Il valore economico del ´sommerso´´ nel nostro paese è uguale al Pil dell´intero Mezzogiorno. E´ quanto evidenziano, su dati Istat, le Acli che per denunciare l´emergenza legalità nel mondo del lavoro scenderanno in piazza il 19 e 20 marzo.
Secondo l´Istat - affermano le Acli - il valore economico del sommerso raggiunge i 250 miliardi di euro, il 17% del Pil nazionale. Una cifra che coincide con il valore complessivo del prodotto interno lordo di 6 Regioni: Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In pratica, l´intero Pil del Mezzogiorno (Sardegna esclusa), 248 miliardi di euro. Sempre secondo l´Istat, gli irregolari sono circa 3 milioni e che il tasso di irregolarità è calcolato al 12% sul piano nazionale ma raggiunge il 20% al Sud. A questi dati si aggiungono quelli sull´evasione contributiva. Solo nel 2009, l´Inps ha recuperato crediti per oltre 4 miliardi e mezzo. La stima di recupero prevista per il 2010 è di 8 miliardi di euro.
Venerdì 19 e sabato 20 marzo, le Acli saranno presenti in più di 300 piazze per la campagna "Diritti in piazza 2010" dedicata al tema della legalità nel lavoro. Per informazioni: www.patronato.acli.it.
Secondo il presidente delle Acli, Andrea Olivero, la questione dell´illegalità nel lavoro è anche un problema di controlli, "che debbono essere più incisivi e più severi. Bisogna assumersi la responsabilità di far rispettare le regole". Anche la semplificazione del mercato del lavoro - aggiunge - "é stata usata male e a senso unico. Le regioni più flessibili, dove maggiormente si ricorre ai contratti atipici, sono anche quelle con il più alto tasso di lavoro nero. Occorre allora una seria riforma del mercato del lavoro che sappia garantire, accanto alle esigenze di flessibilità e semplificazione, l´efficienza dei centri si servizio per l´impiego, e la certezza di un´indennità di disoccupazione per tutti i lavoratori, che impedisca di accettare il ricatto del lavoro nero".