,” prevalenti su ogni diversa
disposizione contenuta nel citato strumento urbanistico generale”. Ma qual è l’
intento vero di questa legge per quanto riguarda le aree agricole: da oggi in
circa 150 dei 550 comuni della Campania, sono cancellate le previsioni
urbanistiche dei Programmi di Fabbricazione per le zone agricole, dove invece
sarà possibile ogni sorta di intervento edilizio. In particolare, sono aboliti
il lotto minimo su cui è possibile costruire e ogni limite alla edificabilità
dei suoli previsto a livello locale. In base alle norme del DPR n. 380/2001
sarà viceversa possibile realizzare in queste aree nuove costruzioni nel limite
della densità massima fondiaria di 0,03 metri cubi per metro quadro e, in caso
di interventi a destinazione produttiva, la superficie coperta potrà arrivare a
un ventesimo dell’area di proprietà, qualunque sia la sua estensione. Come dire
lì dove c’era l’erba ora c’è una città! Ma chi andrà ad abitare in quelle
città? Quali infrastrutture si dovrà dotare la campagna e la montagna per
reggere questa onda d’urto? Cosa interessa è il PROGRESSO, LO SVILUPPO, L’
ECONOMIA. La norma può essere interpretata in senso più o meno restrittivo, ma
per diversi responsabili di uffici tecnici comunali sarà possibile, ad esempio,
costruire su 10.000 mq un immobile produttivo con una superficie di 500 mq,
senza limiti di altezza! Il rischio speculativo è nella definizione stessa di
impianti produttivi data dall’art. 1bis della legge n. 447/2001 che semplifica
le procedure di insediamento di tali attività. In pratica, chiunque sia
produttore di beni o servizi, potrà ottenere il permesso a costruire senza
particolari limiti alle altezze e alle distanze: dal commercio all’artigianato,
dalle professioni liberali ai servizi di intermediazione finanziaria, dalle
attività alberghiere ai servizi di telecomunicazioni. Sarà dunque possibile
costruire di tutto, anche una sala bingo o un club per il “bunga bunga”. Se
questo è il modo di governare il territorio, la Campania può indossare la
maglia nera dello sviluppo insostenibile. La nostra regione ha il primato di
zone sottoposte a vincolo paesistico ma con questa legge si è sancito il
laissez faire su tanta parte del restante territorio regionale che costituisce
la risorsa primaria su cui fondare uno sviluppo economico armonico e duraturo.
A essere investiti da questo rischio sono soprattutto i territori più fertili,
ma anche quelli cd. marginali, dove già pesano fortemente un eccessivo
frazionamento della proprietà fondiaria e una forte emorragia di addetti nel
settore agricolo, con inevitabili contraccolpi ambientali, relativamente all’
assetto idrogeologico, ed economici: il prezzo dei terreni in diversi comuni
lieviterà in modo esponenziale, così da impedire proprio agli imprenditori
agricoli di ampliare e ristrutturare le proprie attività produttive. I piccoli
agricoltori trovano sempre più conveniente vendere case e terreni agli
immobiliaristi mentre i grandi proprietari si stanno trasformando in produttori
di energia. Non è questo il futuro che possiamo auspicare! La mancanza della
Sinistra in Consiglio Regionale ha significato anche questo. Dovremmo
riflettere un po’ tutti, Sinistra compresa.
Era meglio ca me nparava zappatore? ‘O zappatore ‘a costruisce a casa!
TONINO SCALA